I prefetti alla Giolitti contro il blocco Tir

“I prefetti potranno, come avvenuto oggi a Roma, far ricorso all’adozione di apposite e mirate ordinanze contingibili e d’urgenza” nel caso in cui “dovessero ancora verificarsi degli strascichi che compromettano la sicurezza della circolazione e l’incolumità delle persone”.
E’ quanto ha affermato il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, durante la sua informativa al Senato sul blocco dell’autotrasporto in Sicilia che si sta estendendo a tutta l’Italia. “Auspico che prevalga il senso di responsabilità in tutti gli attori della vicenda – ha concluso il ministro – affinché la situazione possa rientrare al più presto nella piena normalità, contribuendo alla sforzo di ripresa che è in atto nel Paese”. Insomma, sembra dire il ministro agli autotrasportatori, lo so che, con il caro-carburante ‘leccate la sarda’: ma la vostra fame non può certo bloccare l’Italia. Soffrite e sorridete.
“Gli eventi in Sicilia – ha aggiunto il ministro – sono costantemente seguiti dai prefetti da me coordinati. La situazione è al momento in via di normalizzazione, anche se in alcune zone dell’Isola permangono disagi. Laddove dovvessero verificarsi strascichi che compromettono la sicurezza dei trasporti e l’incolumità dei cittadini, i prefetti potranno far ricorso ad apposite misure di sicurezza”. Quali? Non si capisce. O forse sì: bastone e carota: “I disagi siciliani ha detto sempre il ministro – vanno affrontati coniugando fermezza e dialogo”. Bastone e carota, per l’appunto…
.


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo