Dietro lo striscione su cui campeggia la scritta Liberi corpi, Libera terra studentesse, lavoratrici, precarie, lavoratrici dello spettacolo manifestano il proprio netto e determinato No alla violenza maschile, di genere e razzista
Il corteo delle donne invade le strade della città «Lotta contro violenza, precariato e sfruttamento»
In occasione della giornata di mobilitazione nazionale indetta dalla piattaforma femminista Non una Di Meno, a Palermo un migliaio di donne sfilano lungo le strade del centro storico della città aderendo al corteo indetto dalla Assemblea contro la violenza maschile sulle donne. Dietro lo striscione su cui campeggia la scritta Liberi corpi, Libera terra studentesse, lavoratrici, precarie, lavoratrici dello spettacolo manifestano il proprio netto e determinato No alla violenza maschile, di genere e razzista e, «dunque, ai governi che la legittimano con logiche, tradotte nella pratica in proposte di legge, fortemente patriarcali e maschiliste che mirano a schiacciare e ridurre al silenzio il legittimo diritto delle donne all’autodeterminazione», si legge in una nota diffusa in serata.
Continua dunque lo stato di agitazione permanente del movimento globale femminista che, a due anni di distanza dalla sua nascita, non accenna a fermarsi e sfrutta ogni singola occasione per ribadire la natura strutturale della violenza maschile e la necessità di porre e riconoscere una relazione fra sfruttamento, sessismo e razzismo per mirare alla liberazione di tutte le persone oppresse. «La nostra lotta contro la violenza è anche una lotta contro la precarietà e lo sfruttamento – afferma Claudia Borgia, esponente dell’Assemblea Contro la Violenza Maschile sulle Donne – contro il razzismo praticato in nostro nome. La violenza contro le donne non ha colore: è sempre violenza maschile». Patriarcato e razzismo, tuona chi protesta «sono due facce della stessa medaglia, noi rifiutiamo la paura, l’odio e la violenza del decreto Salvini. Contro le donne si scaglia il Ddl Pillon su affido e mantenimento dei figli per difendere la famiglia tradizionale e ristabilire ruoli e gerarchie di genere che negano la nostra autodeterminazione. Mentre dichiara di voler porre fine alla povertà, questo governo pianifica misure che intensificano la precarietà e accentuano la dipendenza economica che ci espone ancora di più alla violenza e alle molestie sul lavoro».
L’appuntamento di oggi è un’altra tappa di un percorso di lotta e sensibilizzazione che negli anni è stato portato avanti dalle donne dell’Assemblea nelle scuole e nelle università, nelle strade e nelle piazze. E in merito alla pubblicità comparsa nuovamente in città e sanzionata dalle donne dell’Assemblea «come mai l’amministrazione non ha ancora rimosso i cartelloni pubblicitari come hanno fatto a Milano? – aggiunge Borgia -. Nonostante la maggioranza dica di essere contro la violenza sulle donne, nei fatti non interviene e sta con le mani in mano. Crediamo fermamente nel necessario protagonismo delle donne che senza se e senza ma prendono posizione, lo stato di agitazione permanente è una risposta diretta, una sfida allo status quo e mira a scandire una temporalità nuova delle nostre lotte che va al di là delle grandi scadenze».