I Sindacati nella Formazione: difendono i lavoratori o i datori di lavoro?

da Genny Russo
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ma è proprio vero che la colpa è sempre degli altri? Proviamo a fare il punto cerando di individuare i soggetti che hanno così duramente segnato la Formazione professionale in Sicilia.

In primis la politica. Detta così non dice niente. Negli anni, quando qualche politico non aveva nulla da dire o da fare, si dilettava a parlare o a sparlare di Formazione.S’improvvisava esperto del sistema.Presentava interrogazioni o interpellanze parlamentari, ordini del giorno all’ARS. Elaborava disegni di legge di riforma del settore. Sottoscriveva, senza nemmeno conoscere il contenuto, iniziative legislative. Dava udienza, in occasioni di scioperi o in prossimità d’elezioni, a gruppi d’operatori promettendo loro mari e monti.

Attenzione, il politico di cui parlo appartiene a tutti i partiti presenti all’Ars. Non c’è un partito o un solo deputato che si sia speso seriamente per il miglioramento e il rilancio del settore. Non se ne trova uno, nemmeno a cercarlo con i migliori cani da caccia, che si sia impegnato veramente per la razionalizzazione della spesa e la moralizzazione del settore. Così come sta accadendo con l’Avviso 20, ci sembra di assistere alla proiezione del famoso film ‘Zeta l’orgia del potere’. Tutte le istituzioni sanno vita morte e miracoli, ma nessuno interviene.

Non ci sono stati Governi, né di centro destra né di centro sinistra, che hanno mantenuto gli impegni assunti al momento del loro insediamento. Tutti hanno annunciato solennemente di voler riformare il sistema. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Sicuramente non sbaglio se affermo che le promesse, gli impegni e buoni propositi sbandierati si sono sempre puntualmente sciolti come neve al sole.

Per ultimo il Governo Lombardo. Tra le gli interventi annunciati e le cose fatte non c’è un minimo di continuità logica. Dopo un travaglio durato parecchi mesi, la Giunta capitanata dal Governatore catanese ha emanato la deliberà n° 350. Tutti i soggetti interessati hanno salutato positivamente l’atto d’indirizzo. Di fatto, la delibera contiene gli elementi essenziali di una vera e propria riforma amministrativa della Formazione.

Alla data odierna la delibera è rimasta lettera morta: un altro dei tanti annunci sbandierati ai quattro venti. Ma la mancata trasformazione della delibera in atti concreti è solo colpa del presidente Lombardo o dell’assessore al ramo, Mario Centorrino? A scanso d’equivoci sono loro i principali responsabili. Ma, secondo voi, non è lecito chiamare in causa CGIL-CISL-UIL? Questi non solo non hanno appoggiato le richieste dei lavoratori ma, cosa ancor più grave, non hanno condiviso anzi hanno criticato la delibera 350 nella parte in cui è prevista, per il personale rimasto parzialmente o totalmente privo d’incarico, la possibilità di essere utilizzato fuori del sistema formativo.

In seconda battuta. CGIL-CISL-UIL cosa hanno fatto? Qual è stato il loro ruolo? Quali interessi hanno difeso? Hanno condiviso le legittime attese dei lavoratori?

Vista l’attuale situazione in cui versa il sistema formativo ed in particolare lo stato di precarietà degli operatori, le risposte non possono che essere di profondo dissenso al loro operato. Per dirla in maniera chiara, non hanno fatto niente. Si sono limitati ad assecondare le linee politiche dei governi in carica, ricevendo come compenso il finanziamento dei loro Enti. Hanno in maniera vergognosa svolto il doppio ruolo di rappresentanti dei lavoratori e quello di datori di lavoro.

Si sono seduti nei tavoli di trattative difendendo i loro Enti, hanno sottoscritto contratti Nazionali di lavoro con i rappresentanti dei datori di lavoro che spesso erano i Presidenti dei loro Enti, hanno sottoscritti accordi a livello regionale con i Presidenti degli Enti, alcuni dei quali appartenevano ai loro Enti. Non hanno avuto il buon senso di applicare all’interno dei loro Enti i contratti nazionali e gli accordi regionali. Per loro tutto questo è normale, non rappresenta conflitto d’interesse .Per loro tutto questo è normalissimo. Per cambiare posizione o come usano dire, recitare un’altra parte in commedia, basta cambiarsi la giacca. Allo stesso tavolo di trattativa, una volta intervengono in difesa degli Enti, un’altra volta a difesa del sistema e poi se resta tempo parlano anche degli operatori.

In terza ed ultima battuta. Gli operatori, che sono spesso sono consapevoli di tutto questo, cosa hanno fatto e cosa vogliono fare da grandi?

Nessuno ce ne voglia. Noi condividiamo il dire che ognuno di noi ha quello che si merita. Per carità, certamente, sicuramente ci sono tanti operatori che si sono spesi per il miglioramento del settore. Certamente, sicuramente ci sono tanti operatori che hanno creduto e credono che prima di chiedere il diritto bisogna fare il proprio dovere. Ma ci sono pure quelli che continuano a preferire il privilegio al diritto e che considerano il dovere una cosa che devono fare gli altri.

Non pensiamo di sbagliarci se affermiamo che tra gli operatori del sistema ne esistono alcuni che hanno il doppio o il triplo impiego. Non diciamo oscenità se scriviamo che esistono operatori che si vantano di non avere necessità alcuna di questo lavoro. Non possiamo essere smentiti se affermiamo che l’unico sport preferito d’alcuni operatori è quello di assecondare e giustificare l’operato degli Enti.

Non c’è bisogno di essere dei maghi. E’ chiaro,in una situazione del genere quello che prevale è la rassegnazione. Affidiamo il nostro futuro al destino. Accettiamo il presente come una maledizione frutto delle altrui colpe.

Noi diciamo basta a tutto questo. Agli operatori che credono nel sistema e che hanno realmente bisogno di questo posto di lavoro un appello. Riprendiamoci quello che ci appartiene. Per prima cosa, la dignità.

Foto di prima pagina tratta da messinaweb.tv

 


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