Walter ha 23 anni, è alto 1,86 ed è laureato in Scienze politiche. Oltre a quello dello sport sin da giovanissimo ha coltivato l'hobby per la moda e lo spettacolo. Per il padre, che è candidato sindaco, «è la speranza per la ripartenza di tutta la comunità»
Il figlio di Lanfranco Zappalà è stato eletto Mister Italia «Per me è un grande onore rappresentare la mia Catania»
È il catanese Walter Zappalà il Mister Italia 2022. Walter ha 23 anni, è alto 1,86 metri e ha i capelli mori. Laureato in Scienze politiche, sin da giovanissimi ha avuto l’hobby non solo dello sport (nuoto, calcio e judo) ma soprattutto per la moda e lo spettacolo. La proclamazione è avvenuta ieri sera a Pescara con la giuria presieduta da Nathalie Caldonazzo. A incoronare il nuovo Mister Italia c’era anche l’ex vincitore del concorso Luca Onestini che, insieme a Jo Squillo, ha condotto la finalissima nazionale. «Devo ancora realizzare quanto è accaduto – commenta il neo Mister Italia catanese – La prima dedica va ovviamente alla mia famiglia: la prima telefonata è arrivata da casa con mia madre Anna e mia sorella Ginevra in lacrime dalla gioia, mentre a Pescara con me c’è mio padre Lanfranco».
Walter è, infatti, il figlio di Lanfranco Zappalà. Il vicepresidente del Consiglio comunale di Catania che, dopo trent’anni tra gli scranni del civico consesso, adesso ha deciso di scendere in campo in un altro ruolo: quello di candidato a sindaco della città di Catania. Il suo è il nome che ha dato ufficialmente il via alla campagna elettorale in vista delle Comunale del 2023, ancora prima che il sindaco sospeso Salvo Pogliese decidesse di dimettersi. «È per me un grande onore rappresentare la mia Catania come Mister Italia – ha aggiunto Walter dopo avere indossato la fascia di Volto più bello – non solo per le mie qualità fisiche, ma anche umane e professionali. Spero che questo titolo mi offra la possibilità di mettere in campo e migliorare tutte le qualità, le capacità e le competenze che ho acquisito finora». Ma è papà Lanfranco a vedere nella vittoria del figlio «un auspicio per la tanto desiderata ripartenza economica e sociale di un’intera comunità». Magari nella speranza di indossare anche lui presto una fascia.