Governo nazionale impugna Finanziaria di Musumeci Fumata nera per gli ex Pip e le concessioni demaniali

Ci avevano sperato a lungo e negli ultimi giorni i malumori serpeggiavano già tra gli ex pip, precari di un bacino che percepisce un sussidio da parte della Regione, ma che, di fatto, non sono dipendenti regionali. Lo spiraglio si era aperto dal momento in cui nella Finanziaria regionale era stata approvata una norma che regolamentava la loro assunzione all’interno della Resais, una partecipata regionale. Da subito, i dubbi di costituzionalità sulla norma erano stati molti, ma i 2700 precari continuavano a sperare che non venisse impugnata. 

A nulla sono serviti il sodalizio tra Nello Musumeci e Matteo Salvini e la partenza alla volta di Pontida per «instaurare una migliore interlocuzione istituzionale», come dicevano in molti dalle parti della maggioranza. Questa sera il Consiglio dei ministri, su proposta della ministra per gli Affari regionali e le autonomie Erika Stefani, ha deciso di impugnare la Finanziaria. A partire proprio dalla norma sugli ex pip. «Varie norme  – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – eccedono dalle competenze statutarie e violano principi costituzionali. Infatti: alcune norme in materia di assunzioni e di collocamento in quiescenza del personale regionale invadono la competenza legislativa esclusiva statale, nonché dei principi costituzionali di uguaglianza, buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione». 

E ancora, «le norme sulle autorizzazioni per gli impianti eolici e fotovoltaici e sulle modalità di svolgimento e i criteri di partecipazione alle gare per l’affidamento della gestione del servizio di distribuzione del gas naturale, nonché sulle concessioni per i beni demaniali marittimi, contrastano rispettivamente con il principio di libertà di iniziativa economica, nonché con il principio di tutela della concorrenza». Ma oltre le violazioni costituzionali, ecco la stilettata finale sull’assenza di copertura finanziaria contenute nella legge di stabilità regionale: si tratta degli articoli in materia di edilizia e di previdenza, che secondo il Consiglio dei Ministri risultano appunto «prive della necessaria copertura finanziaria».

Ok invece al bilancio regionale. «La legge di stabilità impugnata – commenta su twitter l’assessore all’Economia Gaetano Armao – per aspetti limitati che saranno chiariti. Abbiamo provocato il contenzioso sui 600 milioni di euro delle accise che lo Stato deve alla Sicilia. Adesso la Corte Costituzionale deve pronunciarsi». Immediato l’affondo dei Cinquestelle, che chiedono le dimissioni di Armao: «Ed eccolo qua – dicono Valentina Zafarana e Giancarlo Cancelleri – il capolavoro firmato Musumeci-Armao. Se questi sono gli esperti della politica, gli stessi cioè che in un recente passato hanno creato i disastri che ben conosciamo, allora la Sicilia è condannata, nero su bianco. Parola di Consiglio dei Ministri». 

«Qualche ora fa – spiegano i due deputati pentastellati – abbiamo letto basiti le dichiarazioni di Armao sul fatto che il Consiglio avrebbe impugnato le manovre volute dai deputati. Abbiamo detto mille volte, in Aula e in commissione, che molte di quelle norme erano palesemente incostituzionali e, invece, gli esperti della politica hanno preferito andare per la loro strada. L’unica cosa da fare adesso per Musumeci è mettere alla porta Armao».


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