Gela, morto l’operaio travolto da escavatore Lavorava alla rete idrica voluta dai residenti

È morto l’operaio che ieri è stato travoltto da un escavatore mentre lavorava alla realizzazione della condotta idrica a Manfria, frazione di Gela. Troppo gravi le ferite riportate dal 58enne Gaetano Accardi: una frattura multipla alla gamba destra, ma fatali sarebbero risultate le lesioni all’addome che hanno causato un’abbondante emorragia interna. Inutile l’intervento d’urgenza effettuato dai medici dell’ospedale Vittorio Emanuele: qualche ora dopo l’operazione, Accardi è morto. 

L’uomo, originario di Riesi e operaio della ditta Divina Acquedotti, stava lavorando nel cantiere della contestata opera voluta dai residenti della zona balneare che si sono riuniti in consorzio per risolvere il cronico problema della mancanza di acqua corrente. Qualche mese fa, sostenuti dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Domenico Messinese, hanno affidato la costruzione della rete idrica in project financing proprio alla Divina Acquedotti. Un investimento da un milione e 280mila euro, la società avrà la gestione della rete per trent’anni. 

Contro la realizzazione della condotta si è espressa Caltaqua, la multinazionale spagnola, gestore unico della distribuzione idrica della provincia di Caltanissetta, che sostiene di non avere mai concesso una sub-concessione alla Divina Acquedotti. La vicenda è stata discussa recentemente in consiglio comunale, ma non è stata trovata la soluzione per la costruzione delle fogne. Nonostante lo scontro, i lavori stanno andando avanti. 

Sulla morte di Accardi sono state aperte due inchieste: una da parte dell’ispettorato del lavoro, l’altra dalla magistratura che ha ordinato anche il sequestro della ruspa-escavatore e dell’area dove stava operando. 


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