Girgenti Acque, avviso conclusione indagini per i vertici Avrebbero permesso sversamenti di reflui non depurati

La gestione del depuratore di Ribera finisce sotto la lente di ingrandimento della procura della Repubblica di Sciacca che ha appena indirizzato a Marco Campione e Giuseppe Giuffrida, rispettivamente legale rappresentante e componente il consiglio di amministrazione di Girgenti Acque spa, (società che in quasi tutto l’Agrigentino gestisce la rete idrica e quella fognaria), un avviso di conclusione delle indagini. Abuso d’ufficio, truffa ed altre violazioni di carattere ambientale sono le ipotesi di reato contestate a Campione. I reati ambientali vengono contestati in concorso con Giuffrida.

Secondo i magistrati, Girgenti Acque non avrebbe effettuato i lavori di riparazione della rete fognaria di Ribera, pur essendo a conoscenza del fatto che il sistema di collettamento fognario che dal centro abitato della città avrebbe dovuto convogliare i reflui verso il depuratore di contrada Torre, presentava delle rotture in più punti. In questo modo, ipotizza la Procura, si sarebbe registrato uno scarico incontrollato di reflui non depurati. Di fatto, dunque, secondo i magistrati saccensi, questa condotta avrebbe finito per provocare l’inquinamento.

La contestazione che i magistrati della procura di Sciacca rivolgono a Girgenti Acque, inoltre, è relativa al canone di depurazione che sarebbe stato incassato dalla società, con la bolletta dell’acqua fatta pagare ai cittadini di Ribera. Ciò malgrado, ipotizzano i magistrati, gran parte dei reflui non venissero trattati a causa dei guasti che si registravano nel collettore fognario. Proprio a causa di queste rotture, le acque reflue non sarebbero arrivate al depuratore comunale gestito da Girgenti Acque. Di conseguenza, visto che i reflui non venivano depurati, la società agrigentina avrebbe dovuto decurtare le bollette del canone di depurazione che, invece, sarebbe stato pagato con regolarità dai cittadini di Ribera. Su disposizione della Procura di Sciacca, sono state eseguite consulenze tecniche da parte del Corpo forestale e dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Palermo.

Proprio sulla questione del canone di depurazione i cittadini di diversi Comuni della provincia di Agrigento sono letteralmente insorti, chiedendo a Girgenti Acque, a più riprese, di eliminare questa voce dalla bolletta del consumo idrico. Ci sono centri, come ad esempio Licata, dove le associazioni che operano a tutela dei consumatori, hanno già avviato delle class action nei confronti di Girgenti Acque, perché venga restituito ai cittadini l’importo relativo al canone di depurazione. A Licata sono stati avanzati vari dubbi sul funzionamento del depuratore che, tra l’altro, negli scorsi mesi è stato posto sotto sequestro. Inoltre nel 2013 la Regione non ha rinnovato la licenza allo scarico in mare di questo impianto. A guidare la class action, a Licata, è l’ex sindaco Antonino Amato. «Considerato che, a nostro avviso, il depuratore non funziona come dovrebbe – rileva Amato – Girgenti Acque deve restituire ai cittadini il canone per la depurazione che fa pagare regolarmente da quando, negli anni scorsi, ha assunto la gestione dell’impianto». 


Dalla stessa categoria

I più letti

Abuso d’ufficio, truffa ed violazioni di carattere ambientale sono le ipotesi di reato contestate a Marco Campione, legale rappresentante della società che gestisce il servizio idrico nell'Agrigentino. I reati ambientali vengono contestati in concorso con Giuseppe Giuffrida, membro del Cda. I fatti riguardano il depuratore di Ribera

Giustizia per Emanuele Scieri

«Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che, per un certo periodo, sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre». È da un aforisma del mahatma Gandhi che ha preso spunto l’avvocata Alessandra Furnari nella sua discussione durante il processo per l’omicidio volontario aggravato di Emanuele Scieri, il parà siracusano 26enne in servizio militare trovato cadavere nell’agosto del 1999 […]

«Una macchina di imbrogli e di sotterfugi manzoniana che si è sviluppata sull’esigenza di un costrutto che doveva raccontare un’altra versione dei fatti». Così il procuratore di Pisa Alessandro Crini ha definito la ricostruzione da parte dell’esercito di quanto accaduto all’interno della caserma Gamerra nell’agosto del 1999 nel corso della sua requisitoria a cui è […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo