Tutto il lavoro e' una riflessione fatta a bassa voce e con buona ispirazione. gli U2 provono a rifare gli U2 degli ultimi dieci anni alle volte fallendo, spesso deludendo ma in parte riuscendo a tracciare un percorso musicale
How to dismantle an atomic Bomb
Come disinnescare una bomba atomica, quella della mega popolarita’ internazionale, quella del roboante impegno globale, quella dei deliri di un mondo inferocito, quella di un uomo, Bono, che sceglie questo lavoro per staccare la spina dagli acrobatici voli della sua presenza sociale e dedicarsi ad un album intimo e lirico.
La promozione di How to Dismantle an atomic bomb e’ stata al solito una bomba dalla forza ingombrante e esagerata ma, oramai si sa, le scelte commerciali sono materia esclusiva della stanza dei bottoni della Island (o vogliamo illuderci sia cosi?).
Tornando alla dimensione intima dell’album, e’ palese come manchino all’interno della tracklist capolavori o brani “epici”. Tutto il lavoro e’ una riflessione fatta a bassa voce e con buona ispirazione. La toccante Something you can’t make it on your own, cantata al funerale del padre recentemente scomparso, e’ un commmuovente viaggio all’indietro sugli ultimi anni del rapporto di Bono col genitore (Fammi prendere qualche pugno per te stanotte)
ma anche Original of the species, delicata e densa cantata per la figlioletta di The Edge, sa convincere nel suo dolce andamento.
Il primo singolo (di una lunga serie?) Vertigo sembra essere un pesce fuor dall’acqua calma e disillusa dell’intero album, quel “uno, dos, tres, trece y catorce” o quel “yeah yeah yeah” e quel rock n’ roll che suonano i ragazzi appare un po’ una forzatura creata, modellata, confezionata come specchio per le allodole e per sfondare ovunque radiofonicamente.
E per il resto? e per il resto gli U2 provono a rifare gli U2 degli ultimi dieci anni alle volte fallendo, spesso deludendo ma in parte riuscendo a tracciare un percorso musicale da seguire nel prossimo futuro.