Il giornalismo siciliano e la nuova sfida della digitalizzazione «Necessaria una riforma strutturale per adeguare il sistema»

La diminuzione delle copie dei giornali venduti, le notizie online, i cambiamenti normativi, le garanzie, la libertà di espressione. Sono stati tutti argomenti affrontati all’interno del convegno L’informazione tra innovazione e digitalizzazione nella prospettiva dell’ampliamento delle funzioni delegate promosso dal Co.re.com Sicilia a Villa Malfitano a Palermo. Alla presenza di editori, giornalisti, giuristi, politici e docenti universitari è stato analizzato lo stato che il comparto sta vivendo nella nostra regione. 

«È un tema – ha dichiarato la presidente Maria Annunziata Astone – centrale e che ha un impatto molto forte sia sulle attività imprenditoriali di natura editoriale sia sull’attività dei giornalisti. Per questo vogliamo aprire un dialogo e un confronto tra gli operatori del sistema e le Istituzioni. C’è un cambiamento strutturale, epocale. È necessario che si proceda con una riorganizzazione delle attività gestionali che solo con una riforma strutturale si potranno adeguare alle sfide che derivano dalle nuove tecnologie. Lo scenario è quello di editori tradizionali, soprattutto cartacei, che devono adeguarsi. Già in parte lo stanno facendo con la previsione di pagine di giornali online. È necessario però un allineamento alle esigenze e agli interessi della società digitale. Verranno aperte delle strade nuove. Il mercato digitale è caratterizzato non soltanto dalla riforma sul Testo Unico sui servizi media audiovisivi. C’è anche un altro testo normativo, che entrerà in vigore a fine dicembre, che è quello contenente il Codice sulle Comunicazioni elettroniche; incide sulla tutela dell’utente ma soprattutto sull’accesso alle reti e sulle infrastrutture tecnologiche che sono il pre-requisito per garantire l’accesso alla rete telematica». 

È toccato al neo presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Roberto Gueli, richiamare l’attenzione sulla valenza dell’informazione di prossimità, sul ruolo che i professionisti del settore devono continuare a svolgere per garantire la qualità delle notizie e contrastare il fenomeno delle fake news, che circolano sui social. Il tutto in un contesto dove ormai è stata creata «l’illusione del giornalismo alla portata di tutti», così come ha precisato il caporedattore di Repubblica Sicilia, Carmelo Lopapa, e davanti a un problema di formazione e selezione dei giornalisti, di rinuncia per populismo al sostegno pubblico dato che «non ci può essere confronto con i social network che spengono l’informazione», ha chiosato Davide Camarrone di Rai Tre Sicilia.

Silenzio, in circa sei ore di dibattito, sul prossimo passaggio al digitale terrestre due, il DVB-T2. A catalizzare la discussione sono stati gli editori della carta stampata che hanno lamentato spese insostenibili davanti a vendite, nelle edicole, ormai verso il crollo. «In realtà ciò che accade – ha detto Gabriele Carapezza Figlia, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza della LUMSA di Palermo – con la digitalizzazione delle informazioni si viene a rompere quel legame tradizionale tra libertà di espressione e il raggiungimento dell’obiettivo, socialmente desiderabile, della verità dei fatti. Il crescere, infatti, dell’offerta informativa non determina nel nuovo ambiente digitale un accentuarsi del pluralismo e soprattutto devia il dibattito pubblico dalla verità dei fatti. Assistiamo a una trasformazione: dal cosiddetto mercato delle idee al mercato della verità».


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