Ikea, c’è chi dice no

Gentile Redazione,
come ho già scritto sul vostro forum non condivido il taglio dell’articolo che è apparso nella vostra home page.

Ha aperto Ikea, il grande centro commerciale del nord Europa specializzato in mobili e tutti sono contenti, tutti festeggiano. Anche la stampa alternativa, tutto a posto.

Io devo comprare un armadio, di quelli economici, non ho grosse pretese, mi serve solo per fare il cambio stagionale. Un tempo sarei andato in via Plebiscito, avrei fatto un giro tra le varie botteghe grandi e piccole, rinomate per gli ottimi prezzi in fatto di mobili a buon mercato, alla fine avrei scelto e sarei tornato a casa a montare il mio armadio. Da oggi non più, da oggi c’è l’Ikea. E i piccoli commercianti di via Plebiscito e dintorni? Soccomberanno. Pian piano scompariranno, sotto il peso del colosso svedese.

Tutto questo significa una cosa molto semplice, che capirebbe anche un bambino: a poco a poco i piccoli commercianti diventeranno sempre più poveri e disperati, i proprietari dei grossi centri commerciali sempre più ricchi e potenti.

E quegli ex piccoli commercianti potranno tutt’al più sperare in un posto di lavoro in qualche grande centro commerciale. Perderanno tutta la loro autonomia, saranno costretti ad allestire un’esposizione che loro non hanno ideato, a vendere prodotti che loro non hanno acquistato, a rispettare orari che loro non hanno scelto. Insomma, diventeranno degli automi. Perché è questa la differenza tra essere un piccolo commerciante in proprio ed essere impiegato in una grossa azienda di cui non hai nemmeno mai incontrato e probabilmente mai incontrerai il “direttore mega-galattico”.

Intanto le tv e i giornali continuano a parlare di “crisi”, c’è la crisi, per questo tutto va male.
E cos’è la crisi? La crisi economica non è un virus che circola nell’aria, non è un bacillo che infetta le persone non vaccinate. No, la crisi economica è sempre la crisi di un sistema economico. Sono i sistemi economici che vanno in crisi, non è l’economia.

L’area metropolitana di Catania ha più metri quadri in grandi commerciali di quanti ce ne siano nell’area di Milano (fonte: “Impresa Informa”). Catania ha 750.000 abitanti, Milano 5.000.000. Eppure a Catania continuano a nascere nuovi centri commerciali. In questo senso Catania è una città già proiettata verso il futuro. Qui la piccola impresa, quella piccola impresa che è stata protagonista del “boom” economico degli anni ’60, è praticamente già morta.


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Un nostro lettore paventa le ricadute deleterie dell'apertura del grande negozio di mobili low cost sui piccoli commercianti della città. A lungo andare - scrive - «soccomberanno» e magari verranno assunti in posti come lo scatolone blu dove «saranno costretti ad allestire un'esposizione che loro non hanno ideato, a vendere prodotti che loro non hanno acquistato, a rispettare orari che loro non hanno scelto. Insomma, diventeranno degli automi»

Un nostro lettore paventa le ricadute deleterie dell'apertura del grande negozio di mobili low cost sui piccoli commercianti della città. A lungo andare - scrive - «soccomberanno» e magari verranno assunti in posti come lo scatolone blu dove «saranno costretti ad allestire un'esposizione che loro non hanno ideato, a vendere prodotti che loro non hanno acquistato, a rispettare orari che loro non hanno scelto. Insomma, diventeranno degli automi»

Un nostro lettore paventa le ricadute deleterie dell'apertura del grande negozio di mobili low cost sui piccoli commercianti della città. A lungo andare - scrive - «soccomberanno» e magari verranno assunti in posti come lo scatolone blu dove «saranno costretti ad allestire un'esposizione che loro non hanno ideato, a vendere prodotti che loro non hanno acquistato, a rispettare orari che loro non hanno scelto. Insomma, diventeranno degli automi»

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