Governo Crocetta: Il Pd pensa di mandarlo a casa?

Con qualche anno di ritardo la Sicilia scopre che i fondi europei – con riferimento alla Programmazione 2007-2013 – sono stati spesi solo in minima parte. Con la sola eccezione dei parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle, che sono arrivati a Sala d’Ercole da meno di un anno, tutti gli altri esponenti politici non dovrebbero essere stupiti. E invece si stracciano le vesti per il disimpegno dei fondi comunitari. Cioè per il timore che Bruxelles si riprenda indietro buona parte dei soldi assegnati sette anni fa alla nostra Isola. Cosa che invece avverrà, cosa che la politica siciliana sa benissimo.

Bruxelles darà altri due anni di tempo. La Regione siciliana combinerà altri casini, perché la ‘coda’ della Programmazione 2007-20013 si sovrapporrà, per due anni, all’inizio della Programmazione 20014-2020. La Sicilia spenderà solo una minima parte del soldi della vecchia Programmazione. E inizierà ad accumulare ritardi anche nella Programmazione 2014-2020. Il copione è già scritto.

In questa storia dei fondi europei – ripetiamo, tenendo fuori i deputati grillini – c’è tanta ipocrisia e tanta malafede. Come mai l’opposizione (ammesso che all’Ars ci sia un’opposizione) si accorge solo adesso di fatti che vanno avanti da almeno cinque anni?

Questo giornale non ha mai risparmiato critiche al Governo di Rosario Crocetta. Ma, francamente, affermare, come hanno fatto ieri i parlamentari regionali del Pdl, che la responsabilità della mancata spesa dei fondi europei è dell’attuale Governo è ridicolo.

Crocetta, il senatore Giuseppe Lumia e compagnia bella hanno le proprie responsabilità, che sono comunque relative. Certo, hanno bloccato l’amministrazione regionale nell’illusione di potere centellinare la spesa su ritmi clientelari. Vorrebbero imitare i democristiani, ma sono soltanto dei casinisti. Circondati di personaggi – che in alcuni casi si autodefiniscono “bravi” – che, alla fine, sono solo degli acchiappa-incarichi di terz’ordine, peraltro ‘madidi’ di incompatibilità.

Crocetta e Lumia hanno impostato la campagna elettorale delle recenti elezioni comunali sulle promesse. Ma sono stati ignorati dall’elettorato siciliano. Rispetto al grande potere che esercitano (hanno nelle mani tutta la Regione), non hanno vinto. Hanno fatto perdere voti al Pd (che, comunque, di suo, ci ha messo tanto per perdere).

Oggi Crocetta e Lumia sono nei guai. Il Governo regionale ormai è una ‘macchina’ con il carburatore scassato. Emblematico il caso descritto ieri dal nostro Giuseppe Messina, con il presidente Crocetta che firma gi accordi con gli Enti della formazione professionale e con i sindacati per velocizzare la spesa e per pagare i dipendenti, mentre, contemporaneamente, l’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra, dispone e avvia il trasferimento della sede dell’assessorato. Con il risultato che, da 20 giorni, nella nuova sede, i dipendenti di questo assessorato non sanno che fare, visto che nella nuova sede mancano rete telefonica e collegamento internet. Il tutto tra le proteste dei dipendenti della formazione ancora senza stipendio dopo gli accordi “solenni” firmati venti giorni fa dal governatore Crocetta…

La verità è che l’amministrazione regionale, ormai, è tutta bloccata, tra ‘deportazioni’ di personale, mancato rinnovo dei contratti ai dirigenti, bilancio senza soldi (ma dove si è mai visto un assestamento di bilancio subito dopo l’approvazione dello stesso bilancio?), fondi europei non spesi, Comuni al dissesto finanziario e via continuando.

Non è un caso che gli stessi dirigenti del Pd siciliano, stanchi di un presidente della Regione fanfarone, inefficiente e dannoso stiano pensando di mandarlo a casa. Mossa un po’ rischiosa, ma abbordabile, considerata la crisi del centrodestra siciliano. Per quello che ne sappiamo, il Partito democratico siciliano, in questo momento, starebbe cercando un bel candidato presidente, questa volta di ‘sangue’ Pd per evitare altri ‘bordelli’. Ma bisognerà vedere come reagiranno le altre forze politiche. Di mezzo ci sono i 20 mila euro che ogni parlamentare regionale si porta a casa ogni mese. E questa è l’unica motivazione che potrebbe salvare il Governo Crocetta.

Perché pensiamo questo? Perché nell’aria leggiamo troppi segnali che vanno in questa direzione. In primo luogo, la svolta ‘a sinistra’ del Pd sull’acqua. Il partito ha definitivamente abbandonato la linea che Lumia e Antonello Cracolici hanno portato avanti con il Governo Lombardo: ovvero accordo con i privati. Oggi il Pd siciliano si è schierato per la gestione pubblica dell’acqua.

Poi le notizie emerse sul ‘cerchio magico’ di Crocetta e Lumia. Con il ‘siluramento’ subito dell’avvocato Stefano Polizzotto dalla Segreteria Tecnica della presidenza della Regione. Ma anche con le notizie che iniziano ad arrivare da Gela su altri inghippi più o meno amministrativi.

Quindi l’irrigidimento di tutto il Pd rispetto al Megafono, cioè rispetto al Movimento politico del presidente della Regione e di Lumia, che quasi tutti, nel Pd, vedono come fumo negli occhi.

In ultimo – ma abbiamo l’impressione che non sarà l’ultima cosa – le notizie trapelate ieri sulle indagini della magistratura inseguito alla denuncia del segretario regionale dell’ex Mpa, Rino Piscitello, su ipotesi di voto dio scambio.

Detto questo, lo ripetiamo, Crocetta e il suo sbrindellato Governo non sono i responsabili del flop dei fondi europei. Il primo responsabile è stato l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che, senza capire un’acca di questo settore, si è sbarazzato dell’allora dirigente generale della Programmazione, Gabriella Palocci, che, invece, era l’unica persona, in Sicilia, in grado di far funzionare la delicatissima ‘macchina’ dei fondi europei.

Senza ‘sponde’ a Roma e a Bruxelles i fondi europei destinati alle cosiddette Regioni ad Obiettivo convergenza non si spendono. E questo non vale solo per la Sicilia, ma quasi per tutte le Regioni europee. E’ stato così con la Programmazione 2000-2006. E la situazione è peggiorata con la Programmazione 2007-2013, gravata del demenziale (o criminale?) Patto di stabilità. Ovvero – per semplificare al massimo – io, Unione Europea, ti dò i soldi, ma tu non puoi spenderli…

Forse anche una dirigente brava come Gabriella Palocci avrebbe avuto difficoltà con la Programmazione 2007-2013 (anche se, ne siamo sicuri, qualcosa se la sarebbe inventata).

Nulla, per carità, contro l’ex dirigente generale della Programmazione che ha preso il posto della Palocci: Felice Bonanno. Che è stato il primo, già qualche mese dopo il suo insediamento, a segnalare l’irrazionale distribuzione del personale della Regione, presente in massa negli uffici periferici e poco presente, invece, in molti uffici di Palermo.

Ricordiamo che a far ruotare in continuazione assessori e dirigenti generali (invertendo indifferentemente anche tali ruoli) è stato lo stesso presidente Lombardo. E’ al suo Governo che si riferisce la Corte dei Conti là dove segnala i ritardi provocati dai continui cambiamenti ai vertici agli alti vertici della burocrazia regionale.

Ciò posto, il problema dei fondi europei non spesi esiste. E non si risolverà gridando e minacciando fuoco e fiamme, come ha fatto il presidente Crocetta.

Come abbiamo già detto, la situazione è ormai compromessa. Si potrebbero evitare i problemi nell’imminente, nuova Programmazione. Ma dubitiamo che l’attuale Governo regionale abbia le capacità (e soprattutto le professionalità) per affrontare un problema così complesso. Per fa questo ci vorrebbe un nuovo Governo. Politico e di alto spessore.

 

 


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Con qualche anno di ritardo la sicilia scopre che i fondi europei - con riferimento alla programmazione 2007-2013 - sono stati spesi solo in minima parte. Con la sola eccezione dei parlamentari regionali del movimento 5 stelle, che sono arrivati a sala d’ercole da meno di un anno, tutti gli altri esponenti politici non dovrebbero essere stupiti. E invece si stracciano le vesti per il disimpegno dei fondi comunitari. Cioè per il timore che bruxelles si riprenda indietro buona parte dei soldi assegnati sette anni fa alla nostra isola. Cosa che invece avverrà, cosa che la politica siciliana sa benissimo.

Con qualche anno di ritardo la sicilia scopre che i fondi europei - con riferimento alla programmazione 2007-2013 - sono stati spesi solo in minima parte. Con la sola eccezione dei parlamentari regionali del movimento 5 stelle, che sono arrivati a sala d’ercole da meno di un anno, tutti gli altri esponenti politici non dovrebbero essere stupiti. E invece si stracciano le vesti per il disimpegno dei fondi comunitari. Cioè per il timore che bruxelles si riprenda indietro buona parte dei soldi assegnati sette anni fa alla nostra isola. Cosa che invece avverrà, cosa che la politica siciliana sa benissimo.

Con qualche anno di ritardo la sicilia scopre che i fondi europei - con riferimento alla programmazione 2007-2013 - sono stati spesi solo in minima parte. Con la sola eccezione dei parlamentari regionali del movimento 5 stelle, che sono arrivati a sala d’ercole da meno di un anno, tutti gli altri esponenti politici non dovrebbero essere stupiti. E invece si stracciano le vesti per il disimpegno dei fondi comunitari. Cioè per il timore che bruxelles si riprenda indietro buona parte dei soldi assegnati sette anni fa alla nostra isola. Cosa che invece avverrà, cosa che la politica siciliana sa benissimo.

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