Il dirigenti del PD di Palermo trovano eccessiva la pressione fiscale. Perché non ne parlano a Letta?

INVECE DI FARE DEMAGOGIA SU IMU, TARES E TASSE VARIE, I CONSIGLIERI COMUNALI E IL SEGRETARIO PROVINCIALE DI QUESTO PARTITO DOVREBBERO COSTRINGERE IL GOVERNO NAZIONALE A FAR APPLICARE IN SICILIA LA LEGGE SUL FEDERALISMO FISCALE. FACENDO ARRIVARE AI NOSTRI COMUNI I SOLDI DELLA PEREQUAZIONE INFRASTRUTTURALE E FISCALE

A Roma il PD massacra gl’italiani con le tasse e penalizza i Comuni siciliani non applicando la legge sul federalismo fiscale. A Palermo i dirigenti locali del PD lamentano una pressione fiscale eccessiva a carico dei palermitani. Facendo finta di non sapere che la responsabilità della pressione fiscale sui cittadini è, in primo luogo, del Partito del quale fanno parte. Morale: quella dei dirigenti del PD di Palermo si chiama demagogia allo stato puro.
Leggiamo insieme cosa dicono questi signori del PD di Palermo, con riferimento al  Segretario provinciale, Carmelo Miceli, e ai consiglieri del Gruppo del PD al Comune.
“La crisi economica più dura dal dopoguerra ad oggi si abbatte anche sulle famiglie e sull’economia palermitana. La prossima settimana, centinaia di migliaia di famiglie palermitane dovranno confrontarsi con l’ingorgo tributario dell’IMU, quarta rata TARSU 2012 e TARES 2013. Tale coincidenza non può non avere ricadute negative sull’economia palermitana che subirà l’ennesima frenata, in un momento, quello delle festività natalizie che dovrebbe svolgere il naturale compito di volano economico”.

“Questa situazione – prosegue la nota – è vissuta dalla cittadinanza in modo oltremodo negativo per la presenza di rifiuti nelle nostre strade, per noi chiaramente causati dalla criminale gestione di AMIA delle Giunte di centrodestra, per la gente comune un disservizio insopportabile che il Comune scarica sui cittadini che devono pagare un tributo iniquo ed oltremodo odioso”.
“Il Gruppo Consiliare del PD, insieme con le altre forze del centrosinistra presenti in Consiglio comunale, ha segnalato la situazione di emergenza, proponendo soluzioni per diluire nel tempo, sino al primo semestre 2014, il pagamento della Tares e rendere il tributo più equo e utile nel senso dell’adesione dei cittadini alla partecipazione virtuosa alla raccolta differenziata”.
“Fare il Sindaco di Palermo è un compito difficilissimo, nessuno si sogna di addebitare la responsabilità dei problemi di Palermo all’attuale Sindaco. Ma oggi, dal Sindaco, attendiamo una risposta alla nostra proposta che sappia interpretare le esigenze di questa città e – concludono – sappia unire le forze progressiste”.

Primo: i palermitani sono certo interessati alla diluizione: ma sono ancora più interessati alla riduzione della pressione fiscale. Che è possibile: basta applicare una legge che è stata applicata nelle Regioni a Statuto ordinario, ma non è stata applicata in Sicilia, Regione a Statuto speciale.
Parliamo della legge sul federalismo fiscale. Questa legge viene applicata in Sicilia – prima dal Governo Monti e ora dal Governo Letta – a senso unico: vengono ridotti i trasferimenti finanziari ai nostri Comuni, ma non viene riconosciuta né la perequazione infrastrutturale, né la perequazione fiscale.
Questi due regimi perequativi esistono, sono cioè previsti dalla legge nazionale sul federalismo fiscale per attenuare – e se le condizioni lo consentono, per annullare – gli effetti negativi dovuti ai mancati trasferimenti. Ma come già detto, questa legge in Sicilia non viene applicata.
Sapete perché? Perché demanda al “previo parere” della Conferenza Stato-Regione l’applicazione di questa legge, visto che la Sicilia è Regione a Statuto speciale. Senza questo parere la legge non si applica. E sapete perché non arriva questo parere? Perché i componenti della Commissione Stato-Regione romani – cioè dello Stato – si rifiutano, in combutta con il Governo nazionale, di esprimere questo parere. Così lo Stato si tiene i soldi dei Comuni siciliani. Una truffa romana ai danni dei Comuni siciliani.
La stessa cosa fanno con i fondi della sanità: parliamo dei soldi in più che dal 2009 Roma si tiene per aver portato la quota di compartecipazione della Regione siciliana alle spese sanitarie dal 42 per cento circa a quasi il 50 per cento.
Anche in questo caso – e parliamo di centinaia di milioni – la legge finanziaria nazionale del 2008 prevede la perequazione con il riconoscimento alla nostra Regione di una quota delle accise sugli idrocarburi, “previo parere della Conferenza Stato-Regioni”: parere che, anche in questo caso – ma guarda un po! – non arriva.
In tutto questo teniamo a Roma un Ministro della Pubblica amministrazione – Giampiero D’Alia – che forse è persino laureato in Giurisprudenza, che fa finta di nulla. Come fanno finta di nulla i parlamentari nazionali eletti in Sicilia: parlamentari di tutti i Partiti.

I consiglieri comunali del PD di Palermo e il neo segretario provinciale non conoscono questi fatti? Male. Svolgono male il ruolo di amministratori comunali.
Sanno tutto e non dicono nulla? Peggio: significa che sono ‘ascari’.

Possiamo permetterci un consiglio? Chiamatevi i vostri parlamentari nazionali – deputati della Camera e Senatori, quelli che si mettono in tasca 20 mila euro al mese – e invitateli a fare il loro mestiere: e cioè difendere gli interessi della Sicilia, costringendo il Governo Letta a far funzionare la Conferenza Stato-Regione, facendo arrivare ai Comuni siciliani i fondi della perequazione infrastrutturale e fiscale.

Ah, dimenticavamo: in occasione della prossima campagna elettorale – parliamo delle elezioni europee – questa storia la racconteremo ogni giorno, fino alla nausea, per far sapere a tutti i cittadini siciliani chi è che sta danneggiando i Comuni della nostra Isola.

Sapete, cari consiglieri comunali del PD di Palermo


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