Martin Scorsese ritorna al genere che più gli è affine, quello del gangster movie e lo fa ispirandosi a un film cinese del 2002, Infernal Affairs
Il bene e il male di Scorsese: The Departed
Titolo: The Departed – Il bene e il male
Regia: Martin Scorsese
Soggetto: Siu Fai Mak, Felix Chong
Sceneggiatura: William Monahan
Fotografia: Micheal Ballahaus
Musiche: Howard Shore
Montaggio: Thelma Shoonmaker
Interpreti: Jack Nicholson, Leonardo Di Caprio, Matt Damon
Produzione: Cappa Productions, Plan B Productions Inc., Vertigo Entertainment, Warner Bros.
Origine: U.S.A.
Durata: 149
Boston. È in atto una guerra tra la polizia locale e una banda della malavita organizzata. Billy Costigan, giovane poliziotto in incognito, riceve l’incarico di infiltrarsi nella gang capeggiata dal boss Frank Costello. Mentre Billy guadagna rapidamente la fiducia di Costello, Colin Sullivan, infiltrato nel dipartimento di polizia come informatore della gang, guadagna una posizione di rilievo nell’unità speciale di investigazione. In entrambi gli ambienti diviene sempre più evidente la presenza di una spia così Billy e Colin cominciano a sentirsi in pericolo. Entrambi, per salvarsi dovranno scoprire lidentità dellaltro.
In questo film Scorsese abbandona degli elementi a lui cari nei precedenti film. Primo fra tutti lo sfondo, a New York viene, infatti, preferita Boston. Inoltre qui non è più protagonista la mafia italiana ma la malavita irlandese.
Il regista ci mostra il bene e il male visti dallinterno delle due fazioni opposte: la criminalità e la legge. Stabilire chi rappresenta il bene e chi il male è quasi impossibile, in fondo in entrambi i mondi non ci si può fidare di nessuno. Ciò che vuole presentarci è questo eterno dualismo tra la verità e la menzogna, tra lealtà e tradimento, tra vita e morte.
La narrazione è lineare, le vite di Billy e Colin ci vengono presentate in modo parallelo, quasi a voler raffigurare luno il bene e laltro il male. Ciò che incuriosisce e attrae lo spettatore è che i due personaggi sanno della possibile esistenza dellaltro ma non si sono mai visti.
Per sottolineare questa lotta continua tra bene e male, Scorsese gioca molto con le tinte scure e utilizza diversi primi piani, spesso in ombra, dei protagonisti.
Le ballate irlandesi in chiave rock mantengono alto il tono del racconto. Le musiche curate da Howard Shore, sono un mix di inediti e canzoni di successo tra cui spicca Let it Loose dei Rolling Stones.
La triade di attori principali alla corte di Scorsese non delude. Nicholson, data anche la maggiore esperienza, è quello che spicca di più. Riesce a interpretare il boss Costello in maniera magistrale, tanto divertente, con le sue battute sarcastiche, ma altrettanto terrificante con la sua faccia da diavolo. Di Caprio, al terzo film con Scorsese, merita un applauso, dimostra la sua crescita, interpretando con molta sensibilità un personaggio fragile e sofferente. Un po sottotono rispetto agli altri due, appare invece Matt Damon, ma non è da considerarsi negativa la sua performance.
Un discorso a parte meriterebbe anche il gruppo dei paladini del bene (Alec Baldwin, Martin Sheen, Mark Wahlberg) protagonisti delle scene più divertenti del film ma anche fondamentali per lo sviluppo dell’intreccio. La presenza di un gran numero di personaggi garantisce un intreccio particolarmente ricco, che non annoia lo spettatore e aggiunge elementi di novità rispetto al film da cui è tratto.
Nonostante sia un remake, le novità in sceneggiatura e il tocco personale del regista rendono questo film davvero vicino al capolavoro.