Un'esperienza di ascolto su Erik Satie, nell'ambito del Medialab '09 dedicato alla musica classica. Concludiamo, con questo elaborato, la pubblicazione dei lavori prodotti dagli studenti del "Laboratorio di ascolto musicale"
Gymnopédie, musica ornamentale
Erik Satie, musicista francese vissuto tra il 1866 e il 1925, è considerato da tanti come il precursore dell’ambiental music.
Sfidando la tradizione di quel periodo di fine Ottocento, con tutte le sue opere Satie ha messo in chiara luce quel senso di introspezione che aveva dentro di sé, dimostrando una profonda autosservazione psicologica. Proprio per il suo carattere riservato, creò una musica molto rilassante, quasi soave, che ai nostri giorni potremmo accostare alla musica d’arredamento, soul da camera o lounge (ozio, rilassamento), genere che sta diventando sempre più popolare.
Le caratteristiche musicali di Satie, prerogative costanti nelle sue opere, sono la mancanza di punti di riferimento e di elementi d’attenzione che la rendono eterea, quasi senza consistenza.
Le Gymnopédies sono tre opere composte da Satie per pianoforte. Ho scelto di descrivere la più famosa ed a mio parere la più coinvolgente, ovvero la Gymopédie n. 1, anche perché è la più vicina al genere di musica che ascolto quotidianamente, cioè la deep lounge.
Della Gymnopédie n. 1, opera pubblicata nel 1888, mi ha colpito l’atmosfera, il suo linguaggio semplice con l’utilizzo di poche note. Fa capire che anche con poche note si può creare un capolavoro e mette in evidenza la forte concezione ornamentale che Satie aveva della musica. L’elemento principe che veramente mi ha colpito è quel senso di non-evoluzione, la poca dinamicità che rende il pezzo molto statico, come se non dovesse andare da nessuna parte.
In conclusione, dico che per me questa partecipazione al “Laboratorio di ascolto musicale” è stata un’esperienza importante, perché mi ha fatto notare le varie sfaccettature che la musica ha e soprattutto ha messo in luce la consistenza di un genere musicale che è poco udibile ai nostri giorni, ma che rappresenta un’importante forma di espressione e di cultura.