Da giorni si discute della catasta di bidoni dell'immondizia «lasciati a marciare» all'interno del centro comunale di raccolta di Massannunziata. «Non sappiamo di chi siano», spiega l'assessore ai Rifiuti Alessio Cardì
I cassonetti abbandonati nell’isola ecologica Polemica a Mascalucia. E l’assessore replica
«Quei cassonetti sono destinati a incrementare in via sperimentale la raccolta esclusiva del vetro. Per questo non possiamo darli ai cittadini». Carmelo Marchese, responsabile dell’ufficio Igiene ed ecologia del Comune di Mascalucia, risponde così al mare di polemiche che in questi giorni sta intasando le pagine social dell’amministrazione. A riportare a galla la questione dei «cassonetti lasciati a marcire» nel centro comunale di raccolta dei rifiuti di Massannunziata è la pagina facebook Mascalucia doc con un post con tanto di foto dei contenitori impilati uno sull’altro in un angolo dell’isola ecologica.
Alla pubblicazione sono seguiti numerosi commenti in cui i residenti sostengono di aver chiesto più volte un cassonetto in più e la Mosema, la società che fino a marzo – prima di entrare in liquidazione – si occupava della raccolta dei rifiuti di molti paesi alle pendici dell’Etna, avrebbe sempre risposto di no. Ma cosa c’è dietro quel no? A spiegarlo alla nostra testata è l’assessore ai Rifiuti Alessio Cardì. «Qualche anno fa – sostiene – Corepla diede i contenitori in concessione a Mosema per la realizzazione di una o due giornate settimanali dedicate esclusivamente alla raccolta del vetro». L’obiettivo? Scorporarla dalla plastica «perché – spiega il geometra Marchese – quest’ultima è più remunerativa rispetto alla spazzatura mista».
La decisione rientra nell’ottica di una rimodulazione del servizio che risale «ad almeno tre anni fa», ma che da allora non ha mai avuto seguito. Ma cosa è rimasto oggi? «C’è molta incertezza – sottolinea l’assessore Cardì – dobbiamo capire di chi sono questi cassonetti». Sì, perché l’aministrazione comunale, al momento, non ha idea di chi sia il proprietario dei contenitori. «Non sappiamo – prosegue – se gli stessi entreranno o meno a far parte del patrimonio in liquidazione della Mosema». E qualora si dovesse verificare che le pattumiere sono effettivamente di Mosema, qualunque intento dell’amministrazione, sarebbe privo di possibile operatività.
Il Comune in ogni caso si è detto pronto a trovare una soluzione per sciogliere il bandolo della matassa. «Stiamo cercando di capire – aggiunge Cardì – se il sindaco, tramite ordinanza, possa disporre la distribuzione di questi cassonetti perché qualora l’ente titolato, che non stiamo capendo chi è, ci dovesse autorizzare, noi a prescindere dall’avvio del progetto potremmo decidere di assegnarli alla normale raccolta porta a porta». Una situazione, dunque, «ingarbugliata» che vede quei cassonetti inutilizzati, sottratti ai cittadini e ammucchiati uno sull’altro e che, forse, troveranno un impiego quando la nuova ditta che si occuperà della gestione dei rifiuti sostituirà a tutti gli effetti la Mosema. «Forse dopo Natale», precisa Cardì.