Che meraviglia il baciamano a Cateno De Luca. Appena ho visto lo scatto ho urlato dalla gioia. Siamo nella sottomissione al potere (poteruncolo, a dire la verità) più assoluta, siamo proni, sottomessi, affamati, schiavi, senza alcuna dignità, di fronte al potere. Ma mica questo poverello (non si offenderà, qualunque essere umano che bacia la mano […]
Foto di Parmira Mancuso - Messinaora
Il baciamano a Cateno De Luca? Una Sicilia schiava (e schiavista) che si china a un potere zaurdo
Che meraviglia il baciamano a Cateno De Luca. Appena ho visto lo scatto ho urlato dalla gioia. Siamo nella sottomissione al potere (poteruncolo, a dire la verità) più assoluta, siamo proni, sottomessi, affamati, schiavi, senza alcuna dignità, di fronte al potere. Ma mica questo poverello (non si offenderà, qualunque essere umano che bacia la mano a un altro – al di fuori degli obblighi e delle credenze religiose – è un poverello – col quale divideremo il nostro panettello, direbbe il cardinale Sdummet) è l’unico, ma mica il delirio riguarda solo Cateno De Luca. Certo, De Luca, magari, è un po’ più zaurdello della media (non si offenderà per lo zaurdello, solo un parvenu del potere, un nuovo potente, una ex nullità, accetterebbe un baciamano in un’epoca in cui persino Papa Francesco li rifiuta con sdegno), ma questo è il potere in questa Africa chiamata Sicilia. Siamo dalle parti dello Zio Tom. Siamo dalle parti di Sylvie Lubamba che vuole mettere la propria «esperienza di donna, di artista e di negra al servizio del generale Vannacci» come mi ha detto in una intervista pubblicata da mowmag.com. Siamo nella terra dell’uomo prono a un altro uomo.
Ed è inutile che Cateno De Luca faccia sarcasmo contro la direttrice di Messinaora.it, Palmira Mancuso (il nome tradisce una cultura da compagna), che ha pubblicato – giustamente vergognandosene – lo scatto. Anche qui a Meridionews abbiamo una direttora e meno male che ci sono le femmine (femmine mi piace più di donne, anzi direi fimminuni) che denunciano questa riverenza al potere anche un po’ omosessuale repressa (tutti i fascismi sono omosessualità repressa, come adorare altrimenti un maschio brutto come Mussolini o Hitler, che, esteticamente, erano due cessi). E dire che, pubblicamente, su Dagospia e dappertutto, ho sempre litigato con quel gentiluomo di Vittorio Feltri per le sue idee sulla arretratezza culturale della Sicilia. Ma ribadisco una cosa: io sono d’accordo con Feltri; la Sicilia è un’africanità da Machete e Bingo Bongo e Zio Tom OSCENA, solo che fra un po’, anche Bergamo diventerà così; stiamo decadendo verso l’abisso e il signore (ah ah ah) che ha baciato la mano a De Luca non è diverso dal proprietario di fabbrichetta prono al potere politico della regione Lombardia, o Liguria, o Veneta. Dove si prendono fanciulle – cronaca degli ultimi giorni docet – e le si danno in pasto al Potere per agevolazioni di appalti e quant’altro. Certo, neanche le gentili donzelle sono pure e caste e etiche.
La verità è che l’Italia intera è una Africa immensa, una immensa America confederata, dove lo schiavismo è la regola e – democraticamente – non c’è differenza tra schiavi ne(g)ri e schiavi bianchi. Dove ha poco da fare lo spiritoso Cateno De Luca, dicendo «siamo finiti sul New York Times» perché io, sul Nyt, ci sono finito, più volte, e glielo dico: ma non ti vergogni a farti baciare la mano da questo Ciccio Cipolla che, giustificalo quanto vuoi, sembrava uno schiavo, un ne(g)ro, un umano senza dignità, in una Sicilia distopica e schiavista nella quale sono molto tentato di diventare leghista. Se non fosse che Matteo Salvini e il generale Roberto Vannacci sembrano, fisiognomicamente, due marocchini del cazzo, mentre io sono uno splendido normanno ariano, e vedere che a quel mezzo negretto di De Luca gli baciano addirittura la mano mi viene fuori il berserker ariano che è in me….
Ovviamente sto scherzando, ma non per quanto riguarda l’arretratezza bestiale e oscena di un essere umano che bacia la mano di un altro essere umano… Che orrore, e che meraviglia, quando la verità si svela così, d’emblèe, grazie a una semplice foto.