Le emozioni sono quelle di sempre. Tutto il resto è diverso. Dal Catanese al Siracusano, da Trapani a Ragusa, MeridioNews ha raccolto le esperienze dei ragazzi prima e dopo. «Nonostante tutto, sono stato felice di poterlo fare di presenza»
Gli esami di maturità tra mascherine e distanziamento «Resterà nella storia, ma è brutto senza i compagni»
«L’ansia per l’esame era meno forte dell’emozione di tornare a scuola». Niente scritti, l’esame di Stato nell’anno del coronavirus è solo un maxi-orale multidisciplinare, della durata di circa un’ora, durante il quale ogni candidato espone il proprio elaborato. «Nonostante tutto, sono stato felice di poterlo fare di presenza, seduto di fronte alla commissione». Una cosa nient’affatto scontata dopo circa tre mesi di didattica a distanza per il lockdown per contenere la diffusione del contagio della pandemia da Covid-19. Anche i maturandi siciliani si sono ritrovati davanti a una commissione composta da sei membri interni, scelti dai consigli di classe – che comprendono i docenti di italiano e delle materie delle seconde prove previste per ciascun indirizzo – e a un presidente esterno.
«Credo che la mia notte prima degli esami non sia stata poi così diversa da quella di ogni altro aspirante maturato», racconta a MeridioNews Sergio mentre ripassa gli appunti di Meccanica nel cortile dell’istituto tecnico professionale Majorana-Meucci di Acireale, nel Catanese. Sul pavimento d’ingresso della scuola ci sono adesivi che indicano la distanza da mantenere e segnano il percorso per entrare nell’aula dove si svolgeranno gli esami. Davanti alla porta c’è il gel igienizzante per le mani, in classe professori e studenti devono mantenere due metri di distanza. «Per ogni studente è ammesso un solo accompagnatore – spiega Giovanni Messina, il docente che è responsabile per la sicurezza – Tutti devono compilare un’autocertificazione dove affermano di non avere avuto febbre o contatti con possibili contagi».
«L’esame online avrebbe fatto perdere valore allo studio e al rapporto che abbiamo instaurato coi professori in questi cinque anni – commentano alcuni giovani davanti al liceo scientifico Archimede di Acireale – Conoscere le modalità di esame solo un mese fa, però, ha creato confusione», lamentano. All’uscita del liceo linguistico Elio Vittorini di Lentini, nel Siracusano, è Emanuele a illustrare le cinque fasi del suo esame. «Per rompere il ghiaccio mi hanno fatto esporre l’elaborato che avevo preparato, poi è stata la volta di un’analisi di italiano, la terza fase – continua il ragazzo – erano i collegamenti tra le materie. Poi ho illustrato un progetto in Power point sull’alternanza scuola-lavoro. Durante l’ultima fase abbiamo parlato di cittadinanza e costituzione».
«Il mio esame è stato molto meglio di quanto mi aspettassi – racconta Alice Mancuso, studentessa del liceo linguistico Rosina Salvo di Trapani – I professori sono stati comprensivi. Prima di entrare in aula, mi era venuta l’ansia ma rivedere i docenti dopo quattro mesi – continua la ragazza – mi ha tranquillizzata al punto che non mi sono nemmeno sentita sotto esame. Ero a mio agio come durante una normale interrogazione. La cosa più difficile – fa notare Alice – è stato prepararsi in sole due settimane e ripassare tutto a distanza».
Nessuna ressa, niente folla davanti ai cancelli. Secondo le disposizioni, infatti, ogni studente deve arrivare a scuola nell’orario stabilito, senza ritardi o anticipi. «Questa notte non ho dormito – racconta fuori dal liceo scientifico Enrico Fermi di Ragusa Edoardo, 18 anni e il sogno di diventare medico – La paura principale era affrontare un esame diverso, mai fatto prima». Indossati guanti e mascherine e misurata la temperatura, Edoardo ha affrontato la sua prova di maturità. «La cosa più strana e anche brutta – continua il ragazzo – è stata non potere vivere questa esperienza insieme a tutti i miei compagni di classe. Un esame di Stato che, comunque, resterà nella storia e io potrò raccontare di averne fatto parte».