Una vera organizzazione dedita al traffico di stupefacenti, di armi, all'estorsione e all'usura aveva il suo centro nella cittadina ionica a cavallo tra le province di Messina e Catania. Referente del gruppo era Maurizio Cipolla, personaggio già coinvolto in vicende giudiziarie per fatti di mafia, e presunto referente del clan locale. Insieme a lui sono state arrestate oggi altre sei persone
Giardini Naxos, arresti per droga e usura Gruppo criminale legato al clan Cintorino
Diciassette indagati, sette ordinanze di custodia cautelare – di cui cinque in carcere -per droga, estorsioni, usura e armi. Questi i numeri dell’operazione Onion, complessa indagine avviata nel 2011 dal comando provinciale della Guarda di finanza di Messina, in collaborazione con con quelli di Napoli e Forlì-Cesena. In queste ore 60 militari stanno procedendo agli arresti e alle perquisizioni tra le province di Messina e Catania, scardinando una organizzazione criminale che aveva il suo centro a Giardini Naxos.
Le indagini cominciano dopo le notizie di unattività estorsiva e usuraia che vedeva al centro la figura di Maurizio Cipolla, personaggio già coinvolto in vicende giudiziarie per fatti di mafia, tentato omicidio e traffico di droga, come l’operazione Grease della Guardia di finanza, che nel 2011 portò al sequestro di beni per circa tre milioni di euro, ritenuti il ricavato dell’attività di traffico di droga. Reato per il quale l’uomo è stato arrestato nel 2010 insieme ad altre 30 persone nel corso di una operazione condotta dai carabinieri. Cipolla è legato al clan mafioso Cintorino, del quale sarebbe referente per Giardini Naxos. Oggi sono stati trasferiti in carcere anche Sebastiano Cateno Costanzo, Giovanni Caldara, Fabio Balzano e Alessandro Luca Zappalà. Mentre ai domiciliari Francesco Spina e Carmelo Pelleriti.
Durante lo svolgimento delle indagini sono state arrestate in flagranza altre cinque persone per fatti relativi allo spaccio di sostanze stupefacenti e sequestrata la cocaina e marijuana in loro possesso. I finanzieri del comando provinciale di Messina hanno inoltre ricostruito ipotesi usurarie e di estorsione, nelle quali piccoli prestiti o debiti di qualche migliaia di euro sono lievitati considerevolmente, con lapplicazione di tassi illeciti che hanno toccato quasi il 500 per cento annuo, e che si caratterizzavano anche per luso di violenza e privazione della libertà personale per obbligare alla restituzione delle somme.