I manifesti dei marchi più disparati, da qualche giorno, sono coperti da opere di street art irridenti. «Vogliamo comunicare creativamente, non abbellirre un quartiere», spiegano a MeridioNews gli artisti che si sono ispirati a quanto già visto a Varsavia
I cartelli dell’anti-pubblicità che tappezzano Catania «Provocatori contro il monopolio dell’informazione»
La parola Ruinair, se pronunciata, può non avere nessun significato per chi la ascolta. Ma, se stampata su un cartellone e associata all’immagine di hostess della nota compagnia aerea, al blu e al giallo delle loro divise, alle maschere per respirare e proteggersi dall’aria cattiva, allora il gioco è fatto. Il messaggio arriva dritto al fruitore. È questo lo spirito dell’iniziativa dei cartelli anti-pubblicità che, da qualche giorno, hanno invaso anche Catania. «Esprimere idee con le immagini e fare parodia delle pubblicità sovvertendole – spiega a MeridioNews uno degli autori del progetto che ha per nome d’arte Illustre Feccia – significa fare comunicazione antagonisticamente parlando».
Nei cartelloni affissi sui muri o alle fermate dell’autobus, si riconosce l’uccellino simbolo di Twitter, il cane a sei zampe dell’Eni, la lettera C del supermercato Carrefour. E anche qualche riferimento alla politica e alla religione. Si tratta di subvertising o brandalism, un’azione collettiva per cui i manifesti pubblicitari vengono coperti con opere di street art, per fare riflettere sugli effetti che gli spot possono avere sulle persone. Manifesti già apparsi a Varsavia (la capitale della Polonia) che, adesso, arrivano anche nel capoluogo etneo grazie al gruppo anarchico Chimera e al Teatro Coppola. Dietro, oltre a Illustre Feccia – che ha partecipato anche al progetto polacco – ci sono gli artisti Hogre, Special Patrol Group e Ceffon.
«Oltre che di arte, nella vita mi occupo di respirare per vocazione – commenta a MeridioNews Illustre Feccia, che disegna da dodici anni – Un’abitudine che, oramai da tempo, sembra essere caduta in disuso. Morire per asfissia è molto più comune e popolare, soffocati da mafie istituzionali e pesti capitalistiche». L’idea di fare politica attraverso i disegni non è nuova ma il progetto dei poster sul subvertising vede la luce due anni fa, quando Illustre Feccia incontra il collega Hogre e frequenta i laboratori londinesi della Spg (Special Patrol Group). «Sono laboratori internazionali di poster dove – spiega l’artista – chiunque è interessato si può sbizzarrire disegnando sulle pubblicità esistenti». Le opere realizzate in laboratorio poi vengono esposte attraverso un’azione di «attacchinaggio collettivo».
Cartelloni grandi, colori decisi e forme originali che attirano l’attenzione di chi passa per la strada. «Le forme e i colori hanno il fine di comunicare creativamente, non di abbellire una casa o un quartiere. È il nostro modo di fare politica – continua l’artista – sottraendo al capitale e alla classe dirigente il monopolio dell’informazione e lo spazio che occupano. È un’avventura un po’ utopica e rivoluzionaria, una scommessa, per rilanciarsi come media indipendente». Una forma d’arte impegnata che si ritaglia uno spazio in città. «Sogniamo un mondo dove non esista la pubblicità del capitalismo e un’unica fonte d’informazione che domina dall’alto ma decentralizzata e diffusa. Magari, – conclude Illustre Feccia sorridendo – anche un po’ pirata».