«Le cose
vanno alla deriva e nessuno si muove, serve alzare la voce». E per fare rumore Biagio Susinni non poteva forse fare invito migliore. A celebrare domani pomeriggio in piazza assieme lui un simbolico funerale al terremotato Comune di Mascali, ci sarà «il generale della rivoluzione trash» – copyright de l’Espresso – Antonio Pappalardo, reduce da quella sortita sorprendente sulla nave Diciotti bloccata al porto di Catania dal ministro Matteo Salvini.
L’ex ufficiale dei carabinieri – ma anche politico di lungo corso – fondatore del
Movimento liberazione Italia, recluta così fra le sue «truppe» in battaglia per cacciare i politici dal «Parlamento abusivo» un immortale in tutti i sensi della politica etnea. E il 70enne Susinni, intenzionato com’è a dire ancora la sua, non vede l’ora di salire sul palco della sua città al fianco del generale aspirante leader degli indignati. L’uno reso celebre più dalle sue piazzate a favor di telecamera e social che dai risultati elettorali; l’altro in barba al suo sterminato curriculum giudiziario fatto di arresti, una condanna e inchieste dove compare fra gli indagati.
È Susinni il sindaco di Mascali finito in manette quando,
nel 1992, arriva il
primo scioglimento per infiltrazioni mafiose. È sempre lui consigliere nonché regista politico dell’amministrazione dell’amico Filippo Monforte quando, nel 2013, il governo Monti decreta il secondo scioglimento per mafia. A dicembre, poi, lo arrestano di nuovo. «Meno male che ci sono i tribunali, mi difendo lì dove le chiacchiere non hanno valore e finora è andata bene», ribatte l’ex repubblicano, poi socialista e infine lombardiano, a MeridioNews. Gli ultimi, ennesimi, intoppi giudiziari risalgono a questa primavera: il nome di Susinni spunta nei due procedimenti per voto di scambio, di cui uno con l’aggravante politico-mafiosa, che coinvolgono l’ex candidato sindaco a Catania Riccardo Pellegrino.
Ma il generale Pappalardo è
«
servo della Costituzione». Dunque il funerale si farà, e pazienza per i tribunali. Lui e Susinni si conoscono da anni: «Dai tempi del Psdi, lui era deputato – ricorda l’ex sindaco – e poi ci trovammo assieme nell’Mpa di Lombardo, qualche anno dopo». Il comizio però non è questione d’amicizia: «Sono siciliano e conosco bene le vicende di Mascali, i carabinieri non sono amici di nessuno, solo amici del popolo – incalza Pappalardo al telefono – e rispettano la Carta costituzionale. Se Susinni avrà condanne definitive lo allontanerò, stia tranquillo, ma per adesso non ci fermiamo».
Questo surreale duo, nonostante tutto, punta in alto. Il generale ex Forcone con vitalizio da parlamentare ha arrestato su YouTube Laura Boldrini e persino il presidente Mattarella, aspirando alla rivoluzione che ripristini la «vera sovranità del popolo». L’ex sindaco con vitalizio da deputato Ars sogna la rivincita politica: «Mi hanno accusato di tutto, ma adesso Mascali e i paesi vicini stanno morendo e se non ci muoviamo finirà tutto». Il contesto, come al solito, non è granché. Appunto, «da funerale». L’ex segretario comunale di Mascali è stato arrestato a fine agosto con l’accusa di aver intascato quasi 100mila euro di fondi dell’ente. Il giorno prima, il consiglio era stato sospeso dopo che l’aula aveva respinto il rendiconto 2016 viziato, secondo l’opposizione al sindaco Luigi Messina, proprio da quell’ammanco. Susinni, ma vuole ricandidarsi? «La mia carriera l’ho fatta, ma da cittadino voglio dare ancora il mio contributo. Ho dato lavoro per 25 anni a tutto il territorio, anche i giovani dovrebbero venire ad ascoltarmi, ho sistemato le loro famiglie e tanta gente». Appuntamento in piazza Duomo alle 18.30.
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