Un'interessante riflessione di un giornalista d'inchiesta. Che spiega tante cose
Il ‘corpo speciale’ che fomenta gli scontri: come quelli di qualche giorno fa a Roma
UN’INTERESSANTE RIFLESSIONE DI UN GIORNALISTA D’INCHIESTA. CHE SPIEGA TANTE COSE
Il giornalista investigativo Marco Gregoretti scrive a proposito dei disordini che si verificano spesso nei cortei di manifestanti alcune note interessanti, sulla scorta di sue ricerche ed indagini approfondite, che ci è sembrato utile e stimolante riportare, anche se in maniera sintetica.
Un gruppo segreto che agisce dietro le linee dei cortei. Uomini che oggi indossano la kefia o la sciarpa per nascondere la faccia, gli stessi che in passato indossavano il mefisto e vestivano l’eskimo, cioè il ritratto del moderno black block. Costoro, normalmente schierati in coda ai cortei, lanciano biglie di ferro con le fionde , bombe molotov e sassi contro i poliziotti in assetto antisommossa. I poliziotti in servizio d’ordine non sanno che quei giovani antagonisti sono…”.
Noi evitiamo di scrivere simboli e nomi.
“Questi giovani ‘antagonisti’ sono quelli che hanno ucciso Giorgiana Masi, che hanno provocato i disordini di Genova in occasione del G8 del 2001 e sono gli stessi che hanno provocato gli scontri nei giorni scorsi a Roma in occasione del corteo dei senza casa, del movimento No Muos, quelli del No Tav ed altri movimenti che testimoniano il diffuso disagio sociale”.
“Si tratta di agenti, persone per bene, addestrati a tale compito con la nobile motivazione che il loro impegno serve a ‘difendere la democrazia’. Essi sono agli ordini del… ed intervengono quando da quella sede si ritiene che le manifestazioni potrebbero incidere sulle azioni di governo e pertanto vanno represse e le loro istanze nascoste alla pubblica opinione per il prevalere nella discussione pubblica degli episodi di violenza di cui i manifestanti sono autori e ciò fa ‘notizia’ più dei contenuti e delle rivendicazioni popolari.
Gregoretti sostiene che l’ispiratore di questa metodologia è stato un politico italiano del passato legato a Gladio.
Questi uomini ombra vengono impiegati per lavori sporchi in difesa della ‘ragion di Stato’, hanno dotazioni d’ordinanza, ma non compaiono in nessuna burocrazia ministeriale.
Fin qui Gregotti. A noi, alla luce di quello che abbiamo letto, sembra di essere in presenza di una esperienza già conosciuta a proposito della banda dei Gladiatori. I componenti scelti dall’organizzazione paramilitare Gladio costituita in accordo con i servizi di intelligence statunitensi allo scopo di attivare la guerriglia anticomunista, laddove il Partito Comunista Italiano avesse vinto le elezioni in Italia. Questo perché il verificarsi di tale eventualità avrebbe alterato gli equilibri internazionali dell’imperialismo americano e ciò, a qualunque costo non doveva, né poteva avvenire.
Si badi, si tratta di un’operazione ponderata in ‘difesa (con altri metodi) dell’ordine e della democrazia’. Operazione che non ha nulla a che vedere con le devianze all’interno della Polizia di Stato come ‘quelli della uno bianca’ o la vile aggressione nei confronti dei manifestanti contro il G8 mentre tranquillamente dormivano nelle aule della scuola Diaz a Genova.
E’ un corpo che viene impiegato ogni qualvolta è il caso di alzare la temperatura politica del Paese attraverso l’attivazione della strategia della tensione.