I grillini sul Governo Crocetta bis: “E’ partito con il piede sbagliato”

I GRILLINI ESPRIMONO UN GIUDIZIO NEGATIVO SUL NUOVO ESECUTIVO REGIONALE. CONTESTATA LA PRESENZA NELLA GIUNTA DI NELLI SCILABRA, CANDIDATA ALLE ELEZIONI EUROPEE. NEGATIVO PURE IL GIUDIZIO SU ANTONIO FIUMEFREDDO, LINDA VANCHIERI E MARIARITA SGARLATA

Il Governo Crocetta bis? “Partenza al rallentatore e col piede sbagliato”.

E’ netto il giudizio del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars sul nuovo esecutivo regionale. “Nato – affermano i deputati grillini di Sala d’Ercole – dopo un’interminabile gestazione, senza alcuna strategia per la Sicilia, ma con l’unico intento di tirare a campare”.

“Il risultato – aggiungono – è un enorme pastrocchio, con gente sbagliata al posto sbagliato e candidati alle Europee che non dovrebbero assolutamente far parte del Governo”.

“Vista l’impossibilità di mettere in piedi un esecutivo forte che potesse operare per il bene dell’isola – sottolineano i deputati M5S – Crocetta avrebbe fatto bene a dimettersi, ma è evidente, per usare una frase celebre, che per il Governo della rivoluzione è meglio tirare a campare, piuttosto che tirare le cuoia”.

“Si è lasciato affondare la Regione, lasciando per mesi tutta l’amministrazione allo sbando – proseguono impietosi i deputati – per partorire un Governo di poche pretese e varato senza un minimo di meritocrazia e di moralità”.

Poi la difesa dell’ex assessore all’Energia, Nicolò Marino, messo fuori per volere dei comitati di affari che stanno dietro il Governo Crocetta. Se nella composizione del suo secondo Governo il presidente della Regione avesse fatto prevalere meritocrazia e moralità, “Marino – fanno notare i grillini – sarebbe stato il primo ad essere confermato ed invece è stato il primo ad essere fatto fuori”.

A questo punto la ‘botta’ a Confindustria Sicilia, grande sponsor dei Governi Crocetta: “Tra i confermati per i Cinquestelle poteva essere lasciata fuori benissimo la Vancheri, di cui nessuno avrebbe sentito la mancanza”. Il riferimento è a Linda Vanchieri, assessore alle Attività produttive, al Governo in ‘quota’ Confindustria Sicilia.

A questo punti i parlamentari grillini cercano di difendere se stessi, visto che spesso sono stati colti in contraddizione: all’opposizione del Governo Crocetta a parole e poi pronti a votare leggi molto discutibili, come la ‘presunta’ riforma delle Province e l’istituzione di tre ridicole città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, che sembrano già fallite in partenza: “Crocetta – sostengono i deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars – avrebbe potuto governare tranquillamente se solo avesse portato avanti veramente le riforme che tanto va sbandierando, perché noi avremmo votato tutti i provvedimenti giusti, ed invece ha preferito scegliere la strada del compromesso politico, pur di non iniziare ad affrontare i problemi reali”.

Sono parecchi, per il Movimento, i talloni d’Achille della nuova Giunta, visibili già con un esame appena superficiale.

“Intanto – dicono i deputati – non è assolutamente opportuna la permanenza nell’esecutivo di due candidate alle Europee che potrebbero sfruttare il loro ruolo istituzionale per avvantaggiarsi sugli avversari. E questo vale soprattutto per l’assessore Scilabra, alla guida di un comparto come quello della Formazione dove gravitano quasi quindicimila famiglie”.

Disco rosso dei Cinquestelle anche per l’assessore Mariarita Sgarlata all’Ambiente: “Cosa che dimostra il legame di Crocetta alle persone piuttosto che alle competenze”.

“Beni culturali e Territorio ed Ambiente – dicono i deputati – non ci sembrano settori del tutto affini, a meno che non siamo in presenza di tuttologi, dalle conoscenze enciclopediche”.

Non piace ai deputati del Movimento Cinque stelle anche l’ingresso in giunta di Antonio Fiumefreddo, “i cui danni al Bellini di Catania sono ancora visibili e che gli hanno fruttato la querela di ben 5 sigle sindacali”.

Al neo assessore i sindacati contestano l’attribuzione di incarichi ed assunzioni a contratto per prestazioni professionali non previste, costose consulenze, danni patrimoniali e non, abuso d’ufficio e tante altre cose.

“Se – affermano i deputati – solo la metà delle cose segnalate fossero vere, per la Cultura in Sicilia si aspettano pagine non certo da consegnare alla storia”.

 


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