Guadagni stupefacenti

“Apro il giornale e leggo che”… Così attaccava una canzone di Celentano di molti anni fa. Si chiamava Mondo in mi settima. Sabato mattina apro “La Sicilia”, a pagina 40, e leggo che hanno arrestato uno studente: un fuoricorso di oltre trent’anni, sottolinea R.Cr. , che per chi non lo sapesse non è Rosario Cristaldi, Roberta Crisafulli o Renato Crimi, bensì LUI, il grande autore collettivo che firma circa il novanta per cento degli articoli pubblicati sul nostro quotidiano, ovvero Redazione cronaca.

E all’improvviso mi accorgo di avere davanti agli occhi una notizia sbalorditiva, subisco un violento shock celebrale, vengo folgorato da una di quelle rivelazioni bezendriniche rare che ti scuotono nell’intimo. Perché cosa ha inventato il nostro studente? Che a furia di starsene posteggiato all’università (purtroppo si sconosce la facoltà) deve aver raggiunto l’onniscienza, ovvero la conoscenza assoluta del bene e del male, la sintesi dei quattro elementi aristotelici e infine la padronanza del triplo potere della pietra filosofale. Lui – il mago, l’alchimista, il genio finanziario – ha scoperto come ricavare 70.000 euro da un normale balcone.

Come? Nel corso della perquisizione gli agenti hanno potuto contare ben dieci lussureggianti piantine di marijuana coltivate in altrettanti vasetti e fotografate sul giornale. Il conteggio “a detta della Guardia di Finanza” proposto da Redazione cronaca è il seguente: 1 balcone uguale 10 piante, 10 piante equivarrebbero a 10 kg, di foglie, 10 kg. di foglie equivarrebbero dopo l’essiccamento a 7.000 “dosi” vendibili a 10 euro ciascuna; totale 70.000 euro.

Dinanzi a un calcolo così inoppugnabile, ad una stima così realistica, ad una previsione così verosimile (perché non si può dubitare che Redazione cronaca spari balle spaziali) la mente si infiamma, mentre vacillano le più intime convinzioni etiche e civili e l’ippogrifo dell’immaginazione si mette a volare.

Con sole 100 piantine (dieci balconi) puoi comprarti un megappartamento di duecento metri quadri in via Etnea. Ma perché fermarsi al privato? Nessuno può dubitare dell’esattezza delle stime proposte da un autorevole quotidiano come “La Sicilia”! Pensate dunque a Villa Bellini, tutt’ora transennata e quindi protetta da sguardi indiscreti. Ma vi rendete conto? Forse ci sarebbe abbastanza spazio per le centomila piantine che, seguendo il calcolo del nostro anonimo ma scrupoloso cronista, renderebbero 700 milioni di euro, cioè quanto basta per pareggiare, con l’aggiunta di un paio di tollerabili mutui, l’intero debito del Comune di Catania. Potremmo persino restituire sull’unghia i 140 milioni elargiti dal governo centrale. Che figurone!

“Lo studente (che non ha precedenti giudiziari), dopo gli adempimenti rituali (fotosegnalazione e prelievo di impronte digitali), su disposizione del sostituto procuratore della repubblica di turno, è stato trasferito nella casa circondariale di piazza Lanza…”

http://giornale.lasicilia.it/giornale/0410/CT0410/CR/CR04/navipdf.html

(dalla Tribù di Zammù)


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