In 30, tra i corrispondenti del quotidiano di viale Odorico da Pordenone, hanno aderito all'istanza. Nel mirino i commissari nominati dopo il sequestro della società editrice al patron Mario Ciancio Sanfilippo, a processo per i presunti legami con Cosa nostra
Giornalisti La Sicilia minacciano lo stop agli articoli «Se non serviamo più ci venga detto chiaramente»
«Non abbiamo avuto alcuna risposta sui mancati pagamenti degli anni passati né garanzie sulle collaborazioni più recenti». Sono le parole, scelte da 30 giornalisti, collaboratori del quotidiano La Sicilia, per aprire una lettera appello ai vertici amministrativi della Domenico Sanfilippo editore. Società in amministrazione giudiziaria proprietaria del giornale con sede in viale Odorico Da Pordenone. «Vogliamo fare sentire la nostra voce di giornalisti che svolgono attività con professionalità e dedizione. Per questo annunciamo fin da ora azioni eclatanti, senza escludere scioperi con l’interruzione a scrivere articoli e a proporre le nostre segnalazioni alla redazione».
L’annuncio è stato sottoscritto dai collaboratori del quotidiano che si occupano delle pagine della provincia di Catania. I malumori erano nell’aria da tempo, già prima dell’arrivo dei commissari nominati dal tribunale Misure di prevenzione. Lo stesso che in primo grado ha disposto un maxi confisca antimafia nei confronti dell’imprenditore Mario Ciancio Sanfilippo. Storico direttore e proprietario della foliazione fondata nel 1945, sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa. Dopo l’arrivo dei commissari Angelo Bonomo e Luciano Modica a dirigere il quotidiano è il giornalista Antonello Piraneo. «Abbiamo evitato perché fiduciosi – si legge nella lettera – in risposte precise a istanze prima ben note alla proprietà e poi conosciute dai commissari straordinari. Risposte, però, mai arrivate, al di là di vaghi e generici impegni».
Alcuni collaboratori sottolineano l’attesa per le spettanze del loro lavoro. Arretrati che si accumulerebbero ormai da diversi anni: «La liquidazione è avvenuta a singhiozzo, senza peraltro ricevere i cedolini di avvenuto pagamento (dettaglio che crea parecchio confusione). Ci sono corrispondenti che –nonostante la loro puntualità a consegnare mensilmente le note di collaborazione– avanzerebbero anche svariate migliaia di euro. Eppure nessuno ci ha dato alcuna garanzia né per le spettanze passate né per quelle maturate dall’insediamento dei commissari straordinari. C’è chi segnala, inoltre, che dai prospetti personali Inpgi non figurerebbero versamenti dei contributi previdenziali relativi agli ultimi anni».
Una situazione ritenuta «ormai insopportabile» con alcuni corrispondenti che da tempo hanno deciso di fermare la loro collaborazione con il quotidiano. «Ne va della credibilità aziendale e della qualità dell’informazione, che in mancanza dell’apporto qualificato dei corrispondenti verrebbe, di fatto, inzuppata di comunicati di palazzo o note copia-incolla, mortificando una sezione del giornale (quella delle pagine provinciali) che è fonte di richiamo dei lettori. Finora siamo stati comprensivi (il momento storico, la crisi del settore, il calo degli introiti pubblicitari…) ma è chiaro –viene sottolineato– che non possiamo continuare a lavorare gratis». Il rischio adesso è quello che diversi giornalisti possano decidere di non inviare più i loro articoli. «Ecco perché ci sentiamo costretti ad annunciare azioni di protesta. Con l’auspicio che possa servire ad intraprendere un dialogo serio e fattivo con l’amministrazione de La Sicilia». La protesta potrebbe partire già dalle prossime settimane.