Il Governo Crocetta tra verità ed errori

“Una volta – scriveva Ennio Flaiano – credevo che il contrario di una verità fosse l’errore e il contrario di un errore fosse la verità. Oggi una verità può avere per contrario un’altra verità altrettanto valida e l’errore un altro errore”.

Verità ed errori: guardando quello che ci siamo lasciati alle spalle con la settimana politica siciliana che si è appena conclusa non è facile capire dove sta la verità e dove l’errore. Idem se guardiamo alla settimana che inizierà domani.

Da domani, nei Laboratori di analisi, le analisi cliniche – esame del sangue ed esami diagnostici: Tac, Risonanze e via continuando – si faranno solo a pagamento. L’alternativa, per chi è esente dal ticket, sono le strutture pubbliche. Che, con molta probabilità, verranno prese d’assalto.

Si poteva evitare tutto questo? Di mezzo c’è il decreto dell’ex Ministro della salute, Balduzzi. E c’è, soprattutto, il rifiuti dei titolari dei Laboratori di analisi di adeguarsi alle nuove tariffe ministeriali. I titolari dei Laboratori di analisi spiegano che, se dovessero applicare questi prezzi, lavorerebbero in perdita.

Dove sta la verità? E dove sta l’errore? Il decreto Balduzzi è una verità. Ma anche le regioni dei titolari dei Laboratori di analisi sono una verità: se preferiscono accettare solo chi paga per intero la prestazione, perdendo un sacco di pazienti, significa che hanno le loro buone ragioni.

Il problema è che a pagare un prezzo molto salato di questa contrapposizione tra Regione e Laboratori di analisi saranno i cittadini e le strutture sanitarie pubbliche. E, questo, non è un problema dei Laboratori di analisi, ma del Governo della Regione, che metterà sotto stress le strutture sanitarie pubbliche per assicurare, di fatto, un servizio carente ai cittadini. E questo, senza ombra di dubbio, è l’errore.

Martedì scioperano i dipendenti della formazione professionale siciliana. In piazza gli iscritti alla Cgil, alla Cisl, alla Uil e anche allo Snals Confsal. Anche qui, c’è la verità del mondo della formazione, degli Enti formativi, dei lavoratori. L’assessore Nelli Scilabra ha deciso, a quanto pare unilateralmente, di ridurre il finanziamento del bando, togliendo 100 milioni di euro. Secondo i sindacati, ai 700 dipendenti già espulsi dal settore (cioè licenziati) se ne aggiungeranno altri 3 mila. Da qui la proclamazione dello sciopero per martedì prossimo. Con un’adesione che si annuncia massiccia.

C’è la verità dell’assessore Scilabra, che ha deciso un taglio pesantissimo delle risorse per il settore. E c’è la verità degli Enti e dei dipendenti del settore. Dove sta l’errore? Probabilmente nel fatto che Governo e parti sociali non riescono a dialogare.

Due giorni fa c’è stato, sempre a Palermo, lo sciopero dei lavoratori edili. Il settore dell’edilizia è bloccato. Questa è una verità incontrovertibile. Un’altra verità è che il Governo regionale non riesce a sbloccare la situazione. Mancanza di fondi? La regione è al verde, si sa. Ma ci sono i fondi europei non spesi. Questo è l’errore. Che il Governo di Rosario Crocetta ha cercato di scaricare sul dipartimento regionale della Programmazione. E questo è il secondo errore. Perché a non funzionare è tutta la ‘macchina’ regionale. Della quale il dipartimento Programmazione è vittima.

Rifiuti. Anche in questo settore la Sicilia è in ginocchio. Come tutte le aree del mondo sottosviluppate, l’immondizia, in Sicilia, finisce nelle discariche. Monte di queste, ormai, sono al limite. Questa è una verità incontrovertibile. Una seconda verità è che il Governo regionale, finora, non ha invertito lo scenario. Non c’è ancora un’alternativa alle discariche.

Dove sta l’errore? Qui di errori ce ne sono tanti. Ci sono gli Ato rifiuti, nella stragrande maggioranza dei casi ‘carrozzoni mangiasoldi’. Ci sono i Comuni che hanno gestito male gli Ato rifiuti. Ci sono i privati che, già da tempo, avrebbero dovuto essere messi fuori da questo giro. E c’è il paradosso dei siciliani che pagano la Tarsu – tra le più care d’Italia – per avere in cambio un servizio pessimo, se è vero che in tantissimi centri dell’isola l’immondizia rimane per le strade.

Muos di Niscemi. C’è la verità – incontrovertibile – dei militari americani, che hanno avuto l’ok di ben due Governi nazionali – Governo Prodi e Governo Berlusconi – per realizzare un mega radar che, di solito, causa le tempeste elettromagnetiche che provoca, viene realizzato lontano dai centri abitati, possibilmente nei deserti. Invece ben due Governi italiani hanno detto: “In Sicilia si può fare”. Come se la Sicilia fosse una colonia e non una delle venti Regioni italiane.

C’è la verità del Movimento No Muos, delle Mamme No Muos e di tutti i siciliani che non vogliono essere ‘arrostiti’ dalle onde elettromagnetiche del Muos.

Dove sta l’errore? Anche in questo caso, gli errori. L’errore del Governo di rafafele Lombardo che ha autorizzato questo ‘mostro’ elettromagnetico. E l’errore, non meno grave, dell’attuale presidente della Regione, Rosario Crocetta, che non ha posto la questione nell’unico luogo dove tale questione va posta: e cioè in Consiglio dei Ministri, dove, a norma dello Statuto siciliano, il presidente della Regione siciliana siede con il rango di Ministro nei fatti attinenti la Sicilia.

Poi c’è un terzo errore: quello di pensare che, tra qualche mese, alla ‘scurdata’, come si usa dire dalle nostre parti, i militari accendano il Muos nel silenzio generale dei siciliani. Non sarà così. Al contrario, se ciò dovesse accadere, ci sarà una rivolta popolare. E il primo ad essere chiamato in causa sarà il presidente della Regione che, su questa vicenda, continua a tenere la testa sotto la sabbia.

Terna. Altro giro, altra corsa. E’ il folle elettrodotto – che, detto per inciso, non serve alla Sicilia – in corso di realizzazione nella Valle del Mela, in provincia di Messina. Lo sta realizzando Terna. C’è una verità che ha documentato qualche settimana fa il nostro Alessandro Mauceri: i Sindaci del passato dei Comuni di questa Valle hanno dato le autorizzazioni a Terna. Autorizzazione per far passare l’elettrodotto a due passi dai centri abitati. Una follia. Perché le onde emesse da questo potente elettrodotto provocano cancro e altre malattie.

Accanto alla verità di Terna – che può esibire le autorizzazioni dei Sindaci del passato – c’è la verità della gente che abita in questi luoghi. Che non vuole morire di cancro, leucemie e altre malattie.

Dove sta l’errore? Anzi, gli errori? Nelle scelte sbagliate dei Sindaci ‘ascari’ del passato di questi centri della Valle del Mela. Ma anche in un Governo della Regione che, inn questi mesi, ha promosso solo incontri che no approdano a nulla. Un terzo errore lo stanno commettendo gli abitanti di questi centri. Perché l’unico modo per fermare queste follie – lo dimostrano i Movimento contro il Muos di Niscemi – sono le piazze.

Psr. Sigla che sta per Piano di sviluppo rurale, 2,1 miliardi di euro dell’Unione Europea. C’è la verità di buona parte di questi soldi spesi. Non si sa, però, in favore di quale agricoltura. Sono soldi andati a sostegno dell’agricoltura siciliana? Non sembrerebbe. C’è un’altra verità, altrettanto valida, per dirla con Flaiano: ovvero la perfetta continuità, in questa incredibile storia, tra il Governo Lombardo e il Governo Crocetta: stesse facce, stessi metodi, stesse clientele.

Dove sta l’errore? Nel fatto che nessuno – per esempio tra i parlamentari di Sala d’Ercole – abbia presentato una bella interrogazione parlamentare per chiedere una cosa semplicissima: a chi sono finiti questi soldi.

Cultura. In Sicilia, come in tutto il Sud Italia, le attività culturali, oltre ad essere importanti, sono anche Stato sociale. Sbaraccarle danneggia i siciliani perché li priva delle attività culturali. Danneggia i tanti protagonisti del settore, che rischiano di finire sul lastrico. Danneggia la già carente offerta turistica. Queste sono tre verità.

Un’altra verità è che la Regione ha finito i soldi perché li ha dati a Roma.

Dove sta l’errore? Nel non essersi opposti – cosa che avrebbe dovuto fare il Governo Crocetta – nel taglio di 800 milioni di euro al bilancio della Regione.

Articolo 37 dello Statuto. C’è la verità dell’assessore all’Economia, Luca Bianchi, che ha annunciato l’applicazione di questo articolo dello Statuto siciliano. Le imprese con stabilimenti nell’Isola e sede sociale fuori dalla nostra Isola pagheranno le imposte alla Regione. La verità dell’assessore prevede entrate per 50 milioni di euro all’anno.

Ma, anche in questo caso, c’è un’altra verità, altrettanto valida. Anzi, forse più valida di quella dell’assessore, se non altro perché non è politica, ma aritmetica. E l’aritmetica parla di entrate non inferiori a 4 miliardi di euro.

Dove sta l’errore? Forse in un Governo regionale che si ‘imbarca’ in argomenti che non conosce.

Ce la farà il Governo a reggere l’urto, nelle prossime settimane, della formazione professionale in subbuglio, dei Laboratori di analisi in rivolta, dei lavoratori edili in ‘guerra’, dell’immondizia non raccolta per le strade, delle discariche stracolme, dei cittadini che pagano la Tarsu (tra le più care d’Italia) per avere in cambio un servizio pessimo), della probabile rivolta anti-Muos, del probabile risveglio delle popolazioni della Valle del Mela, del bubbone Psr che potrebbe esplodere da un momento all’altro, delle attività culturali abbandonate a se stesse, della presa in giro sull’articolo 37?

La verità è che il Governo regionale pensa di farcela. Altrimenti non avrebbe aperto più della metà dei conflitti descritti. L’errore, forse, potrebbe risiedere nel fatto che avrebbe fatto male i conti.

 


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