Grillo e lo’scivolone’ sulla mafia

Nel suo discorso di ieri sera a Palermo, in Piazza Croci, Beppe Grillo ha utilizzato un’iperbole. Forzando un po’ una battuta ha affermato che, nel vessare i cittadini, “lo Stato è peggio di ‘cosa nostra”. Una battuta forte. Forse un po’ eccessiva. Forse una leggerezza sulla quale si sono avventati i suo detrattori. Questa la frase ‘incriminata’: “Palermo è una città che soffre più di altre. Noi abbiamo candidato Totò u curtu e ‘u Malpassotu come vicesindaco, vediamo come va… La mafia non ha mai strangolato i propri clienti, si limita a prendere il ‘pizzo’. Qui siamo nella mafia che strangola la propria vittima”.

Apriti cielo! Subito sono arrivate e critiche. Come quella di Massimiliano Lombardo, candidato al Consiglio comunale nel Pd: “Grillo – ha replicato – parla come un mafioso. Affermando che lo Stato è peggio di ‘cosa nostra’, Grillo non solo si pone sullo stesso livello culturale che porta a legittimare la ‘mafia buona’ in opposizione alle ‘istituzioni cattive’, ma soprattutto offende la memoria di tutti quei servitori dello Stato che sono morti per sconfiggere ‘cosa nostra”.

“Grillo – continua – dovrebbe leggere un po’ di storia e informarsi meglio, magari ripassando la grande lezione di Pio La Torre. La mafia non solo strozza le proprie vittime con il pizzo, ma è un cancro dell’economia che sottrae risorse all’imprenditoria sana, uccidendola”.

Note a margine

Certo, Grillo ha esagerato. Anzi, ha sbagliato. Citare la mafia è sempre pericoloso. Però non possiamo fare a meno di notare che, con la mafia, alla fine, ci giocano in tanti. Anche nel Pd siciliano. Che, fino a prova contraria, in questo momento, appoggia un governo regionale il cui presidente, Raffaele Lombardo, se non ricordiamo male, è inquisito per concorso esterno in associazione mafiosa e per voto di scambio aggravato.

Noi ci auguriamo che l’attuale presidente della Regione, alleato del Pd siciliano, riesca a dimostrare la propria estranietà ai fatti gravi che gli vengono contestati. Però, in questa fase, constatiamo due cose. Primo: che Lombardo non ha ancora dimostrato la propria estraneità ai fatti che gli contestano. Secondo: che il Pd siciliano sta ricordando Pio La Torre governando con Lombardo (domani ricorderemo che trent’anni fa la mafia ha trucidato Pio La Torre e Rosario Di Salvo).

Grillo alla fine parla, il Pd siciliano ‘agisce’. La differenza ci appare sostanziale. O no?

La redazione

Foto di grillo tratta da movimento5stellereggiocalabria.org

 


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Nel suo discorso di ieri sera a palermo, in piazza croci, beppe grillo ha utilizzato un'iperbole. Forzando un po' una battuta ha affermato che, nel vessare i cittadini, "lo stato è peggio di 'cosa nostra". Una battuta forte. Forse un po' eccessiva. Forse una leggerezza sulla quale si sono avventati i suo detrattori. Questa la frase 'incriminata': “palermo è una città che soffre più di altre. Noi abbiamo candidato totò u curtu e 'u malpassotu come vicesindaco, vediamo come va

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