Ibs Forex, aspettando la Giustizia

Ieri conferenza stampa convocata dai componenti della ex commissione consiliare d’inchiesta della Provincia regionale di Palermo sull’affare Ibs Forex. L’occasione per illustrare i dati di un lavoro certosino completato nel dicembre 2009. I consiglieri provinciali Silvio Moncada – che ha presieduto quella commissione – Luisa La Colla, Antonio Marotta e Giusi Scafidi hanno dettagliatamente illustrato le risultanze della loro inchiesta. Numeri e considerazioni già patrimonio di tutte le istituzioni competenti. Compresi i rappresentanti della Giustizia di Palermo. Solo he nessuno, fino ad oggi, è intervenuto sul merito di questa inquietante vicenda.
L’elemento di maggiore rilievo emerso dalla indagine consiliare, che reca la notizia di reato grande quanto un grattacielo, è che gli uffici dell’amministrazione provinciale, con a capo il direttore generale dottor Antonino Caruso, hanno impiegato risorse nella disponibilità dell’amministrazione (soldi che avrebbero dovuto essere utilizzati per investimenti in opere infrastrutturali), in operazioni finanziarie che, per statuto, non hanno nulla a che fare con le competenze della Provincia regionale. Vediamoli, i fatti.
L’amministrazione provinciale di Palermo, il cui presidente dell’epoca era l’onorevole Francesco Musotto (a proposito, ma come fa un presidente della Provincia a non sapere nulla di questa storia?) contrae prestiti obbligazionari per 83, 220 milioni per realizzare varie opere pubbliche. L’ammontare del mutuo è di gran lunga superiore al fabbisogno preventivato a scopo precauzionale, nel caso di maggiori costi che sarebbero potuti intervenire in corso d’opera. Di queste disponibilità si utilizzano immediatamente le quote necessarie ad avviare alcune delle opere preventivate.
In qualche modo (e sarebbe interessante scoprire in quale modo) il dottor Nicolò Xerra viene a conoscenza del fatto che la Provincia di Palermo dispone di questa liquidità e, qualificatosi come procacciatore d’affari per conto di alcuni istituti finanziari, propone al dottor Caruso la possibilità di utilizzare proficuamente queste risorse immobilizzate inutilmente. Al dottor Caruso la prospettiva non pare proprio peregrina. Accoglie, così, la sollecitazione ed opera gli investimenti suggeritigli attraverso la società d’intermediazione Si Life di Como con sede nello stesso edificio dove opera la Ibs Forex che, a sua volta, fa capo alla Swiss Life. L’ammontare complessivo dell’ ‘investimento’ è di 34 milioni e mezzo di euro. Domanda: un dirigente pubblico deve curare gli interessi della comunità o infilarsi in affari ‘rischiosi’ con il denaro pubblico?
Grazie alla ‘lungimiranza’ di Caruso – e dei vertici della Provincia regionale dell’epoca che gli hanno tenuto ‘bordone’ – la Provincia di Palermo non ha potuto realizzare alcuni investimenti in favore della comunità: tra questi, il centro ambientale di Monte Catalfamo di Bagheria per un importo di 1,8 milioni.
Da segnalare che l’intraprendenza del dottore Xerra non si è limitata agli investimenti finanziari presso la società-patacca di Ibs Forex, ma si è estesa anche alla movimentazione delle somme giacenti presso l’istituto di credito dove la Provincia intrattiene la propria attività di tesoreria, utilizzando le numerose banche o istituti finanziari e assicurativi per conto dei quali l’attivissimo dottor Xerra operava: e cioè la Banca popolare di San Paolo, la Ras bank, l’Ibs Forex, la Sai, la Swiss Life, l’Alpen bank e la Nuova Sim spa. Ad ogni passaggio di deposito delle somme movimentate lo Xerra lucrava la sua brava provvigione. Una pacchia.
L’ammontare di questi investimenti pare si aggirasse sui 165 milioni di euro. Non è da trascurare un’altra operazione messa in azione dall’amministrazione provinciale, sempre su suggerimento del dinamicissimo dottor Xerra: e cioè l’utilizzazione di 900 milioni di plusvalenze provenienti dalle giacenze finanziarie della Provincia impiegate presso la Nuova Sim, mai passate dalla tesoreria dell’amministrazione e quindi senza deliberazione degli organi di gestione dell’ente.
Questi i fatti in estrema sintesi. Illustriamo, adesso, qualche implicazione e qualche spigolatura. Intanto i personaggi. Del dottor Xerra abbiamo già detto. Del dottor Antonino Caruso possiamo solo dire che è fratello dell’altro Caruso, il dottor Giuseppe, ex questore di Palermo. Forse potrebbe essere questa coincidenza ad avere ‘congelato’ tutto? Noi confidiamo nella Giustizia, perché sappiamo che un fatto del genere non può finire a tarallucci e vino.
A merito del dottor Caruso va ascritto l’atto con il quale egli ha rassegnato le dimissioni dall’incarico che ricopriva nell’amministrazione provinciale di Palermo allorché la commissione ha concluso i propri lavori. Dimissioni che l’amministrazione non ha accolto, destinando lo stesso dottor Caruso ad altro incarico, reintegrandolo in qualità di direttore del settore Ambiente della stessa amministrazione. Quando si dice che non è bene privarsi dei talenti…
Poi ci sono i revisori dei conti Antonio Rotolo e Gloria Giuseppina Dalleo, che avrebbero dovuto almeno segnalare che l’amministrazione provinciale non è titolata a effettuare investimenti finanziari. Insomma, tali investimenti a fini di lucro (almeno sulla carta…) avrebbero dovuto essere revocati.
E il finale? La Ibs Forex ha fatto bancarotta ed i suoi dirigenti e manager sono finiti in manette. L’amministrazione provinciale di Palermo è il soggetto che da questa vicenda esce come il più danneggiato: ha perso i soldi, continuerà a pagare sino al 2030 le rate del mutuo di 83,5 milioni contratto con la cassa Depositi e Prestiti, non è in condizioni di fare nessuna opera per il territorio perché non ha soldi ed il patto di stabilità le impedisce di spenderne.
In buona sostanza, in atto la Provincia di Palermo è un ente assolutamente inutile. Pensiamo che a fronte di tale disastro non le resti altro da fare che costituirsi parte civile nel processo che avrà certamente luogo. Alla Giustizia, lo ripetiamo, il compito di perseguire i responsabili. Senza guardare in faccia nessuno.

 

Riccardo Gueci

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