Howl – Black Rebel Motorcycle Club

“HOWL” – Black Rebel Motorcycle Club

 

“Il tempo salverà le nostre anime?”. “Il tempo salverà la mia anima?”. “No”, è la risposta di Peter Hayes alle sue stesse domande nel coro iniziale di Shuffle Your Feet, brano di apertura di Howl. Forse sarà incapace di redimere le anime dei Black Rebel Motorcycle Club, ma tuttavia la band, del Tempo, e dei suoi trascorsi musicali, offre un inno ed un omaggio probabilmente inaspettato. “Howl”, titolo preso in prestito direttamente da un romanzo Beat di Allen Ginsberg, è un album retrò a tutto tondo e le sonorità degli anni ’60 con la magia di quel sound così corposo e così intimista sono qui riproposte alla grande. Così, l’oscurantismo, peraltro sublime, degli album precedenti è soppiantato da una tracklist che si colloca a metà esatta tra il country e la tradizione folk americana, oltre che, in qualche maniera, quella blues. Chitarre ritmiche, armoniche, tamburelli e batteria trotterellante sono suonate dai BRMC come a sfogliare un libro di storia e, in particolar modo, la canzone d’esordio già citata, Devil’s Waitin’ e Fault Line sembrano proprio rubacchiate dalle registrazioni di Springsteen ai tempi dell’acustico “Nebraska”. Ma anche il trittico di brani Ain’t No Easy Way, Complicated Situation, Still Suspicion Holds You Tight sono un chiaro riferimento, le prime due, all’armonica e, la terza, al rock stagionato di Bob Dylan. Ma non è tutto perché, in questo palese omaggio alla musica americana che fu, i BRMC propongono anche un saggio gospel nella speranzosa Gospel Song.

Qualcuno si chiederà “ma che fine hanno fatto le motociclette nere e ribelli?”; una possibile e comoda risposta potrebbe fondarsi sulla capacità del gruppo di confrontarsi con degli accordi cari alla loro formazione musicale. Altri potrebbero ribattere che la band in bianco e nero sia riuscita a cambiar pelle come uno di quei serpenti che strisciano nei deserti terrosi del sud. Il pensiero di questa recensione è che “Howl” è un album intelligente, ben suonato e con il grande merito di non annoiare mai pur riproponendo un già visto e già sentito.

Nota: il giro di piano posto all’inizio di Restless Sinner ricorda da vicino quello di Perfect Day di Lou Reed.

Riccardo Marra

Recent Posts

Processo per il depistaggio sulla strage di via D’Amelio, rinviati a giudizio quattro poliziotti. Il pm: «Assoluta malafede»

Rinviati a giudizio con l'accusa di depistaggio. Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e…

2 ore ago

Siracusa, 16enne accoltella un ragazzo che ha offerto una sigaretta alla sua fidanzata: arrestato

Avrebbe accoltellato un 19enne perché quest'ultimo ha offerto una sigaretta alla sua fidanzata. Un 16enne…

2 ore ago

Incidente stradale nel Palermitano: coinvolte due auto e un furgone portavalori. Cinque feriti

Incidente stradale sulla strada statale 188, all'altezza di Castronovo di Sicilia, nel Palermitano. Nello scontro…

3 ore ago

Il Gruppo Romano installa degli eco-compattatori: «Mettiamo in circolo le buone abitudini»

Mettiamo in circolo le buone abitudini. Il riciclo delle bottiglie in Pet è fondamentale nella…

3 ore ago

Furto con spaccata a Palermo: rubati soldi, vini e alimenti

Nuovo furto con spaccata a Palermo. Stavolta a subire il furto è stato il locale…

4 ore ago

Mafia, sequestrati beni per tre milioni di euro: colpito anche Salvatore Giuliano

Beni per tre milioni di euro sequestrati tra Pachino e Portopalo di Capo Passero. Ammonta…

4 ore ago