Germania, valanga di messaggi contro il “Grande Inciucio”. E fanno capolino nuove elezioni in tre settimane: come in Grecia

di Gabriele Bonafede

Una valanga di messaggi da parte di militanti della SPD (il Centrosinistra storico in Germania, partito di grandi padri della democrazia tedesca contemporanea come Willy Brandt), simpatizzanti e comuni cittadinisi è riversata sul sito ufficiale del partito e su analoghi siti dei social network, compresi quelli del segretario federale, Sigmar Gabriel, e di altri leader politici di centrosinistra.

Willy Brandt. Foto tratta da Wikipedia

All’indomani della pubblicazione dei risultati elettorali, e in risposta alla dichiarazione dei vertici della SPD “Non c’è alcun automatismo per la Grande Coalizione”, i messaggi contro la riedizione dell’alleanza con la Merkel per governare il Paese sono iniziati a piovere a ritmo impressionante: prima decine, poi centinaia, migliaia, decine di migliaia a tutti i livelli, sia locale che nazionale.

Quasi il 100% di questi messaggi dicono la stessa cosa: “mai un altro Grande Inciucio”, ossia la traduzione in “politichese” italiano di ciò che il pragmatismo tedesco chiama eufemisticamente “Grande Coalizione”. “Mai, pena lo scioglimento della stessa SPD”, il partito più longevo d’Europa con più di 150 anni di storia. O, quanto meno, prevedono molti simpatizzanti-SPD, la caduta verticale al prossimo voto.

La “base” della SPD e i simpatizzanti optano piuttosto per una coalizione “rosso-rosso-verde” e cioè della SPD insieme alla Linke (la Sinistra, erede del socialismo della disciolta Germania Est) e i  Verdi.  O, per lo meno, per tentare un dialogo a sinistra su questa strada e sulla base dei contenuti di programma.

Come da noi riportato, in maniera quasi isolata, la vittoria della Merkel, per quanto impressionante sul piano dei numeri, non è stata per nulla decisiva in vista della formazione di un governo, lasciando sul terreno gli alleati strategici ed indispensabili della FDP (liberali) che non sono nemmeno entrati in Parlamento.

La Merkel con la sua CDU/CSU, non ha in nessun modo la maggioranza, a meno di formare un governo con la sinistra moderata o quella ambientalista (fuori da qualsiasi logica sarebbe una coalizione della Merkel con la Linke, con la quale anche la SPD ha difficoltà a dialogare).

La SPD, i Verdi e la LInke avrebbero invece una maggioranza di 3 seggi al Bundestag, con 319 parlamentari su 630 (con maggioranza a 316), laddove la Merkel sarebbe posta in minoranza con soli 311 seggi, e quindi con 5 seggi in meno del necessario.

Peer Steinbrueck e Sigmar Gabriel foto tratta dal sito ufficiale della SPD

Dunque, si esprimono tanti militanti ma anche esponenti e quadri di partito, leggendo meglio la realtà del risultato elettorale, a questo punto sarebbe plausibile andare al” tanto peggio, tanto meglio”, con il ritorno alle urne a stretto giro di burocrazia, e cioè in sole tre settimane, come è successo recentemente in Grecia.

Ad affermarlo non solo i militanti del centrosinistra tedesco nei loro post sul web, ma anche esponenti  autorevoli dell’SPD stessa, associazioni, organizzazioni con orientamenti di centrosinistra, le cui dichiarazioni sono state riportate in autorevoli giornali tedeschi.

Oggi, il leader della SPD, Sigmar Gabriel (nella foto tratta dal suo sito facebook), ha rilasciato un comunicato sul proprio sito dove spiega che il partito “terrà conto delle opinioni dei militanti” invitando ad esprimerne ancora e ritenendo prioritaria “l’unità del partito”. Posto che una partecipazione della SPD al governo con la Merkel spaccherebbe inevitabilmente la SPD, l’ipotesi di elezioni anticipate, anzi, anticipatissime, guadagna terreno.

Nel dibattito interno alla SPD si parla anche di una possibile consultazione trasparente e libera con la base per stabilire se entrare nel “Grande Inciucio” o meno.

Forse la Merkel e la CSU/CDU hanno cantato vittoria troppo presto.

E non basta. Il primo titolo su alcuni giornali tedeschi di oggi è stato il dibattito sull’aumento eventuale delle tasse. Cosa che era stata chiaramente esclusa dalla Merkel in campagna elettorale, e quindi a molti elettori suona come un tradimento sul programma all’indomani di elezioni che si ritengono “stravinte” dal suo partito e che, invece, non lo sono affatto per moltissimi simpatizzanti e militanti del Centrosinistra tedesco.

Un segnale non incoraggiante, per la Merkel, nell’eventualità d’andare al voto di nuovo in tre settimane, visto anche il grande valore che danno gli elettori tedeschi alla parola data.


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