I dati sono contenuti nell'ultimo rapporto dell'Istituto superiore di sanità. Il principale metodo di trasmissione rimane la via sessuale. Nell'Isola - quinta regione per segnalazioni - sono stati registrati 43 casi in più. «Oggi è difficile che una scuola organizzi un evento per informare i ragazzi», commenta l'infettivologo Luciano Nigro
Hiv, nel 2016 infezioni in Sicilia cresciute del 18,61% Esperto: «Poca sensibilizzazione, Aids esiste ancora»
Quarantatré casi in più, con un incremento del 18,61 per cento rispetto all’anno precedente. Sono questi i numeri che descrivono l’andamento delle infezioni da Hiv in Sicilia. La fotografia emerge dall’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità, contenente i dati aggiornati al 2016. L’anno passato sono state 274 le diagnosi segnalate nell’Isola, mentre nel 2015 erano state 231. Andando a ritroso si scopre che, seppure in maniera contenuta, la crescita si è registrata a partire dal 2012, quando i casi furono 184. La provincia con più diagnosi, nel 2016, è stata quella di Catania (74), seguita da Palermo con 71.
Allargando la riflessione all’intero Paese le diagnosi, nel 2016, sono state 3451, anche se non è da escludere una correzione al rialzo della cifra per via dei possibili ritardi nelle notifiche da parte degli enti deputati a trasmettere le segnalazioni al Centro operativo Aids (Coa). L’Italia è al 13esimo posto per incidenza trai paesi dell’Unione europea, con 5,7 casi ogni centomila abitanti. Su scala regionale la situazione della Sicilia a livello di incidenza è in linea con quella nazionale, con l’Isola che è la quinta regione – dopo Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Toscana – per numero di segnalazioni. A essere più infettati sono gli uomini (76,9%). Il 54,1% delle segnalazioni complessive – indipendentemente dal genere – riguarda persone con un’età compresa tra i 30 e i 49 anni, anche se per i maschi l’età della diagnosi è tendenzialmente più alta (39 anni rispetto ai 36 delle donne). L’incidenza maggiore, tuttavia, si registra nella fascia che va dai 25 ai 29 anni (14,7 casi ogni centomila abitanti).
Interessante è poi la statistica riguardante le modalità di trasmissione: a differenza del passato, oggi il contagio da Hiv avviene principalmente tramite rapporti sessuali. I casi di passaggio del virus in seguito alla iniezione di sostanze stupefacenti sono il 2,8 per cento del totale, un dato decisamente contenuto rispetto agli anni Ottanta quando lo scambio di siringhe infette – e in tal senso la riduzione del consumo di eroina rispetto a 30 anni fa è tra le cause che più spiegano questo fenomeno – causava il 76,2 per cento dei contagi. Quelli per via sessuale riguardano soprattutto la categoria Msm, ovvero i maschi che fanno sesso con altri maschi, che rappresenta in Italia il 43 per cento dei casi, seguiti dagli uomini etero (31,3%) e dalle donne etero (22,5%). In Sicilia il dato riguardante gli Msm è più alto, arrivando al 46,5 per cento del totale regionale.
«A dovere allarmare maggiormente non sono i 43 casi in più, ma il fatto che il numero di diagnosi non scende in maniera importante – commenta Luciano Nigro, infettivologo e presidente di Lila Catania -. A livello di comunicazione e sensibilizzazione si sta facendo molto poco, le istituzioni ormai trascurano il problema come se appartenesse al passato». La mancanza di informazione, quando si parla di Hiv e Aids, è uno dei temi più importanti, poiché il virus può essere evitato ma per farlo bisogna innanzitutto conoscerlo. «Negli anni Ottanta e Novanta le campagne di sensibilizzazione usufruivano di investimenti specifici, oggi è raro che una scuola organizzi iniziative per spiegare ai ragazzi il problema», conclude.
Nel rapporto dell’Iss, la mancanza di attenzione nella gestione dell’infezione emerge dal passaggio che riguarda l’insorgenza dell’Aids. «Nel 2016, circa il 22 per cento delle persone diagnosticate con Aids aveva eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi. Il fattore principale che determina la probabilità di avere effettuato una terapia antiretrovirale – spiegano i ricercatori – è la consapevolezza della propria sieropositività: nell’ultimo decennio è aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di Aids che ignorava la sieropositività e ha scoperto di essere Hiv positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di Aids, passando dal 20,5 per cento del 1996 al 76,3 del 2016». Dalla comparsa della malattia, la Sicilia ha avuto 3097 casi di Aids.