La vicenda sembra aver capovolto lo scontro, in tema di migranti, che ha visto protagonista nelle scorse settimane il primo cittadino di Palermo contro Salvini. E Gelarda lo invita a fare un regalo ai palermitani «candidandosi a maggio alle elezioni europee»
Gelarda attacca Orlando su diritto di cittadinanza «Il sindaco l’ha negata a figlio di rifugiati di guerra»
Questa volta sembra essersi capovolto lo scontro che, nelle scorse settimane, ha visto protagonista il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in tema di diritti dei migranti. A gettare la pietra nello stagno è il capogruppo della Lega al consiglio comunale di Palermo, Igor Gelarda. Secondo l’esponente leghista un giovane di 18 anni, figlio di rifugiati di guerra arrivati in Italia alla fine degli anni ’90, nato e cresciuto a Palermo e seguito dai servizi sociali del Comune, rischierebbe di vedersi negata la concessione della residenza virtuale pur avendo la ricevuta dell’istanza di richiesta di permesso di soggiorno.
«Sulla vicenda del figlio dei rifugiati che a Palermo ha difficoltà ad ottenere la residenza – dice Gelarda – il sindaco Orlando non perde occasione di esercitarsi con l’attività politica che gli riesce meglio: la speculazione, affibbiando ancora una volta colpe proprie ad altri, quando invece i problemi in città sono quasi sempre causati dalla sua cattiva amministrazione».
E Gelarda continua affermando che «chi è cresciuto a Palermo ha diritto alla cittadinanza. Il ragazzo è nostro concittadino, oltre ogni carta. Se Orlando non è in grado di impartire le corrette disposizioni ai suoi uffici, faccia autocritica e non cerchi nel ministro Salvini il capo espiatorio di tutto. Lo stesso primo cittadino palermitano dichiara che il decreto sicurezza nulla ha a che fare con l’immobilismo della sua amministrazione. Piuttosto Orlando faccia piuttosto un regalo ai palermitani e ai migranti – conclude Gelarda – candidandosi a maggio alle elezioni europee. Avrà il sostegno di tutti per diventare parlamentare a Bruxelles, liberando per sempre Palermo da un primo cittadino ormai al tramonto, innamorato soltanto di sé stesso».