I luoghi comuni di Alfano sul Sud, sulla Camorra, sui Rom e sulla ‘Terra dei fuochi’

QUANDO ORBITAVA CON BERLUSCONI PARLAVA MENO E SOLO SU ARGOMENTI CONTROLLATI. OGGI VA A RUOTA LIBERA. E LASCIA BASITI. UN CONSIGLIO: MINISTRO, SI RITIRI. E., SOPRATTUTTO, LASCI PERDERE IL MEZZOGIORNO

Oggi, a pranzo, si siamo sintonizzati per caso si Sky tg24. La conduttrice ci ha avvertito che, finalmente, il Ministro degli Interni, Angelino Alfano, con ritardo, si era liberato di non abbiamo capito quale impegno e stava per dare il via, a Napoli, non sappiamo con quante ore di ritardo, a una conferenza stampa. Abbiamo pensato subito a Catania, qualche settimana fa, quando lo stesso Alfano ha ‘incrastato’ i giornalisti per due ore, perché prima di concedersi alla stampa è andato a ‘rendere omaggio’ all’editore Mario Ciancio Sanfilippo.

Ma non è il ritardo del Ministro Alfano che ci ha colpito. Siamo infatti rimasti sintonizzati su questo tg – complici i ravioli fatti in casa che, pensavamo, avrebbero attutito tutti gli influssi negativi – per ascoltare le parole di questo personaggio che, lo diciamo per onestà, non stimiamo proprio.

Ebbene, ascoltandolo, abbiamo capito perché il Nuovo centrodestra democratico – che è il Partito che il Ministro ha fondato dopo aver tradito Berlusconi – e l’Udc, alle elezioni europee del prossimo maggio, non raggiungeranno mai il 4 per cento.

Certo, il Ministero degli Interni potrebbe sempre intervenire con qualche ‘aggiustatina’: ma, a nostro modesto avviso, anche con le eventuali ‘aggiustatine’, cric & croc . ovvero il Nuovo centrodestra di Alfano e l’Udc, non raggiungeranno mai il 4 per cento.

 

Sky tg24, per oltre 3 lunghissimi minuti – un’eternità per i tempi della televisione – ha dato la parola al Ministro Alfano. Dalla bocca del quale è venuto fuori un quantitativo industriale di banalità sulla ‘Terra dei fuochi’, sul Sud, sulla Campania, sulla Camorra e sui Rom.

Su questi argomenti di luoghi comuni ne abbiamo sentiti tanti. Ma mai in una concentrazione così elevata.

Nelle parole di Alfano non abbiamo colto una – diciamo almeno una – considerazione interessante. Sulla Camorra ha detto che ci sono “novanta clan e quattro mila affiliati”. Chiediamo: che notizia è questa? Dai tempi de “L’oro di Napoli” di Giuseppe Marotta – libro che il Ministro Alfano farebbe bene a leggere, giusto per capire che cos’è Napoli – in questa bellissima città si muore di fame non perché – come sosterrebbero Lombroso, Ferri e Niceforo – la gente è per natura delinquente, ma perché c’è fame. E perché, all’assenza di lavoro, si associa l’assenza dello Stato e una politica da quattro soldi.

Ridicola la battuta del Ministro Alfano: “Lo Stato in Campania non lascia: raddoppia”. Tutto questo perché il Ministero degli Interni spedisce 100 uomini in più: 50 a Napoli e 50 a Caserta. Ora, a parte l’aritmetica (saremmo veramente stupiti nel sapere che a Napoli ci sono solo 50 poliziotti e altrettanti a Caserta: ma che cosa dice ‘sto Ministro?), Alfano ha lasciato intendere che il problema della criminalità organizzata, a Napoli e dintorni, sarebbe questione di mero ordine pubblico!

Se Alfano, oltre andare dietro a Berlusconi prima e a Renzi oggi, avesse avuto il tempo di leggere le opere di Francesco Saverio Nitti, avrebbe scoperto che nel Sud, già alla fine dell’800, le alternative, per tanti poveri disgraziati del Mezzogiorno d’Italia non erano tante: alternativa che Nitti sintetizzava in una frase: “O emigranti o briganti”.

I briganti, oggi, in Campania, si chiamano camorristi. Gente che non è positivisticamente votata al male, ma spesso decisa a imboccare la scorciatoia criminale.

 

Comunque, se il Ministro pensa che i positivisti di fine 800 siano la soluzione dei mali del Sud d’Italia, può sempre chiedere consiglio al Presidente della Repubblica, Napolitano. Che, oltre ad essere napoletano, è un profondo conoscitore della questione meridionale: gli spiegherà, ne siamo certi, che i positivisti, sul Mezzogiorno d’Italia, hanno scritto un cumulo di fesserie.

Anche le parole del Ministro Alfano sui Rom sono state fuori luogo. Per la precisione, sui 600 Rom di Napoli. Presi, ha detto, a rubare il rame. Egregio Ministro: ma è sicuro che a rubare il rame siano solo i Rom?

Per quello che sappiamo noi, ci sono Rom per bene e Rom che rubano. Questi ultimi, rubano perché hanno fame. Così come rubano tanti italiani messi alla fame da un’Unione europea dell’austerità che fa sempre più schifo.

Ministro Alfano, i luoghi comuni che ha sciorinato sono stati, ci creda, incredibili. E noi abbiamo ascoltato solo tre minuti…

Anche le sue considerazioni sulla ‘Terra dei fuochi’ – l’area della Campania dove sono stati sepolti rifiuti a palate – ci sono sembrate senza capo né coda. Ma lo sa chi l’ha inquinata la ‘Terra dei fuochi’? Lo sa che il primo ‘inquisito’ dovrebbe essere lo Stato?

Ministro Alfano, glielo possiamo dare un consiglio? Si ritiri. Non trascini nel disastro l’Udc. Non approfitti della disperazione di Casini, Cesa e D’Alia per trascinarli nella sconfitta elettorale. Si porti dietro solo gli infelici ‘traditori’ che, assieme a lei, hanno ‘pugnalato’ il Cavaliere e cambi mestiere. La politica italiana ci guadagnerà. E, ci creda, ci guadagnerà pure lei. Magari troverà il tempo di legge qualche libro sul Sud. Le farà bene.


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