Giunta Pogliese, tutti i nomi in corsa per le poltrone Enigma quote rosa, le ambizioni di Raffaele Lombardo

Otto poltrone + 1. Con vista, inoltre, sugli incarichi nelle società partecipate. Gli accordi pre-elettorali devono adesso incastrarsi nei numeri del futuro esecutivo di Salvo Pogliese, il nuovo sindaco di Catania. Quattro dei futuri assessori sono già noti, quattro verranno fuori dai ragionamenti di questi giorni. A orientarli, da una parte ci sono gli equilibri post voto, dall’altra il patto che in primavera ha riunito il centrodestra etneo: cioè la distribuzione delle posizioni basate non solo sulle percentuali venute fuori dalle urne e, dunque, spazio per tutti i partiti della coalizione, anche per chi è rimasto senza consiglieri. Se il +1 poi, cioè la presidenza del Consiglio, può diventare un’ulteriore variabile pronta a scatenare gli appetiti delle forze politiche, dall’altra c’è da tener conto che in giunta dovranno esserci almeno due donne. Non un ostacolo insormontabile, si direbbe, ma è pur vero che finora il toto assessori si è concentrato quasi esclusivamente su figure maschili, fin dai nomi individuati in prima battuta.

Si comincia da Roberto Bonaccorsil’ex sindaco di Giarre che Pogliese ha reclutato per farne il supertecnico ai conti del Comune. Per lui è tenuta in caldo anche la delega di vicesindaco, ruolo su cui l’attenzione della politica è più alta del solito. Nel caso il neo sindaco venisse condannato per peculato nell’ambito del procedimento sulle spese pazze all’Ars, il suo vice si troverebbe a guidare l’ente a seguito della sospensione dall’incarico di Pogliese decretata dalla legge Severino. Bonaccorsi sembra così la giusta figura di garanzia per il delicato compito, e anche per questo verrebbe considerato nomina in quota Pogliese. Non che manchi su ciò il consenso della coalizione, a partire dall’area autonomista che non avrebbe mai fatto mancare il proprio gradimento sulla scelta del commercialista, ma c’è comunque chi spinge per porre Bonaccorsi in carico a Diventerà bellissima, in forza del saldo legame fra l’ex assessore al bilancio e il senatore Raffaele Stancanelli. Il partito di Musumeci, così, dovrebbe insomma ritenersi già soddisfatto. Fratelli d’Italia e la Lega – quest’ultimo partito nonostante il pessimo risultato, l’1,7 per cento – potranno contare sull’ex consigliere Ludovico Balsamo e sull’ex assessore di Mascalucia Fabio Cantarella. Chiude l’elenco Sergio Parisi, fedelissimo di Pogliese senza tessera di partito che, dunque, dovrebbe ritenersi altresì nomina del sindaco. 

Passando alle caselle ancora da riempire, ecco che la palla passa di diritto alla seconda forza del centrodestra etneo, Grande Catania. E dunque al suo ispiratore: l’ex governatore Raffaele Lombardo. Un posto in giunta è nelle cose, e potrebbe andare a Giuseppe Lombardo, nipote del fondatore dell’Mpa e praticamente da un anno in prima linea in casa autonomista, fin da quando si cercò la candidatura alle Regionali in Forza Italia. Tra gli addetti ai lavori, però, c’è anche chi evoca il recupero di Sebastiano Arcidiacono, l’ex vicepresidente del consiglio cui è sfuggita la riconferma proprio tra le fila di Grande Catania. I lombardiani, in queste ore alla ricerca di sponde con particolare attenzione verso Diventerà bellissima, potrebbero poi sparigliare le carte in consiglio comunale. Per la presidenza il nome buono sarebbe il riconfermato  Seby Anastasi. Nel frattempo, alla luce degli oltre 1600 voti ottenuti, ma anche del buon rapporto con Pogliese, un’ipotesi finora solo sussurrata porta ad Andrea Barresi, rieletto nella civica In campo con Pogliese ma di militanza lombardiana

Restano tre poltrone assessoriali, che dovrebbero spartirsi Forza Italia, l’Udc e la lista patrocinata da Nicola D’Agostino Catania in azione. Sempre, però, accantonando al momento possibili pretese di Diventerà bellissima e seguendo la linea della «lealtà» di Pogliese nei confronti nelle due liste centriste vittime dello sbarramento. Tra gli azzurri, hanno alzato la testa gli alfaniani rientrati da poco nel centrodestra: il duo Giuseppe Castiglione-Pino Firrarello potrebbero così essere rappresentato, come ricostruito ieri da MeridioNews, da Massimo Pesce. Ancora una volta un identikit maschile che non risolve il rebus delle quote rosa. Toccherà scioglierlo a Udc e dagostiniani? Le intenzioni non sembrano quelle, visto che al momento vengono accreditati nomi come l’ex capogruppo di Enzo Bianco in aula Alessandro Porto e l’uscente consigliere Carmelo CoppolinoQuest’ultima ipotesi, tuttavia, fa detonare i maldipancia interni a Sicilia futura. Reclama attenzione a voce alta, ad esempio, Massimo Tempio, un altro dei veterani del palazzo che ha mancato la rielezione. «Coppolino assessore? Va concertato tutti assieme – dichiara a MeridioNews – e lo dico da candidato più votato della lista con 618 voti validi e 135 annullati, considerando anche che non correvo accoppiato ad alcun candidato donna. Se così non fosse, stare dentro questo progetto non avrebbe senso». Su assessori donna ancora pochi indizi, se non quello tendenti verso un profilo difficilmente inquadrabile in un partito, l’event manager Barbara Mirabella, vicina al sindaco Pogliese e già componente del tavolo dei saggi che ha lavorato al programma di governo.


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