Gianmaria Testa torna a Catania dopo un’assenza di 3 anni che lo ha visto impegnato nella preparazione del suo nuovo concept album intitolato “Da questa parte del mare”, dedicato al tema delle migrazioni moderne.
In questa coraggiosa impresa del concept album il cantautore Testa è stato ispirato dal lavoro dello scrittore e poeta Erri De Luca, ospite e coprotagonista della serata.
Ad attendere Gianmaria Testa, un pubblico veramente eterogeneo che và dagli zero agli over 60 anni di età, vista la presenza di un piccolo bimbo che ha consentito ai due genitori appassionati di poter seguire il concerto.
Il dolce e malinconico suono del clarinetto apre la performance ed invita gli spettatori ad entrare nel vivo della serata pervasa dal tema dell’emigrazione.
Tema molto vicino a noi siciliani che da popolo di antichi emigranti, ci ritroviamo ad “accogliere” una moltitudine di immigrati, essendo le nostre “Le coste più vicine alla necessità di scappare da qualche parte”, come declama la poesia “Immigrazioni Moderne” di Erri De Luca.
La serata si consuma tra le note dei fiati di Piero Ponzo che concedono alla mente momenti di piacevole allontanamento dalla realtà, il contrabbasso di N.Negrini che fa incalzare il ritmo e la calda voce di Gianmaria Testa che riporta alla dura verità delle vittime dell’emigrazione. Molto toccante e commuovente l’intervento di Erri De luca, autore del libro “solo andata” che tra racconti e poesie legge, tra l’altro “lettera ad una madre da un immigrato” che rievoca il dramma della lontananza dagli affetti famigliari e della dura vita di sacrifici che gli immigrati dovevano sostenere per guadagnare qualche dollaro in più che però , lontano dalla famiglia, non aveva poi così grande valore. Scopriamo con piacere che Erri De Luca è anche un abile cantastorie che riesce a catturare l’attenzione del pubblico con un racconto al quale fa da scenario proprio il Canale di Sicilia. Quella di De Luca è una storia di genti colme di speranza e di barche che partono da terre lontane, speranze che la difficoltà della traversata rende spesso vane . E mentre lussuosi motoscafi e velieri “Tagliano il mare a riccioli di burro” , fatiscenti imbarcazioni di emigrati (circa 1/10) sprofondano nel mare con uomini, donne e bambini che non riusciranno mai ad arrivare nelle coste sicule. A chi arriva, invece, è destinato l’imprevedibile, nonostante il popolo siciliano sia stato “Travasato come vino da una botte all’altra” , proprio qui, questo grande e caldo popolo non riesce a dare la giusta accoglienza agli emigrati: A questo punto siamo costretti ad ammettere con tristezza che il popolo italiano ha dimenticato di aver patito le stesse umiliazioni.
Il racconto di due secoli di migrazioni è giunto ormai al termine e grazie alla musica ed alle parole di questo bravo cantautore piemontese, calato il sipario, usciamo con la musica ancora nelle orecchie ed il cuore in fondo al mare.
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