IL NOSTRO GIORNALE, IN TEMPI NON SOSPETTI, AVEVA SEGNALATO LA TEMERARIETA’ DI UN GOVERNO REGIONALE CHE TRATTENEVA FONDI A ENTI E SOCIETA’ PER RECUPERARE INTEGRAZIONI ILLEGITTIME. ATTO UNILATERALE, NON SORRETTO DA UN PRONUNCIAMENTO DELLA GIURISDIZIONE. MOLTO RISCHIOSO SE EFFETTUATO A CARICO DI UN ENTE IN REGOLA CON L’UTILIZZAZIONE DELLE STESSE INTEGRAZIONI. OGGI I NODI COMINCIANO A VENIRE AL PETTINE
“Lo sfascio della Formazione è pure colpa della Monterosso e la sentenza del Cga ne è la conferma”.
Il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Ars torna ad attaccare il segretario generale della presidenza della Regione, Patrizia Monterosso, dopo la pronuncia del Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) che ha detto no al blocco ai finanziamenti di un Ente per consentire alla Regione il recupero delle somme concesse in extrabudget.
“Una decisione – affermano i deputati Cinquestelle di Sala d’Ercole – che innescherà una reazione a catena e darà il via ad una serie di ricorsi di enti che, pure per mancanza di finanziamenti, hanno interrotto o ritardato il pagamento dei dipendenti e dei corsisti”.
In realtà, come proveremo a raccontare per sommi capi, i ricorsi ci sono già: e sono tanti.
“Ora – continuano i parlamentari del Movimento 5 Stelle – l’Ars si muova e la conferenza dei capigruppo calendarizzi al più presto la mozione che avevamo presentato a marzo per rimuovere il segretario generale della Regione”.
Così sono due le donne che i grillini di Sala d’Ercole vorrebbero mandare a casa: l’assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, e la già citata dottoressa Patrizia Monterosso.
Per la prima è già pronta una mozione di censura con richiesta di dimissioni (a questa mozione dei grillini se ne aggiunge una seconda presentata dal centrodestra). Per la dottoressa Monterosso c’è, come ricordano i grillini, una loro mozione presentata lo scorso marzo e finita in sonno’.
“Al netto delle storture e dei gravi errori che sono stati fatti in passato – affermano le deputate Valentina Zafarana e Gianina Ciancio – è immorale e inumano che migliaia di persone vengano lasciate senza sostentamento per svariati mesi, specie se questo possa essere avvenuto, anche in parte, per consentire a dirigenti di mettersi al riparo degli strali della Corte di Conti per loro decisioni sbagliate”.
Il riferimento è a un’inchiesta della Corte dei Conti sulle integrazioni erogare negli anni passati a enti e società che operano nella formazione professionale.
Le integrazioni non sono fuori legge: se erogare correttamente e se utilizzate altrettanto correttamente rappresentano la normalità. Non sono altro, infatti, che adeguamenti delle retribuzioni calcolate sugli indici Istat.
Le integrazioni diventano un problema – e in Sicilia, in certe occasioni lo sono diventate – se vengono erogate sulla base di calcoli errati (magari un po’ ‘gonfiate’) e, soprattutto, se l’ente o la società che li utilizza, invece di pagare gli aumenti retributivi al personale, li utilizza, per esempio, per ‘pilotare’ nuove assunzioni, magari in campagna elettorale.
Nella storia delle integrazioni risulta coinvolta la dottoressa Monterosso, con riferimento agli anni in cui ricopriva la carica di dirigente generale del dipartimento Formazione professionale della Regione.
Quando le due parlamentari grilline ricordano le “migliaia di persone… lasciate senza sostentamento per svariati mesi”, ipotizzando che “questo possa essere avvenuto, anche in parte, per consentire a dirigenti di mettersi al riparo degli strali della Corte di Conti per loro decisioni sbagliate”, fanno riferimento a una decisione, adottata dall’Amministrazione regionale con la ‘benedizione’ della politica, di bloccare le erogazioni dei fondi a quegli enti formativi e a quelle società che – stando sempre a un giudizio unilaterale della stessa Amministrazione regionale – avrebbero ricevuto illegittimamente le integrazioni.
Il nostro giornale, in tempi non sospetti, segnalava l’assurdità di tale opzione amministrativa da parte del Governo di Rosario Crocetta e dell’Amministrazione. Perché la responsabilità di questo atto, oggi sanzionato dal Cga, non è soltanto della burocrazia, ma anche della politica – segnatamente dal Governo di Rosario Crocetta – che ha avallato questa pratica a dir poco temeraria.
Intanto non avrebbe dovuto essere la Regione a stabilire se un’integrazione è stata utilizzata correttamente o meno da un ente formativo o da una società. Questo aspetto avrebbe dovuto essere stabilito da un soggetto ‘terzo’: per esempio, un pronunciamento della magistratura.
In secondo luogo – elemento, questo, non meno importante del primo – riguarda la natura diversa dei fondi. Le integrazioni sono state pagate dalla Regione con fondi regionali. Mentre il Governo Crocetta, a un certo punto, ha deciso di trattenere dalle erogazioni spettanti a enti e società le risorse per recuperare le ‘presunte’ integrazioni illegittime. Ma l’ha fatto trattenendo i fondi europei: e questo desta molti dubbi sotto il profilo giuridico.
Così operando, la Regione faceva ‘cassa’ e i dirigenti regionali responsabili di aver erogato integrazioni illegittime pensavano, anzi, si illudevano di sfuggire ai rigori della Corte dei Conti. Così non è stato, perché con il primo pronunciamento della magistratura contabile le condanne ci sono state comunque. La dottoressa Monterosso, ad esempio, è stata condannata a risarcire la Regione oltre un milione di euro.
Abbiamo parlato del primo pronunciamento, perché la prima sentenza riguarda l’erogazione di integrazioni di un anno. Ma gli anni sono più di uno e si attendono altre sentenze della Corte dei Conti, che potrebbero essere addirittura più pesanti della prima.
I grillini dicono che, con il pronunciamento del Cga, ci saranno altri ricorsi. Come abbiamo accennato, i ricorsi ci sono già: e sono i ricorsi di quegli enti formativi che hanno utilizzato correttamente le integrazioni, pagando gli aumenti salariali e non disponendo nuove assunzioni. Questi enti hanno presentato ricorso e – com’è probabile – se dimostreranno di aver utilizzato correttamente le integrazioni la Regione dovrà risarcirle con gli interessi. Ma dovrà anche pagare i danni.
E qui si apre un capitolo che potrebbe fare molto rumore. Perché enti formativi e società che hanno utilizzato correttamente le integrazioni, a causa di questi prelievi decisi unilateralmente dal Governo regionale – come sottolineano giustamente le due parlamentati grilline – sono stati costretti o a non pagare il personale, o a licenziare lo stesso personale. Chi pagherà, adesso, per i danni enormi che sono stai inflitti a padri di famiglia rimasti per un anno, per due anni senza stipendio o, addirittura, licenziati?
“Ma non cera solo la questione degli extra-budget ‘immotivati’ alla base della mozione presentata in primavera dai deputati Cinquestelle – si legge sempre nel comunicato dei grillini -. I parlamentari del Movimento, nell’atto che vede come primo firmatario Giorgio Ciaccio, facevano leva su unaltra indagine avviata in precedenza dalla Corte dei conti sulle nomine dei dirigenti esterni alla Regione, fatte senza prima aver verificato se tali posti potessero essere occupati dal personale interno alla stessa Amministrazione. Un fatto che ha portato per la prima volta nella storia della Regione siciliana ad affidare la più alta carica amministrativa regionale ad un esterno”.
Il riferimento è proprio a Patrizia Monterosso, diventata dirigente generale tra mille polemiche (proprio la scorsa settimana, il nostro Paolo Luparello, ha firmato un’inchiesta sugli aspetti illegittimi della designazione di Patrizia Monterosso alla Segreteria generale della presidenza della Regione: nomina decisa dai ‘geni’ giuridici del Governo di Raffaele Lombardo).
Intanto è appena sbarcato all’Ars il disegno di legge governativo che dovrebbe ridisegnare il mondo della Formazione.
“Non abbiamo avuto ancora modo di studiarlo a fondo – dicono Ciancio e Zafarana – ma è certo che lo vivisezioneremo in ogni sua parte per migliorarlo ed evitare di ripetere gli errori del passato”.
Dalle due parlamentari arriva pure una stoccata a Crocetta.
“Quello che ci sorprende – dicono – è la faccia tosta del governatore che, da un lato parla di rivoluzione e, dell’altro, chiude gli occhi su pesanti pronunciamenti dei magistrati. Non dimentichiamo che la Monterosso già è stata condannata dalla Corte dei Conti”.
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