L'artista, figlio del sanguinario boss Maurizio Zuccaro, è uscito dal carcere di Bicocca dove era detenuto dalla fine di marzo. L'inchiesta che porta il suo nome è stata chiusa una ventina di giorni fa e il gip ha deciso di fargli attendere il processo a piede libero
Il cantante neomelodico Andrea Zeta torna in libertà Indagini chiuse, giudice accoglie richiesta dei legali
Il cantante neomelodico Andrea Zeta è tornato in libertà. La notizia è di pochi minuti fa. L’artista si trovava rinchiuso nel carcere di Bicocca dalla fine di marzo, quando è stato arrestato con l’accusa di associazione mafiosa nell’ambito del blitz Zeta, inchiesta che proprio da lui prende il nome. A disporre la scarcerazione del giovane Filippo Zuccaro (è questo il suo vero nome) è stato il gip di Catania, dopo la chiusura delle indagini da parte della procura etnea, avvenuta circa venti giorni fa. I legali di Andrea Zeta hanno quindi presentato la richiesta di reimmissione in libertà, che stavolta è stata accolta. Era stata rigettata, invece, l’istanza di Riesame. Mentre nelle prossime settimane si svolgerà l’udienza in Cassazione dopo l’ulteriore ricorso presentato dai suoi avvocati difensori.
Secondo la procura, lui e il fratello Rosario (che però resta in carcere) avrebbero controllato gli affari della famiglia Santapaola-Ercolano facendo le veci del padre, il sanguinario boss Maurizio, ergastolano e detenuto nel carcere di Milano-Opera. Al centro dell’indagine dei magistrati etnei c’è l’affare Ecs dogana club. La discoteca all’interno della Vecchia dogana sarebbe stata oggetto di una doppia attenzione della malavita: da un lato il clan Cappello capeggiato da Massimiliano Salvo e dall’altro la famiglia Santapaola-Ercolano nelle vesti, in particolare, di Maurizio Zuccaro.
La tensione tra le due cosche avrebbe cominciato a salire quando Zuccaro avrebbe tentato di imporre la sicurezza nella struttura, nonostante quest’ultima fosse già taglieggiata dai Cappello. Per dirimere la questione, nel lontano 2016, si sarebbe tenuto un vero e proprio summit: Salvo da una parte e Zuccaro dall’altra per contendersi il locale. Ad aleggiare sull’intera questione sarebbe stata la figura di Maurizio Zuccaro. Boss nei confronti del quale anche il clan avverso avrebbe provato «rispetto».