Gli sconfitti? Cracolici & Lumia

Gli elettori palermitani hanno espresso un voto assai maturo in occasione delle elezioni amministrative dello scorso 6-7 maggio. Intanto non sono caduti nella trappola tesa delle innumerevoli liste a sostegno di qualche candidato sindaco. Liste fasulle, alla fine. ‘Schiumazza’, come si dice dalle nostre parti. Hanno messo in giro un gran numero di attivisti in cerca di voti. Tutto inutile, perché la gente non li ha votati.

Questa fittizia esibizione elettorale ha fatto flop: su 26 liste in concorso meno di un terzo hanno superato lo sbarramento del 5 per cento, appena 8 liste. L’altro aspetto qualificante del voto riguarda la scelta politica di fondo: gli elettori di Palermo hanno punito in maniera pesante le forze politiche responsabili del disastro amministrativo della città, riducendo la loro rappresentanza nel nuovo Consiglio comunale.

Un terzo aspetto riguarda la sconfitta dei maneggioni protagonisti delle ‘congiure di palazzo’. E’ il caso del Partito democratico, di Sel di Nicki Vendola e del loro candidato, Fabrizio Ferrandeli, che è riuscito a malapena a conseguire i consensi di una minoranza men che dignitosa. Sugli altri candidati e sulle loro liste di sostegno è meglio stendere un velo pietoso.

A leggere l’andamento del voto risulta abbastanza evidente che i militanti ed i simpatizzanti di Pd e di Sel hanno votato in difformità rispetto alle indicazioni ufficiali dei loro partiti di riferimento. E lo stesso, ne siamo sicuri, faranno al ballottaggio, dimostrando, ove ve ne fosse soverchio bisogno, che i maneggioni i loro intrallazzi li possono ordire e attuare, appunto, nei ‘Palazzi’, non certo con gli elettori: E questa è un’ulteriore prova di maturità espressa dal voto.

Ancora: un’ulteriore prova di maturità gli elettori palermitani l’hanno offerta bocciando senza appello la convergenza politica che mantiene in vita il governo della Regione siciliana, scegliendo senza esitazione il candidato sindaco che ha sempre criticato l’’esecutivo retto da Raffaele Lombardo: e cioè Leoluca Orlando. Un secca sconfitta per i ‘dioscuri’ del Pd, Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia.

Di tutto questo pasticcio politico si sono avvantaggiati i partiti della sinistra che, sostenitori di Orlando, hanno visto crescere in dose cospicua i consensi alla loro lista che ha sfiorato il superamento della soglia di esclusione. Il riferimento è alla lista ‘La Sinistra e gli ecologisti per Palermo’ alla quale, purtroppo, sono mancati appena 500 voti per raggiungere il quorum del 5 per cento. Diverso il discorso per la lista di Italia dei valori che, essendo l’unica in sostegno di Orlando, prenderà tutto il premio di maggioranza.

Fatta questa breve e sintetica valutazione politica del voto palermitano, proviamo a capire il perché, oltre al crollo del centro destra, è risultato sconfitto anche il centro sinistra che, nelle premesse, con la candidatura prestigiosa di Rita Borsellino aveva tutte le chance per vincere a man bassa le elezioni amministrative. I veri ‘protagonisti’ della disfatta del centrosinitra e, in particolare, del Pd, sono i già citati Cracolici e Lumia. Sono stati loro a convergere, alle primarie del 4 marzo scorso, sulla candidatuta di Fabrizio Ferrandelli. Per eliminare, per l’appunto, Rita Borsellino, che si opponeva ad eventuali alleanze che scimmiottassero l’esperienza regionale del governo di Raffaele Lombardo.

A seguire questo disegno politico suicida ci si sono messi pure i dirigenti di Sel, concorrendo anche loro a confezionare la frittata. Con problemi interni per entrambi i partiti. Nel Pd, addirittura, Cracolici, Lumia e i loro accoliti, hanno provato, finora senza riuscirci, a scalzare il segretario regionale del partito, Giuseppe Lupo (sembra che insistano su questa strada, ma non è detto che ci riescano).

Non è andata meglio al segretario del Pd di Palermo, Enzo Di Girolamo, che, sbattuto di qua e di là, h finito per fare la fine di certi personaggi delle ‘Anime morte’, il celebre romanzo di Nicolai Gogol. All’assemblea di ‘Palermo è Ora’ Di Girolamo si cimentava nella parte del sostenitore di Rita Borsellino. Poi, seguendo gli ordini di scuderia dei ‘dioscuri’ – cioè di Cracolici e Lumia – si schierava a sostegno di Ferrandelli, prima alle primarie e poi durante le ‘amministrative’. A Di Girolamo vogliamo rivolgere una sola domanda: qual è, alla fine, la linea politica del Partito democratico a Palermo? Senza una linea definita il rischio che si corre è quello di essere trasferiti da un orientamento all’altro da parte di chi detiene i voti, o presume di detenerli. Se ci sei batti un colpo…

Nel caso di Sel la questione, rispetto alle candidature. non è diversa. Prima sostenitori, addirittura proponenti, della candidatura di Rita Borsellino, poi ‘allineati e coperti’ sulla proposta Ferrandelli. Sull’esito del voto, però, non è possibile alcuna valutazione scientifica perché questa formazione politica era in competizione per la prima volta. L’unica osservazione riguarda il raffronto tra le potenzialità stimate e il risultato conseguito che di sicuro è assai modesto: appena il 2,2 per cento dei voti. Una percentuale di consensi residuale, specie se raffrontata con le medie nazionali espresse dai sandaggi che danno Sel attestato al di sopra del 7 per cento.

Quali le prospettive? Stando a quanto espresso dal senatore di Italia dei valori, Fabio Giambrone, nel corso della conferenza stampa di ieri sera, è possibile riattivare il dialogo tra le forze del centro sinistra. A patto che il Pd avrà chiuda il proprio rapporto con il governo Lombardo. La cosa, insomma, non dovrebbe essere lontana nel tempo se in quel partito, dopo la batosta elettorale, le forze anti Lombardo potranno avere la meglio nella definizione della linea politica. E pazienza che Cracolici e Lumia, perderanno le ‘poltrone’.

Tra l’altro, la linea politica nazionale del Pd è di apertura alle alleanze con le forze del centro dello schieramento, con riferimento all’Udc, ma non all’Mpa. Guarda caso, in Sicilia l’Unione di Centro è all’opposizione del governo Lombardo. Quindi, tale sostegno non ha motivazioni politiche, ma semplicemente alleanze per la spartizione del potere che la partecipazione al governo prefigura.

Accingiamoci, dunque, alla battaglia del ballottaggio per liberare Palermo dalle forze parassitarie dell’affarismo speculativo e senza sviluppo. Ci aspettiamo dai palermitani una nuova prova di maturità puntando sul sicuro ed evitando le avventure giovanilistiche dal futuro indefinito.

 

Riccardo Gueci

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