Il consigliere aggiunto Thissera supera l’esame Un pensiero alla Francia: «La libertà è di tutti»

«Che hanno chiesto?». «Un po’ di articoli della Costituzione. Io avevo studiato, ma non era tanto difficile». Uno scambio di battute all’ordine del giorno se pronunciato tra due studenti nei corridoi di un dipartimento universitario. E invece a sentirsi rivolgere la fatidica domanda è stato Amal Thissera, consigliere aggiunto del Comune di Catania, eletto a novembre in rappresentanza dei cittadini di nazionalità extracomunitaria residenti a Catania. Commerciante, 31 anni, nato in Sri Lanka e da 16 anni residente a Catania, oggi ha sostenuto l’esame sulla costituzione italiana e sullo statuto siciliano. Un test che nei mesi scorsi ha suscitato polemiche e che oggi avrebbe imbarazzato lo stesso segretario generale del Comune, a capo della commissione esaminatrice. Insieme al consigliere aggiunto, a presentarsi all’orale volontariamente sono stati i due colleghi ordinari Agatino Lanzafame e Niccolò Notarbartolo. «Mi ha fatto piacere – commenta Thissera – Qualche minuto prima dell’esame abbiamo anche ripassato».

La necessità per Thissera di sostenere un esame è contenuta nell’articolo nove del regolamento comunale che disciplina l’elezione della figura del rappresentante dei cittadini extracomunitari in città. Un paragrafo che è stato frutto, a suo tempo, di un compromesso tra le varie anime del consiglio comunale. Nello specifico, a volere il test fu il gruppo Musumeci per Catania. «È una norma discriminatoria e incomprensibile, una bruttura figlia di un’ideologia distorta», commentava pochi giorni dopo l’elezione di Thissera il consigliere Pd Notarbartolo. «Trovo condivisibile che chiunque, italiano o straniero, viva nel nostro paese, specialmente se svolge funzioni istituzionali, non possa non conoscere la Costituzione e i principi fondamentali ai quali si ispira il nostro ordinamento. Ma proprio questi principi, ed in particolar modo il principio di uguaglianza, ci impongono di non discriminare le persone sulla base della loro nazionalità», gli faceva eco Lanzafame di Patto per Catania. E così oggi i due, come promesso, si sono presentati al test.

«Io non dico di essere contrario all’esame, ma non trovo giusto che un consigliere normale non lo faccia e che sia un regolamento apposito per gli extracomunitari», commenta Thissera. Che adesso attende il giuramento, «per poi vedere cosa potrò fare per i cittadini stranieri di Catania». La sua prima speranza è proprio la modifica del regolamento con cui è stato eletto. Non solo per il test sulla costituzione e sullo statuto, «che forse sarebbe meglio fare prima, ai candidati e non a chi viene eletto», spiega. A impensierire di più il consigliere aggiunto sono i tempi del mandato: «Due anni sono troppo pochi per poter fare qualcosa – commenta -, anche per i soldi spesi dal Comune per queste elezioni».

Ma nella mattinata del consigliere aggiunto c’è stato spazio anche per altri pensieri, lontani da Catania. In una foto scattata pochi minuti prima dell’esame, i tre – Thissera, Lanzafame e Notarbartolo, insieme a Emmanuel Sammartino dell’ufficio immigrazione della Cgil – posano sorridenti tenendo in mano il testo del primo comma dell’articolo 21 della Costituzione, dedicato alla libertà di pensiero. Un omaggio, all’indomani dell’uccisione di 12 persone – giornalisti, vignettisti e poliziotti – nella sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo per mano di tre uomini che, secondo i racconti dei testimoni, avrebbero affermato di fare parte di Al Qaeda. «Perché io sono contro i terroristi e la guerra. In Sri Lanka abbia l’esperienza di trent’anni di guerra civile e io sono contrario – conclude Amal Thissera – Ognuno deve avere la sua libertà e quello che stanno facendo… Ognuno deve lasciare l’altra gente libera».


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Eletto a novembre per rappresentare i cittadini extracomunitari residenti a Catania, Amal Thissera ha dovuto sostenere oggi il test di costituzione italiana e statuto siciliano. Insieme a lui, volontari, i consiglieri Lanzafame e Notarbartolo. In una foto, i tre posano con il testo dell'articolo 21 della Costituzione, in ricordo dei 12 morti nella sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo

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