I Forconi incontrano i Gilet gialli a Roma «Si comincia a respirare alta tensione»

Forconi e Gilet gialli si incontreranno sabato a Roma, rende noto Mariano Ferro, uno dei leader storici del movimento di protesta che soprattutto alcuni anni fa ha infiammato in particolare il Sud Italia, con alcune analogie con quello attuale francese. 

“Su iniziativa del Movimento Popolare di Liberazione Programma 101 (sigla di estrema sinistra anti-euro e anti-liberista, ndr) alle 15,30 presso l’Hotel Massimo D’Azeglio in via Cavour incontriamo due dei protagonisti della prima ora, insieme ad altri, della sollevazione popolare in atto in Francia – si legge in una nota dei Forconi – : Veronique Rouille e Yvan Yonnet. Solidarietà ai vicini d’oltralpe in un interessante confronto tra quanto sta accadendo in Francia con l’europeista Macron, e la realtà di casa nostra con i giallo-verdi alle prese con la prova di Governo”. 

“Dalla Francia non arriva grande entusiasmo per l’invito del M5S alla collaborazione ai gilet gialli, tutt’altro – prosegue la nota -. Ma c’è una cosa che a noi Forconi, come pensiamo a gran parte del popolo giallo-verde, interessa in modo particolare: il futuro di questo Governo vuole somigliare più ai gilet gialli francesi o intende confermare politiche neo liberiste del passato volute dal “sistema” e sponsorizzate negli ultimi decenni da quei famosi “poteri forti” che ci hanno accompagnato al caos, alla povertà e alle diseguaglianze di oggi? Era quasi prevedibile che con un’Italia disastrata da molti punti di vista ed un Governo “antisistema”, ci apprestavamo a vivere un momento di scontro sociale particolarmente delicato”. 

“Le aspettative di quel “cambiamento” che tutti si aspettano sono molto alte, tanto alte quanto è alta la tensione che si comincia a respirare, eventuali indesiderate delusioni potrebbero essere pericolose e comunque certamente più amare del solito, per il paese diventerebbero un dramma – si conclude il comunicato dei Forconi -. Per il momento, com’è ormai da molti anni, continuiamo ad apparecchiare la tavola con pane e speranza ma non possiamo aspettare troppo, vorremmo solo vivere in un paese normale”.

(Fonte: Ansa)


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