Il decreto legislativo 175 del 2016 o Testo Unico in materia di Società a Partecipazione Pubblica impone infatti ai comuni di tagliare i rami secchi predisponendo «un piano di riassetto delle partecipazioni dirette o indirette per la loro razionalizzazione, fusione o soppressione, anche mediante messa in liquidazione o cessione»
Il Consiglio applica il decreto Madia sulle partecipate Liquidate quote Teatro al Massimo e Patto di Palermo
Il Consiglio comunale di Palermo applica il decreto Madia sulle partecipate approvando la cessione delle quote di due società, il Teatro Stabile al Massimo e Patto di Palermo. Il decreto legislativo 175 del 2016 o Testo Unico in materia di Società a Partecipazione Pubblica impone infatti ai comuni di tagliare i rami secchi predisponendo «un piano di riassetto delle partecipazioni dirette o indirette per la loro razionalizzazione, fusione o soppressione, anche mediante messa in liquidazione o cessione».
Il piano di riassetto delle aziende va presentato ogni anno e l’articolo 20 del D.Lgs. presenta rigidi paletti: le partecipate vanno fuse o liquidate se risultano prive di dipendenti o hanno un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti, se svolgono attività analoghe o simili a quelle svolte da altre partecipate, se nel triennio precedente hanno conseguito un fatturato medio non superiore a un milione di euro, se hanno prodotto un risultato negativo per quattro dei cinque esercizi precedenti e se c’è la necessità di contenere i costi di funzionamento. Le eccezioni a queste condizioni sono contenute nell’articolo 4: sono salve le partecipazioni in aziende che producono un servizio di interesse generale, che progettano o realizzano un’opera pubblica sulla base di un accordo di programma fra amministrazioni pubbliche o un servizio d’interesse generale attraverso un contratto di partenariato, se autoproducono beni o servizi strumentali per l’ente e se offrono servizi di committenza.
È stata mantenuta la quota di partecipazione in Gesap «malgrado la gestione aeroportuale, per legge, non sia ritenuta un’attività strategica per il perseguimento degli obiettivi dell’ente – sottolinea il capogruppo di Sinistra Comune Giusto Catania -. Tale decisione risponde alla visione di una città che vuole investire sullo sviluppo del suo aeroporto e sulla promozione dell’economia turistica». Sarà messo in vendita invece, attraverso una procedura di evidenza pubblica, il 15 per cento delle quote del Teatro Stabile al Massimo con un valore nominale di 1.500 euro, perché «non svolge nessuna delle attività previste dall’articolo 4». Stessa sorte per il 43,21 per cento delle azioni nella consortile Patto di Palermo, con valore nominale di 4.321 euro, che sarà ceduto attraverso una procedura di evidenza pubblica con diritto di prelazione per i soci perché «ha un fatturato medio non superiore al milione di euro nel triennio precedente».
«Dopo l’approvazione dell’atto deliberativo sulla revisione straordinaria delle partecipazioni pubbliche, da parte del Consiglio comunale di Palermo, adesso il sindaco Leoluca Orlando nomini immediatamente il consiglio d’amministrazione della Rap – avverte Catania -, al fine di dare una guida ad una azienda che mostra forti criticità nell’erogazione del servizio. Da oggi l’amministrazione comunale può esercitare tutte le sue prerogative di controllo ed indirizzo sull’attività delle aziende partecipate e siamo sicuri che il Sindaco metterà mano alle difficoltà riscontrate in alcuni servizi». È saltata invece la discussione sulla delibera sulla rinegoziazione dei mutui.