I giovani italiani? Da Nord a Sud non sono affatto ‘bamboccioni’. Anzi

PRESENTATO IERI A PALERMO, NELL’AULA MAGNA DI PALAZZO STERI, IL RAPPORTO SULLA SUSSIDIARIETA’

di Francesco Inguanti

“Il Rapporto sulla Sussidiarietà di quest’anno, ha messo in evidenza il fattore che oggi fa la differenza: l’intraprendenza personale. Da questo punto di vista non c’è diversità tra i giovani del Sud e quelli del Nord, soprattutto quando decidono, insieme o da soli, di costruirsi un percorso professionale o di fare impresa”.
Lo ha detto Paola Garrone, vice presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, nelle conclusioni della manifestazione svoltasi a Palermo, nell’aula Magna del Rettorato di Palazzo Steri, per presentare il 7° Rapporto su Sussidiarietà e … neo laureati e lavoro.
Il Rapporto di quest’anno propone i risultati dell’indagine campionaria che ha coinvolto, a quattro anni dalla laurea, quasi 6000 laureati di tutte le facoltà, occupati in diverse attività lavorative.
“Un ruolo fondamentale – ha spiegato Garrone – è svolto dal contesto nel quale i giovano si sono formati, cioè la capacità di collaborazione e la rete di rapporti sociali che hanno saputo intessere negli anni dell’università. E le reti non sono una prerogativa del territorio, sia esso il nord o il sud, ma della capacità di ogni uomo a creare e sviluppare rapporti interpersonali e sociali”.

Su questo punto il 7° Rapporto offre uno spaccato di analisi molto dettagliato a conclusione del quale riassume le tipologia degli intervistati così: il 16% sono i solitari, cioè i laureati con una rete di relazioni decisamente ridotta; il 16 % gli nosb, quelli con una rete relazionale scarsa, ma di qualità quanto a status sociale (avvocati, ingegneri, manager, dirigenti); il 15% è costituito da flaneur, cioè laureati con una ricca rete di relazioni, cui aggiungono la partecipazione a varie tipologie di associazioni (Volontariato, promozione umana, ecc); il 13% è rappresentato dai popolari, cioè coloro che hanno rapporti sociali o parentali modesti; il 11% sono gli associati, dotati di una rete amicale forte e con esperienze lavorative fatte durante il percorso universitario; il 10% sono gli job keeper, laureati di età più avanzata perché hanno già lavorato grazie alla rete parentale e amicale di qualità, con significativi legami col mondo accademico; l’8% sono gli emergenti, coloro che possono contare su una forte rete amicale, ma una bassa rete parentale, con grande propensione al lavoro autonomo e agli scambi interpersonali; il 6% è rappresentato dai distanti, laureati con una rete molto ricca di legami deboli; gli affiliati sono il 5%, dotati di una rete ricca di relazioni sociali, con riferimenti forti al mondo sindacale, politico, istituzionale, giornalistico.

Giuseppe Notarstefano, che insegna statistica economica nell’Università di Palermo, ha illustrato altri dati significativi che emergono dal rapporto.
“Non è vero – ha detto – che gli studenti italiani, ed io posso dirlo anche per quelli palermitani, sono choosy, come li definì la Ministra Elsa Fornero, cioè schizzinosi e poco propensi a rinunce o compromessi. Dall’indagine emerge che solo il 17% degli uomini e il 28% delle donne non è disposto a trasferire la propria residenza. Tutti gli altri sono pronti a muoversi, sia in regioni limitrofe alla propria che lontane. Inoltre il 40% degli uomini e il 23% delle donne è disponibile ad andare all’estero”.
“Una concreta esemplificazione – ha aggiunto – viene dal rapporto lì dove fa emergere che l’aspetto più rilevante per tutti gli intervistati quando devono cambiare lavoro è la crescita professionale, e solo dopo viene l’aspetto retributivo o della sicurezza e stabilità. Questo è segno che i nostri giovani ci tengono al loro futuro lavorativo e sono disposti a fare da subito i sacrifici richiesti”.

Molto interessanti sono risultate le testimonianze di Michelangelo Pavia e Giuseppe Castellucci due giovani imprenditori che si sono incontrati e hanno deciso di unire le proprie forze e condividere gli uffici che casualmente erano contigui. Così è nato neu [nòi], uno spazio di coworking e progettato per favorire la creazione e lo sviluppo di comunità di professionisti, freelance, piccole aziende e creativi in genere, ispirati da valori come la collaborazione, la condivisione e la sostenibilità. Michelangelo viene dal nord ed ha deciso di venire a Palermo a lavorare, mentre Giuseppe si è laureato a Torino e poi ha deciso di tornare a Palermo.
“Oltre a uno spazio fisico – hanno detto – neu [nòi] è essere un punto di convergenza per innovatori e investitori; l’obiettivo è la costruzione del team ideale per trasformare le idee in progetto. Questo si otterrà con l’organizzazione di un network di professionisti coinvolti tramite iniziative ed eventi che facciano da catalizzatori per la condivisione di idee progettuali e l’incontro tra creativi e investitori”.

Nel suo intervento Susanna Gristina la presidentessa di “Korai” una cooperativa costituita da giovani professioniste palermitane ha detto che “la nostra iniziativa imprenditoriale è finalizzata alla ricerca, documentazione e progettazione di azioni di valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale e delle risorse umane per uno sviluppo sostenibile. Da vari anni svolgiamo attività promozionali e gestionali con partner pubblici e privati, certe come siamo che in questo percorso, difficile possiamo trovare, come già è accaduto, collaborazioni e sostegni di vario genere”.

Nicolò Badalì ha raccontato come l’esperienza fatta nella Compagnia delle Opere di Palermo durante l’università sia stata decisiva nelle prime scelte professionali compiute e in quella che adesso svolge prevalentemente di assistenza e gestione dei condomini. “Pensavo che i miei studi di economia – ha raccontato – non potessero essere più utili, ma oggi ringrazio proprio di aver fatto economia perché ho acquisito competenze e conoscenze decisive per svolgere il mio attuale lavoro”.

Anche Vincenzo Zuppardo, laureando di architettura ha testimoniato che “grazie ad alcuni piccoli lavori svolti in costanza di studio e un viaggio in America dove ho conosciuto persone significative per il mio futuro, di fronte alla laurea che conseguirò tra qualche mese posso già dire di avere una traccia da seguire, anche se non posso definirla ancora un percorso professionale”.

“Le testimonianze ascoltate questa sera – ha commentato compiaciuto il Rettore dell’Università Roberto Lagalla – dimostrano che non è vero che esiste una generazione di bamboccioni e che non è vero che l’Università non serve a nulla; anzi l’Università continua ad essere il più potente ‘ascensore sociale’ della nostra società. Questa generazione, comunemente definita quella del 1.000 euro al mese, certamente più povera di quella che l’ha preceduta, sta dimostrando di avere passione e volontà per il proprio futuro e per cambiare la società intera. Sostenerli è necessario e indispensabile se non vogliamo crescere una generazione di frustrati e disillusi”.

L’iniziativa è stata promossa dal Centro Culturale “Il Sentiero” di Palermo, unitamente alla Fondazione per la Sussidiarietà di Milano e all’Università degli Studi di Palermo.

(Foto di prima pagina tratta da cdomarchesud.it)

 

 


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