Il 28esimo anniversario della strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice insieme alla moglie, Francesca Morvillo e agli uomini della scorta Roco Dicillo, Vito Schifani e Antonino Montinaro, è forse tra i più intensi di sempre. Nessuna nave, nessuna manifestazione, ma tante persone unite a distanza
Il 23 maggio del silenzio è quello che fa più rumore Lenzuoli bianchi in tutta Italia per Giovanni Falcone
Un anniversario fuori dal comune, ma forse per questo più affascinante degli altri. Nessuna nave della legalità, nessun corteo e nessun evento all’aula bunker, solo lenzuola bianche che sventolano in silenzio nel giorno in cui 28 anni fa la mafia uccise Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonino Montinaro. E se le misure di sicurezza anti Covid hanno impedito grosse manifestazioni di piazza, per le strade di Palermo le finestre adornate sono tante quasi come nel 1992, anno della strage di Capaci e poco dopo di quella di via D’Amelio. Magari questa quarantena, questo allontanamento forzato gli uni dagli altri, è servito a cementare le coscienze più delle parate istituzionali e delle tanto criticate passerelle. Una commemorazione che oggi non è più solo palermitana, ma è per la prima volta davvero di tutta Italia.
I lenzuoli bianchi infatti non sventolano più solo a Palermo. In tantissimi hanno accolto l’appello di Maria Falcone, sorella del giudice ucciso da Cosa nostra. Drappo bianco calato accanto alle bandiere istituzionali, all’ingresso delle sedi di tutti i Consigli regionali e delle Province autonome, dalla Campania al Veneto, da De Luca a Zaia, da Santarelli a Emiliano. E poi il presidente della Repubblica Mattarella, quello del Consiglio Conte, i ministri, fino ai sindaci e ai parroci, come quello di Castellammare del golfo, che alle 17.58, l’ora dell’esplosione sul vicino tratto della Palermo-Mazara del Vallo, farà suonare le campane delle chiese. Tutto il Paese si unisce per una commemorazione che mai come oggi, nel suo irreale silenzio, riesce a fare rumore e a farsi sentire.
«Perché ogni giorno sia 23 maggio di ricordo e memoria di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo – commenta il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – occorre avere ogni giorno gratitudine e ammirazione, uniti a ricordo e memoria, per Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro e, con loro, per la Polizia di Stato e le Forze dell’ordine. Un ringraziamento oggi in particolare all’Ufficio scorte della Questura di Palermo, alla Squadra Mobile, all’indimenticabile Squadra Catturandi e a tutti coloro che sono impegnati ogni giorno per contrastare la mafia e il suo sistema di potere politico, affaristico e criminale». E sulla facciata del Comune di Palermo oggi sventola anche il drappo con l’opera del giovane artista palermitano Tv Boy, che ha regalato al municipio cittadino e a quello di Milano un drappo con l’effigie di Giovanni Falcone e la scritta È tempo di andare avanti.
«Questa iniziativa ha un fortissimo valore simbolico – continua Orlando – il simbolo di una sintonia e di una comunità di visione e progetto non solo con Milano ma con tutta l’Italia delle comunità locali impegnate a combattere le mafie. È il simbolo di come la cultura e l’arte, in questo caso quella di tvboy, siano sempre un grande strumento per mantenere viva la memoria e costruire le comunità. Memoria e spirito di comunità indispensabili per far sì che la mafia non torni a governare Palermo come la governava tanti anni fa».