Il gruppo Roberto Abate spa ha venduto, con cessione di ramo d’azienda, 20 supermercati a Ergon. Lo confermano fonti sindacali. Assieme ai punti vendita, Ergon rileverà a breve i contratti dei 180 dipendenti che ci lavorano, scongiurando una vertenza di lavoro che avrebbe potuto complicarsi non poco. Abate, realtà imprenditoriale fondata nel 1968, è uno dei top player del settore gdo (grande distribuzione organizzata) in Sicilia, ma attraversa una fase di difficoltà. Dal 2007 fa parte di Selex, una moderna rete di distribuzione nazionale. Da allora gli storici brand Abate superstore, Alis e Alider sono stati dismessi, sostituiti dalle insegne Famila, IperFamila, A&O. Prima di questa operazione possedeva 77 punti vendita in diverse province dell’Isola per poco meno di 1.100 dipendenti. Ergon controlla invece i marchi Despar, Interspar, Eurospar, Ard discount e Alta Sfera. A rilevare negozi e supermarket sarà Medial franchising srl, una controllata di Ergon.
Abate ed Ergon fanno inoltre parte – insieme a Commerciale Gicap, Palermo discounts srl e Sicilia discounts spa – del consorzio SD Sicilia discounts, che gestisce una rete di circa 200 punti vendita che espongono il logo Ard discount. Relazioni commerciali e interessi comuni avviati nel 1994, che potrebbero aver facilitato la cessione. Sul cui valore economico vige al momento il più rigoroso riserbo. La strategia del gruppo Abate sarebbe vendere strutture o, come in questo caso, cedere rami d’azienda per far fronte a un aumento dell’indebitamento. Secondo il sito di settore gdonews.it, nel 2016 il gruppo etneo ha fatto segnare un fatturato di 257 milioni di euro, ma con un rapporto di indebitamento superiore al 73 per cento, considerato «pericoloso» in un quadro di calo delle vendite.
Il Corriere etneo scrive che i punti vendita ceduti a Ergon sono i seguenti: Biancavilla, via Fallica (10 dipendenti); Bronte, via Grassia (11), Caltagirone, via Novelli (8); Carlentini, via Togliatti (4); Catania, via Duca degli Abruzzi (6); Catania, via Agrigento (6); Catania, via Conte di Torino (6); Catania, via Fusco (11); Gravina di Catania, via Puccini (6); Gravina di Catania, via Marinetti (7); Mascali, via O. Sicula (12); Mascalucia, via Tremestieri (7); Misterbianco, corso Marx (17); Palagonia, via Palermo (17); Paternò, corso Italia (11); San Giovanni la Punta, via Montello (16, di cui uno a tempo determinato); San Gregorio, via Tevere (11); Siracusa, viale Tunisi (5); Tremestieri, via Roma (5); Zafferana, via delle Scuole (4).
Come detto, la cessione dei 20 punti vendita non brucia posti di lavoro. Ma, a sentire i sindacati, il futuro dei dipendenti del gruppo etneo non si presenta roseo. Nel pomeriggio di ieri hanno ricevuto la famigerata lettera di licenziamento i 40 lavoratori del deposito merci che Abate spa gestisce – in affitto di ramo d’azienda da Ltm Di Martino – alla zona industriale di Catania. I diretti interessati, in assemblea permanente, hanno reagito bloccando l’uscita dei camion. Ma non è finita. «Il problema – spiega Davide Foti di Filcams Cgil – è che Abate sta dismettendo tutto, perché chiude. Ci sono trattative in corso per cedere altri supermercati». Secondo indiscrezioni, sarebbero alla finestra per rilevarli i gruppi MD e Arena (Decò).
Questi passaggi potrebbero rivelarsi più dolorosi sul piano occupazionale. La sensazione degli addetti ai lavori è che sarà meno difficile garantire i lavoratori impiegati all’interno dei punti vendita, come è capitato per la compravendita con Ergon. Altre figure, invece, potrebbero ritrovarsi in una brutta situazione. «In merito a 30 addetti alla logistica dei prodotti freschi e a 90 tra amministrativi e commerciali c’è sicuramente una discussione in corso. Vediamo se finalmente – aggiunge il sindacalista – ci faranno fare una trattativa». Nei giorni scorsi si è inoltre chiusa con una fumata nera la procedura di licenziamento di 90 addetti alla logistica che lavorano al magazzino di SD Sicilia discounts (consorzio di cui Abate fa parte), che si trova a Belpasso.
Un’altra cessione, in questo caso eccellente, Abate spa l’ha chiusa lo scorso 30 settembre, vendendo l’immobile che ospita il centro commerciale Etnapolis alla banca d’affari statunitense Morgan Stanley. La struttura, progettata dall’archistar Massimiliano Fuksas, venne inaugurata nel 2005. Per costruirla, secondo la stampa di settore, il gruppo Abate spese circa 160 milioni di euro. C’è riserbo strettissimo sulle cifre dell’operazione: si parla di una somma che varia da 90 a 100 milioni di euro, ma mancano fonti ufficiali. Morgan Stanley avrebbe poi affidato la gestione dell’edificio a Montenisia srl che – dice la visura storica della società – ha firmato il contratto di affitto con Abate lo scorso 1 agosto. Il colosso speculativo newyorkese – racconta la Filcams Cgil – tre anni fa aveva rilevato anche gli immobili del parco commerciale Centro Sicilia.
Aggiornamento: nel primo pomeriggio il segretario generale della Filcams Cgil Catania Davide Foti ha avuto un primo incontro con dirigenti e proprietà di Roberto Abate spa. Gli imprenditori etnei avrebbero confermato davanti alla delegazione cigiellina l’esistenza di trattative in corso per la cessione degli altri supermercati del gruppo. «Bisogna prima valutare in che modo si concluderanno questi negoziati – ragiona al telefono Foti – poi capiremo cosa fare sul piano sindacale. Al momento non ci sono tempi certi». I vertici di Abate avrebbero inoltre assicurato l’intenzione di fare il possibile per salvare anche i lavoratori della logistica, gli addetti commerciali e gli «amministrativi». La cessione dei punti vendita, che sarebbero una cinquantina, riguarda nel complesso quasi 800 dipendenti.
Giudizio immediato nei confronti di Daniele Alba, meccanico di 35 anni di Cianciana, nell'Agrigentino, che…
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Nicola Catania confermando definitivamente l’elezione…
Lo scorso 18 ottobre sono arrivate da Roma, dagli uffici del ministero dell'Interno, in concerto…
La deputata regionale Marianna Caronia lascia la Lega e passa a Noi moderati. Caronia, che…
«La concessione è legittima, ma se il Comune ce lo chiede ufficialmente, siamo pronti alla…
Ci sarebbe un guasto tecnico dietro l'incidente in parapendio di mercoledì scorso a Milazzo, in…