La commissione toponomastica ha approvato all'unanimità l'intitolazione di una via a Jose Maria Escrivà, fondatore dell'Opus Dei. La decisione segue la scelta dell'amministrazione di dedicare una piazza a Maria Madre della Vita. Mentre rimangono inascoltate diverse proposte di legare il nome delle strade alla storia della città
Gela, la toponomastica divide laici e cattolici «Nomi che non hanno a che fare con la città»
Anche Gela avrà la sua via Jose Maria Escrivà de Balaguer, il prete spagnolo passato alla storia per aver fondato l’Opus Dei. Unica prelatura personale della Chiesa cattolica, secondo i credenti, nonché una delle lobby più potenti ed influenti all’interno del clero, secondo i laici. La decisione è stata assunta all’unanimità dalla commissione comunale toponomastica, presieduta da Nicolò Gennuso.
«Se tutto l’iter sarà regolare – commenta Gennuso – ci vorranno alcuni mesi affinché la decisione diventi operativa». Già 87 città italiane, di cui 17 in Sicilia, hanno intitolato vie o piazze a san Jose Maria Escrivà, canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 2002, decisione accolta con fervore da 300mila pellegrini giunti a Roma ma anche da polemiche per la presunta vicinanza al franchismo e per l’ortodossia religiosa a forte marca conservatrice. Negli ultimi anni anche la saggistica sull’Opus Dei si è fatta via via più consistente, con parecchie testimonianze di ex aderenti alla dottrina cattolica e lo svelamento di consistenti legami politici.
In ogni caso la scelta della toponomastica gelese segue la decisione del Comune di pochi giorni fa di cambiare la denominazione di Piazza Lagrange in Piazza Maria Madre della Vita, su proposta dell’associazione di volontariato Centro Aiuto per la Vita. A difesa del matematico italiano e contro la «delaicizzazione senza consultare i cittadini» è nata la pagina Facebook Salviamo Piazza Lagrange, che in tre giorni ha raccolto circa 500 sostenitori. «I toponimi posti in luoghi così sensibili – si legge nella pagina – devono spronare le persone a riflettere su coloro al quale sono stati dedicati e a porsi il perché delle loro azioni. Se proprio è necessario modificare il nome a quella determinata piazza, la si dedichi a qualche donna Italiana, qualche scienziata che ha portato alto nel mondo il nome della nostra nazione, e se proprio la si deve dedicare a una Maria, facciamo in modo che essa sia Maria Montessori».
Non è la prima polemica sulla toponomastica che avviene a Gela. Nel 2011 la sezione locale dei socialisti invitò Stefania Craxi, allora sottosegretario nel quarto governo Berlusconi, davanti alla via dedicata al padre Bettino. La festa venne rovinata da un collettivo autonomitatosi Aarp che imbrattò il nome della via, scelta in realtà dalla ex giunta Crocetta.
Al momento rimane inascoltata anche la proposta del comitato civico Gela Brainstorming che dal 2012 suggerisce un cambio più radicale della toponomastica. «La proposta nasce dalla banale constatazione che le piazze e le strade principali sono intitolate a personaggi che non hanno nulla a che fare con Gela e i suoi 2.700 anni di storia – osserva Eugenio Catania, che più di due anni fa presentò la sua idea alla commissione – Proposi di realizzare un bando indirizzato a rinominare le vie e i luoghi pubblici, aperto agli studenti, ai cittadini e alle associazioni, con una votazione online. Venne reputato troppo costoso ed inattuabile».
Ciò che rimane possibile al momento è godersi una toponomastica che a seconda dei quartieri varia sensibilmente. Alle via Mariano Rumor e Fabrizio Quattrocchi del quartiere Modernopoli si contrappongono via Luigi Tenco e via Gian Maria Volontè, nel quartiere La Cittadella. Forse la strada che mette tutti d’accordo al momento è una sola: via Franco e Ciccio.