I RITARDI NELLA PRESENTAZIONE DELLA TERZA MANOVRA FINANZIARIA SONO DOVUTI AL FATTO CHE MANCANO LE RISORSE FINANZIARIE. PER ESEMPIO, I SOLDI PER PAGARE I PRECARI CI SONO SOLO IN MINIMA PARTE, COME CERTIFICHERA’ DOMANI LA CONFERENZA REGIONE AUTONOMIE LOCALI
Ieri abbiamo scritto che il disegno di legge sulla terza finanziaria del Governo di Rosario Crocetta arriverà all’Ars la prossima settimana. Ieri abbiamo cercato di spiegare cosa sta succedendo. Oggi proviamo a ribadirlo, con qualche elemento di novità rispetto a ieri: la ‘bomba’ dei precari dei precari dei Comuni siciliani che rischia di esplodere.
Succede che, intanto, non si capisce in cambio di che cosa il Governo nazionale darebbe alla Sicilia 518 milioni di euro. Non si capisce se il Governo Crocetta avrebbe rinunciato al contenzioso con lo Stato, o se tale contenzioso sia stato ‘congelato’ fino al 2017.
Succede, poi, che con i 518 milioni di euro si dovrebbero pagare i ‘famigerati’ 80 euro del Governo Renzi e, a quanto pare, anche i centri per il ricovero dei minori non accompagnati arrivati con i barconi.
Di fatto – è inutile che ci giriamo attorno – non ci sono i soldi per pagare tutti. Gli 80 euro di Renzi e i centri per il ricovero dei minori non accompagnati aggravano uno scenario già critico.
Domani si riunisce la Conferenza Regione Autonomia locali. All’ordine del giorno c’è la questione precari. In teoria, la Regione avrebbe stanziato 180 milioni di euro. In pratica, domani, la Conferenza Regione Autonomia locali dovrebbe avallare l’erogazione del 40 per cento di questi 180 milioni di euro.
Per i Comuni siciliani, alla fine, sarebbero disponibili – almeno in teoria, perché noi sulla ‘cassa’ regionale abbiamo idee un po’ diverse dall’ottimismo espresso dalla Corte dei Conti – circa 70 milioni di euro. Una somma che non risolverà i problemi dei precari, perché ci sono Comuni che non pagano i precari da due, tre, anche quattro mesi. Insomma, un gran casino.
A nostro avviso non ci sono nemmeno si soldi per i forestali, per l’Arpa, per le società collegate e via continuando.
La verità è che il Governo nazionale non avrebbe dovuto scippare, quest’anno, un miliardo e 50 milioni di euro alla Regione. Quest’accantonamento ha fatto saltare i conti.
In queste ore il governatore Crocetta sta sollevando i soliti polveroni per provare a scaricare sull’Ars responsabilità che, invece, sono del Governo. Tocca al Governo contestare Roma. Il presidente Crocetta non l’ha fatto. Ora non ha il coraggio di dire a migliaia di siciliani che non ci sono più soldi, perché i nostri soldi se li è presi il Governo nazionale.
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