Che succede a torre salsa? cose molto strane, si raccontano in questi giorni su una riserva naturale orientata un po malandata gestita dal wwf. Si parla di indimidazioni ai contadini della zona. Si sussurra della realizzazione di un manufatto in cemento che, a quanto pare, non avrebbe le autorizzazioni. Sullo sfondo, lombra di terna, il grande ooperatore di reti per la trasmissione dellenergia. Che ci fa terna a torre salsa? proviamo a capire quello che sta succedendo.
I pali dellalta tensione nella Riserva di Torre Salsa?
Che succede a Torre Salsa? Cose molto strane, si raccontano in questi giorni su una Riserva naturale orientata un po malandata gestita dal Wwf. Si parla di indimidazioni ai contadini della zona. Si sussurra della realizzazione di un manufatto in cemento che, a quanto pare, non avrebbe le autorizzazioni. Sullo sfondo, lombra di Terna, il grande ooperatore di reti per la trasmissione dellenergia. Che ci fa Terna a Torre Salsa? Proviamo a capire quello che sta succedendo.
La Riserva naturale orientata di Torre Salsa si estende per circa 760 ettari. Ricade in provincia di Agrigento nel territorio del Comune di Siculiana. E unarea protetta costiera, incastonata tra Eraclea Minoa e Siculiana marina. Un tratto di costa dove si alternano falesie più o meno ripide, marne calcaree, argille, dune e immense e solitarie spiagge che, nei mesi estivi, sono piuttosto frequentate.
Anche se il mare – è bene dirlo subito – non è mai pulito, sembra perché i Comuni, a cominciare da Montallegro, sono sprovvisti di depuratori. Nelle acque del mare, insomma, finiscono i liquami dei centri abitati della zona. Fenomeno molto comune nellAgrigentino. Basti pensare che lanno scorso, a San Leone, inquinamento e topi morti sono stati una costante di tutta lestate.
Tornando a Torre Salsa, va detto che il luogo prende il nome da unantica torre di avvistamento che si trova nel cuore di questarea protetta.
Torre Salsa è una Riserva naturale molto particolare. E stata istituita nel 2000, quando il Governo regionale di centrosinistra, retto allora da Angelo Capodicasa, stava per andare via. Unarea protetta, insomma, che ha visto la luce in zona Cesarini. E che ricade in un territorio che, per il 90 per cento, fa capo ai privati. Tra questi ultimi ci sono tanti piccoli proprietari terrieri che si occupamo di agricoltura. Agricoltori, insomma.
La Riserva è gestita dal Wwf. Su questa zona, a quanto pare, la vigilanza della Regione siciliana – con particolare riferimento allassessorato al Territorio e Ambiente – non è delle migliori. Anzi, diciamo che lascia un po a desiderare. la responsabilità, ovviamente, non è dell’assessore che si è appena insediato – Alessandro Aricò – ma dei suoi predecessori.
Quando questa area protetta è stata istituita si è stabilito una sorta di tacito accordo tra Regione, gestori (Wwf) e agricoltori. Questi ultimi non andrebbero toccati. Perché, storicamente, i contadini sono i primi custodi dellambiente. I disastri idrogeologici di molte aree montane e collinari del Messinese – per citare un esempio eclatante – nascono proprio dallabbandono della coltura del nocciolo, alberi che preservavano quella zona da frane e smottamenti.
Su Torre Salsa, dicevamo allinizio, corrono strane voci. Storie che non fanno onore al Wwf, che pure è unassociazione ambientalista di prestigio. Ma i fatti sono fatti. E sono incresciosi.
Si racconta, per esempio, che nel corso di questi ultimi anni i rapporti tra agricoltori della zona e Wwf siano peggiorati. Questo perché gli agricoltori non sarebbero stati messi nelle condizioni di poter svolgere con serenità il proprio lavoro. Il punto in questione è delicatissimo e – almeno in questa fase – possiamo solo dare qualche accenno. Riservandoci di approfondore meglio il tema.
Per ora, di certo cè che sarebbe sorto un comitato spontaneo di agricoltori che operano nellarea della Riserva naturale. Contadini che lamenterebbero la presenza eccessiva di volpi e conigli che avrebbero provocato danni ingenti ai vigneti e agli alberi di olivo, che sono le due colture prevalenti della zona. Si parla anche di diffide e di richiesta di risarcimento danni.
Laspetto da approfondire ulteriormente riguardarebbe la richiesta di acquisto di questi terreni. Sembra che i contadini abbiano rivevuto offerte di acquisto. Ma loro si sarebbero rifiutati di vendere.
Un altro aspetto un po inquietante è la realizzazione di un osservatorio per Byrd Watching. Sono costruzioni, di solito in legno, da dove è possibile osservare gli uccelli. Solo che questosservatorio, a quanto si racconta, sarebbe stato finanziatio dalla società Terna. Si racconta sempre che, nel cuore di questa Riserva naturale, si starebbero piantando nel terreno dei grandi plinti di cemento armato.
Da qui una domanda: il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, lassessore al Territorio e Ambiente (che, come già accennato, si è insediato da poco e quindo poco può sapere di questa storia), il dirigente generale del dipartimento regionale dellAmbiente, Giovanni Arnone, e i vari dirigenti responsabili dellassessorato sono informati di tutto quello che sta sucedendo a Torre Salsa?
A noi gli abitanti del luogo hanno detto che Wwf e Terna starebbero operando senza le autorizzazioni dellassessorato al Territorio e Ambiente. Noi non possiamo crederci: perché conoscendo i vertici del Wwf, da Palermo a Roma, non pensiamo mnimamente che possano essere capaci di compiere atti al di là della legge.
Così come non crediamo a quello che ci hanno raccontato: e cioè che ci sarebbe un accordo tra Regione siciliana, Wwf e Terna per far passare lalta tensione dentro il territorio della Riserva naturale di Torre Salsa. La cosa ci sembra impossibile, perché la legge – se non ricordiamo male – vieta il passaggio dellalta tensione dentro le Riserve naturali. Su questo punto non abbiamo ancora avuto il tempo di chiedere delucidazioni agli uffici dellassessorato al territorio e Ambiente.
Abbiamo anche fatto unaltra scoperta. Una brutta scoperta. Che gli uccelli che dovrebbero essere avvistati dai turisti grazie allosservatorio per Byrd Watching in buona parte muoiono. Perchè? Perché a qualche chilometro dalla Riserva naturale opera una delle più grandi discariche della Sicilia: la discarica di Siculiana. Sembra che gli uccelli vadano a mangiare tra i rifiuti della discarica. E ci lascino – è il caso di dirlo – le penne. Alcuni morirebbero direttamente nella discarica. Altri, prima di morire, avrebbero il tempo di arrivare nelle campagne o nella spiaggia della Riserva.
Certo il ‘trio’ Riserva naturale-discarica-assenza di depuratori non è ‘meraviglioso’. Eppure il capogruppo del Pd allArs, Antonello Cracolici, ha detto che il Governo Lombardo – appoggiato dallo stesso Pd per quattro anni – ha affrontato il problema dei rifiuti. Tranne a Torrre Salsa (e anche in altre parti del Sicilia, se non in tutta) a quanto pare.
Foto di prima pagina tratta da giscover.com
Foto in alto tratta da provincia.agrigento.it