Tanti i progetti realizzati dalla struttura voluta dal prete ucciso dalla mafia per togliere i giovani dalla strada e recuperare il quartiere. A dicembre sarà operativo un polo aggregativo per gli anziani, il sogno è costruire un asilo nido
Il centro Padre Nostro di Brancaccio compie venticinque anni «Festeggiamo con un timbro postale celebrativo di padre Puglisi»
Il centro Padre Nostro oggi compie venticinque anni e festeggia il compleanno con un annullo postale celebrativo dedicato a padre Pino Puglisi, che fu l’ideatore della struttura aggregativa nel quartiere Brancaccio e che per il suo impegno antimafia e per il recupero dei giovani del quartiere fu ucciso da Cosa nostra. Volontari e operatori del Centro, oggi pomeriggio, hanno allestito insieme a Poste Italiane, un gazebo nel foro Umberto I, in prossimità dell’area in cui stazionerà il carro di Santa Rosalia, per mostrare ai cittadini palermitani il timbro postale con l’effige di beato Pino Puglisi.
«Sono passati venticinque anni dalla fondazione del centro, praticamente le nostre Nozze d’Argento – dice Maurizio Artale, presidente del centro – Possiamo dire che il bilancio è positivo perchè abbiamo realizzato molte delle cose che padre Puglisi aveva in mente di mettere in atto. Manca ancora un asilo nido nel quartiere, ma ci stiamo lavorando, mentre siamo avanti con la realizzazione del centro aggregativo per anziani, proprio accanto alla parrocchia di San Gaetano, che dovrebbe essere operativo da dicembre». Artale ricorda gli atti vandalici e i furti che si sono susseguiti nel tempo, ma che non hanno intaccato la determinazione dei volontari del centro. «Ci sono stati degli ostacoli, ma noi abbiamo sempre denunciato e alla fine siamo riusciti a portare avanti i nostri progetti. Non sono lavori che si fanno in breve tempo, ma abbiamo realizzato molto impegnandoci e non mollando mai. Poi – afferma Artale – abbiamo la raccomandazione di padre Puglisi che ci guida dall’alto e ci dà la forza per continuare a fare il nostro lavoro e per migliorare la nostra terra».