Lultimo libro di camilleri è stato qualche anno fa. Lho comprato, comprato dalla copertina: un particolare, stampato in cartamatta, de la strada di balthus, la retrocoperta si distende sulla prima pagina a lenzuolo, accoglie lintera riproduzione. Il dorso di tela nera avvolge coperta e quartacoperta, questultima dello stesso arancione di certi dettagli del quadro. Cose che rizzoli quando vuole sa fare. Questa edizione di altri tempi è la tripla vita di michele sparacino (il centosettantatreesimo della lista se i miei assistenti hanno contato bene). Di lui si potrebbe dire quanto oreste del buono diceva di rainer werner fassbinder: ah un fassbinder senza un produttore! (faceva un film a notte, una pera a notte). Non sono un collezionista, il collezionismo è come la mononucleosi, ti si appiccica, lappiccichi. I lettori di camilleri una setta di filatelici che si vedono ogni giorno da bartolo e stentano a uscire dal suo negozio per via della colla. Il collezionista è obbligato a cercare, io ogni tanto trovo. Forse anche io collezionista, ma di cose che non si assomigliano, un trovarobe senza mestiere né bussola. I libri li manutengo, appena comprati li sformo, anche quelli che non leggo subito o non leggerò mai. Così vivono. Non vive al primo morso da marciapiedi una mafalda calda? adesso cho li-pad, lo impronto, lo sudo, lo lacrimo, lo sputo ma se lo lancio a terra mi crolla una parete di libreria addosso. Se non lo scaravento basta un pannetto e la libreria torna in piedi. Lavessi avuto lanno scorso li-pad la tripla vita di michele sparacino non lavrei comprato. Lho fatto per la sua confezione malmenabile, guardandomi le spalle come al bancomat, vergognandomi frontalmente con la commessa, obbligata a digitare titolo e autore al computer. Alle commesse i clienti non chiedono titoli ma gli ultimi di camilleri, una novazione che sostituisce lultimo. I suoi libri infatti escono due alla volta, il giorno degli specchi + la setta degli angeli, e le commesse non avranno bisogno di ricordare i titoli, al riparo per un buon trimestre. Alla giovin commessa avrei voluto spiegare ma la fretta di non essere spifferato era tale che nel medesimo tempo pago e sono allaria aperta. La confezione è tutto ma, nei libri di cui stiamo declamando il de profundis, la seconda regola è la prima proposizione. Superata la prova della confezione di cui camilleri ha nessun merito (viva lart director francesca leoneschi), passiamo alla seconda, quella dellincipit. Comincia così: michele sparacino vinni alla luci alla mezzanotti spaccata tra il tri e il quattro di ghinnaro del milli e ottocento e novantotto. per chi suona camilleri? per i siciliani che vogliono essere riconosciuti dagli italiani? i miei accigliati assistenti, dopo avermi sottolineato lobbrobrio vernacolare, il tri anziché u tri o lu tri, mi suggeriscono di abbandonare lo studio dentistico perché qui si fa solo mercanzia di denti.
Il cucchiaio nelle orecchie – Per chi suona Camilleri
Lultimo libro di Camilleri è stato qualche anno fa. Lho comprato, comprato dalla copertina: un particolare, stampato in cartamatta, de La strada di Balthus, la retrocoperta si distende sulla prima pagina a lenzuolo, accoglie lintera riproduzione. Il dorso di tela nera avvolge coperta e quartacoperta, questultima dello stesso arancione di certi dettagli del quadro. Cose che Rizzoli quando vuole sa fare. Questa edizione di altri tempi è La tripla vita di Michele Sparacino (il centosettantatreesimo della lista se i miei assistenti hanno contato bene). Di lui si potrebbe dire quanto Oreste del Buono diceva di Rainer Werner Fassbinder: ah un Fassbinder senza un produttore! (faceva un film a notte, una pera a notte). Non sono un collezionista, il collezionismo è come la mononucleosi, ti si appiccica, lappiccichi. I lettori di Camilleri una setta di filatelici che si vedono ogni giorno da Bartolo e stentano a uscire dal suo negozio per via della colla. Il collezionista è obbligato a cercare, io ogni tanto trovo. Forse anche io collezionista, ma di cose che non si assomigliano, un trovarobe senza mestiere né bussola. I libri li manutengo, appena comprati li sformo, anche quelli che non leggo subito o non leggerò mai. Così vivono. Non vive al primo morso da marciapiedi una mafalda calda? Adesso cho li-pad, lo impronto, lo sudo, lo lacrimo, lo sputo ma se lo lancio a terra mi crolla una parete di libreria addosso. Se non lo scaravento basta un pannetto e la libreria torna in piedi. Lavessi avuto lanno scorso li-pad La tripla vita di Michele Sparacino non lavrei comprato. Lho fatto per la sua confezione malmenabile, guardandomi le spalle come al bancomat, vergognandomi frontalmente con la commessa, obbligata a digitare titolo e autore al computer. Alle commesse i clienti non chiedono titoli ma gli ultimi di Camilleri, una novazione che sostituisce lultimo. I suoi libri infatti escono due alla volta, Il giorno degli specchi + La setta degli angeli, e le commesse non avranno bisogno di ricordare i titoli, al riparo per un buon trimestre. Alla giovin commessa avrei voluto spiegare ma la fretta di non essere spifferato era tale che nel medesimo tempo pago e sono allaria aperta. La confezione è tutto ma, nei libri di cui stiamo declamando il de profundis, la seconda regola è la prima proposizione. Superata la prova della confezione di cui Camilleri ha nessun merito (viva lart director Francesca Leoneschi), passiamo alla seconda, quella dellincipit. Comincia così: Michele Sparacino vinni alla luci alla mezzanotti spaccata tra il tri e il quattro di ghinnaro del milli e ottocento e novantotto. Per chi suona Camilleri? Per i siciliani che vogliono essere riconosciuti dagli italiani? I miei accigliati assistenti, dopo avermi sottolineato lobbrobrio vernacolare, il tri anziché u tri o lu tri, mi suggeriscono di abbandonare lo studio dentistico perché qui si fa solo mercanzia di denti.