I Cobas siciliani: “All’Eas si ‘bevono’ i crediti…”

Una richiesta d’intervento da parte della Procura della Corte dei Conti è stata avanzata dalle organizzazioni sindacali aziendale e regionale dei Cobas Codir affinché siano verificate alcune poste del bilancio dell’Ente acquedotti siciliani.

In particolare, ne sono state evidenziate tre, che nel complesso ammontano a parecchie decine di milioni di euro, e testimoniano di modi di gestione non definibili rigorosi. Specie per un Ente in liquidazione che non dispone di grandi risorse, né da proventi di attività economiche, né da risorse proprie patrimoniali.

Ciò in quanto il patrimonio costruito dall’Ente nei decenni precedenti è stato interamente affidato alla gestione privata della società Sicilacque spa dal Governo della Regione siciliana presieduto dall’onorevole Raffaele Lombardo.

Le somme in questione riguardano crediti per 51 milioni di euro per bollette non riscosse purtuttavia iscritti in bilancio; somme dovute a funzionari direttivi a seguito di sentenze alle quali l’amministrazione dell’Ente non ha opposto alcuna resistenza in giudizio o perché presentatasi in ritardo. Il mancato recupero degli emolumenti corrisposti indebitamente ad un funzionario direttivo inserito nell’ufficio di presidenza dell’Eas.

I dirigenti sindacali che hanno chiesto l’intervento dell’organo della Corte dei Conti, della Ragioneria generale della Regione siciliana e del responsabile per la Regione della liquidazione di enti ed aziende regionali chiedono di verificare la correttezza di queste scritture e di adire le eventuali amministrative ove queste risultassero irregolari.

Il dottor Bernardo Scaturro per la segreteria regionale del sindacato e Francesco Sutera per la rappresentanza aziendale lamentano le condizioni economiche disastrose nelle quali versa l’Ente acquedotti siciliani rispetto alle quale non trova giustificazione alcuna la trascuratezza nelle riscossioni e nei recuperi di spese non dovute.

 


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