Il mio successo? Devo ringraziare Renzo Arbore

“Il provino”, spettacolo in cui la comicità di Nino Frassica si fonde con quella di Francesco Scali – attore che lo ha affiancato nella serie di Markette da poco conclusasi – è andato in scena sabato scorso al Palasport di S. Agata Li Battiati, riscotendo un grande successo. Nello show, il noto attore messinese, ha cantato con il gruppo i Plaggers, che hanno eseguito con grande bravura pezzi di musica leggera italiana e straniera, mixati ad arte e ha recitato con Scali, in un esilarante provino, in cui un volenteroso aspirante musicista  – vuole trovare lavoro “a tutti i costi” – accetta di essere “provinato” da un selezionatore senza scrupoli. 

Noi abbiamo incontrato Frassica dietro le quinte per farci raccontare qualcosa dei suoi 35 anni di carriera e per conoscerlo un po’ più da vicino. 

Signor Frassica, cosa ricorda particolarmente di “Quelli della notte”? 
Ricordo la paura all’inizio delle prime puntate perché era un programma in cui non avevano i testi scritti e non avendoli ti devi augurare che in quel momento ti venga l’estro,  e non è detto che venga. 

E quando non succedeva?
Si ricorreva al repertorio vecchio e si ripeteva. Il pro e il contro dell’improvvisazione è questo. Però a volte era meglio dire che non veniva niente, essere sinceri, il che era qualcosa. Forse il niente non esiste, qualcosa viene di sicuro. Il niente può essere il silenzio, ma anche questo è una cosa.  Celentano ha nobilitato le pause, perché lui quando ha fatto il primo Fantastico, quando doveva intervistare un regista russo di cui non sapeva neanche il nome, faceva delle pause per l’impreparazione, facendola diventare impreparazione artistica. Lui ha trasformato il niente in una cosa particolare.

C’è una persona alla quale lei dovrebbe dire grazie per il suo successo ? 
A due persone: Renzo Arbore per il varietà e Enrico Oldoini per la fiction.

Cos’è per lei la comicità?
E’ il contrario della tragedia. L’allontanamento dalle cose della realtà, spesso tragica, e a volte con la fantasia si va verso la comicità.

Come si trova con Piero Chiambretti?
Benissimo. E’ un uomo di grande intelligenza, ha voglia di azzardare, è coraggioso, è un autore, non è uno che si trova lì per caso. E’ uno forte.

Lei da dove ha iniziato?
Ho cominciato a fare un po’ tutto, e questo mi è servito a capire in quale direzione dovevo puntare. Perché io sono andato da Arbore a corteggiare lui e non a Mike Buongiorno, Pippo Baudo e Corrado? Perché avevo capito che l’umorismo che faceva lui ad “Alto gradimento”, in radio, era quello che mi piaceva e lo sapevo pure fare. Non a caso ho avuto successo nel suo programma, le migliori cose che ho fatto le ho fatte proprio con lui. Quindi fare tutto, scoprire cosa si fa meglio e insistere su quello.

Chi volesse fare l’attore, da dove dovrebbe cominciare?
Ora c’è la tendenza a demonizzare le scuole di recitazione, ma la scuola ti insegna i trucchi. Io per esempio ho studiato dizione, anche se non l’ ho mai usata, ma se io dovessi parlare usando la dizione perfetta lo saprei fare, non lo faccio, però ho imparato. Non lo dico quasi mai, ma io ho studiato al Piccolo di Milano. Da giovane, la mia bravura era negli spettacoli che mi inventavo nelle scuole per gruppi di 20 bambini, li facevo ridere facendo anche il clown. Con il tempo la mia esperienza mi ha portato a imparare un sacco di cose e a capire cosa sapevo fare meglio e a scegliere. Io ho un genere nel quale sono specialista, io me ne intendo di un certo tipo di non sensi, un certo tipo di umorismo e non  a caso là mi è andata bene.

Lei è scaramantico?
No, non credo a niente, neanche al servizio meteorologico. Neanche al segnale orario.

E crede all’oroscopo?
Ma per niente.

Il suo segno zodiacale?
Sono del Sagittario, ma non credo all’oroscopo.

L’unica pagina del giornale che non legge, quindi, è quella in cui ci dicono come andrà la giornata?
No, no, la leggo, ma per ridere, non per l’oroscopo in se stesso, ma per le persone che lo scrivono. I maghi in televisione li guardo, c’è tutto un mondo particolare dietro, anche se purtroppo ci sono i casi pensanti, vedi Vanna Marchi, però i mezzi cialtroni, se non rovinano le persone e se sono furbi, quasi quasi mi piacciono, perché si inventano un mestiere e hanno fantasia. Però il problema è che l’ hanno inventato per fregare pesantemente la gente. Ma il ruba galline, quello che chiede le 50.000 lire per un portafortuna, e non fa del male alla gente, potrebbe pure andare. Il problema è quando dietro queste cose ci sono delle grosse fregature per rovinare gente, il che è drammatico. 

Quante ore dorme a notte?
Dormo le ore che mi servono, ma non appena mi sveglio ricomincio a scrivere, a pensare, ecc… sono iperattivo.  

Qual è il suo sogno più ricorrente?
Io non sogno quasi niente, o meglio sogno cose dell’ultimo minuto, mischio i pensieri con i sogni. 

I suoi ammiratori sanno della sua collezione di accendini? C’è qualche regalo particolare che i suoi ammiratori le hanno fatto?
Chi sa degli accendini, o anche libri particolari, sanno che sono a caccia di cose curiose.

Se lei dovesse compiere un’opera di bene, cosa farebbe e chi aiuterebbe?
Sicuramente i casi di beneficenza sono tutti ammirabili, c’è così tanto bisogno. Proprio oggi leggevo che si sono fatti grandi passi avanti con la ricerca sull’AIDS, però mancano gli aiuti: mi sembra paradossale. Si spendono tanti soldi per andare sulla Luna, potrebbero pure rimandare. Ma ci sono degli errori di gestione troppo grossi, il discorso sarebbe troppo lungo. Si spendono soldi inulti, ma dove dovrebbero intervenire, non intervengono. I soldi sono distribuiti male. Mi sembra giusto aiutare qualcuno, cosa che io concretamente faccio. 

Da buon siciliano, qual è il suo piatto preferito?
Le cozze, che trovo anche in alcuni buoni ristoranti di Roma, non me le faccio mancare.

Nella rassegna cabarettistica e teatrale “Non ci resta che ridere”, ideata dal direttore artistico di Sorrisolandia  Sandro Vergato, vedremo sul palco l’alternarsi di grossi nomi di levatura nazionale come Giobbe Covatta, Paolo Hendel e Giovanni Cacioppo. Frassica, attualmente impegnato nelle riprese di Don Matteo con Terence Hill, a Gubbio, ci ha preannunciato che a settembre uscirà al cinema il film di Vito Zagarrio, Tre giorni d’anarchia, girato a Enna, in cui reciterà nella parte del Dottor Puglisi, oltre ad essere impegnato nella seconda serie di Markette. 

Melania Mertoli

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